Colpevolmente, non ne avevo mai sentito parlare prima di ieri (o se l’avevo fatto, non lo ricordavo).
Poi, grazie a Luca prima e Sergio poi… ho avuto modo di scoprire Kiva e…
Kiva è un servizio Web 2.0 che permette a singoli individui di prestare piccole somme di denaro (tramite aziende locali che si occupano di gestire il microcredito locale) ad imprenditori (generalmente di paesi in via di sviluppo) che useranno tali somme per migliorare/espandere la propria attività… e ripagare il prestito ricevuto in piccole rate.
Ovviamente la somma richiesta dall’imprenditore è ripartita fra tutte le persone che scelgono di "investire" in quella persona. Normalmente è necessario qualche giorno per raggiungere la somma richiesta ma… ultimamente, grazie ad un forte passaparola amplificato anche da media tradizionali e da alcuni personaggi famosi, sono necessarie solo alcune ore per recuperare i fondi necessari ad ogni singolo imprenditore.
Come funziona Kiva?
Il funzionamento è semplice: dopo essersi registrati, si aggiungono al proprio account dei fondi tramite PayPal. Sono sufficienti anche 25$ per cominciare, e dopo averli aggiunti al proprio account si passa a scegliere gli imprenditori/attività da finanziare (con possibilità di filtrarle in base a diversi fattori geografici e/o sociali)
Per ogni persona è presente una scheda che illustra nel dettaglio chi è quella persona, la sua storia, la storia dell’attività, come pensa di investire i soldi richiesti ed in quanto tempo pensa di restituirli, avendo un immediato feedback visivo della somma richiesta e di quanto manca a raggiungerla.
Scelte le attività da finanziare, le si aggiunge al proprio cestino in modo del tutto simile a quando si fa shopping e… si fa checkout, destinando le somme richieste ad ogni singola attività.
Quando verrà raggiunta la somma richiesta, il prestito verrà erogato dall’associazione/ente locale che si occupa materialmente del microcredito, e che riceverà poi i fondi direttamente da Kiva. Appena l’imprenditore restituirà il prestito ricevuto, potremo decidere se reinvestire tale somma in altre attività o riavere indietro il denaro.
NON si guadagna alcunchè, a prestare del denaro in Kiva… se non nella soddisfazione di aver dato la possibilità di avere una vita migliore a qualcuno che, altrimenti, non avrebbe potuto recuperare MAI somme del genere.
Personalmente non sono riuscito a restare indifferente (e spero, nel mio piccolo, di convincere qualcuno a fare altrettanto) e ieri ho trasferito 50 dollari dal mio conto PayPal in Kiva, ed ho scelto di prestarne 25 a testa a:
- Bakhriddin Eshonov, che li userà per incrementare la sua attività di commerciante a Mastchoh, in Tajikistan
- Mahsudjon Mulloijonov, che li userà per acquistare nuove merci da vendere a Gafurov, in Tajikistan
Nei prossimi mesi potrò seguire dalla mia pagina in Kiva come stanno evolvendo le loro attività, ed eventualmente ricevendo gli aggiornamenti anche via mail o feed RSS. Ho scelto di indicare "blogger" come mia attività perchè ho intenzione di investire in Kiva parte dei (pochi) soldi che recupero dagli AdSense e dai link sponsorizzati; in fin dei conti scrivere sul mio blog è una cosa che faccio per piacere e non certo per guadagno e… dato che non voglio guadagnarci, mi fa piacere dare ad altri la possibilità di mettere a frutto quei soldi che a me permetterebbero poco (o nulla) ma che per altri sono somme considerevoli.
Consiglio di Giovy: niente giudizi ma solo un consiglio, questa volta (anche perchè non è possibile dare un giudizio negativo ad un’iniziativa del genere): se avete nel vostro account PayPal delle somme che non utilizzate… perchè non pensate di investirli in Kiva? Bastano 25 dollari per aiutare chi ne ha bisogno… ed alla fine quei soldi restano sempre e comunque vostri, e li riavrete alla fine del prestito, se ne avrete bisogno… quindi… investite! 😉
Appena prestato 25$ a Nazli Ismayilova rifugiata armena che vende vestiti nel villaggio di Bala Bakhmanli in Azerbaijan.
Grazie per i consigli.
Cacchio, questa è l’internet che mi piace!
Ciao
Questa si che è una bellissima iniziativa!
Mi associo! Ne avevo parlato qualche mese fa e sono contento che la rete pensi ai più deboli!
Bella segnalazione
E’ un’iniziativa bellissima!
Cambiare il volto della finanza dovrebbe essere un dictat in tempi in cui le banche e i grossi enti finanziari hanno troppo potere. E aiutare in questo modo i più deboli è davvero encomiabile. Senza fare la carità.
Contribuisco a Kiva da piu’ di un anno e la trovo una iniziativa importante.
Sino ad oggi tutti i prestiti che sono stati erogati tramite la mia partecipazione sono stati realmente restituiti e subito dopo riutilizzati per finanziare altri progetti.
Oltre a questo i dati relativi alla mancata restituzione sono decisamente incoraggianti. Sicuramente e’ un modello che vale la pena di studiare con attenzione.
L’ho provato qualche giorno fa e mi sembra un’iniziativa ottima.
Bisogna diffondere…
Un modo per aiutare in modo concreto. Il mondo parla troppo e si riempe la bocca di parole belle, ma inutili. Servono i fatti. Kiva puo’ essere un gran bel punto di partenza.
Partecipate!
Ciao 🙂
Ho aderito anche io in seguito al post che ho letto su Pandemia
http://www.stormymonday.org/2008/01/03/563/
Una lodevole iniziativa, da diffondere (e sopratutto partecipare) il più possibile
Ne esistono anche altri come http://www.zopa.it/ZopaWeb/ e un’altro inglese che purtroppo non ricordo il nome
Mi sa che stiamo accrescendo di un punto il PIL del Tajikistan con tutti questi prestiti 🙂
Io ho reinvestito ieri i miei soldi in Sanoat Nizomova e nel suo negozio di vestiti.
Mi piacciono particolarmente le iniziative come Kia che permettono a singoli imprenditori di cominciare ad andare avanti con le proprie gambe senza dipendere dal sostentamento dei paesi più ricchi.
Penso che se si vuole realmente lottare contro la povertà i finanziamenti a fondo perduto devono essere destinati alle sole emergenze.
Importante anche il fatto che la distribuzione dei fondi sia affidata a realtà locali con coscienza concreta delle situazioni alle quali vanno incontro.
Questo post, insieme a quelli di luca conti e di sergio longoni, è stato più convincente ed efficace dell’impegno di clinton.
Ho aderito al progetto e l’ho segnalato sul mio piccolo blog
Grazie
Quello che mi piace di Kiva è il fatto che i soldi prestati e restituiti possono essere re-investiti in un nuovo progetto ed aiutare un’altra persona. In questo modo un contributo può aiutare più persone innescando una spirale positiva.
Ho addottato come abitudine fare un versamento a Kiva ogni volta che ricevo un assegno da Adsense e consiglio a tutti di fare altrettanto.
ciao
alexander
E’ da considerare un ottimo strumento di beneficenza. Impara l’uomo a pescare anzichè di dargli il pesce e questo aiuta le persone a migliorare.
bellissima idea
io ho conosciuto il microcredito via corriere
🙂
ps ti leggo anche se non commento mai, e ti faccio gli auguri in colpevole ritardo
Bella iniziativa, ricorda un pò quella di zopa, se non erro!
Però caro giovy stammi attento, che in questo post ci sono un pò troppi link ad altri blog, eh eh…devi fare più attenzione…
Ciao a tutti, solo per evitare equivoci. Zopa non si occupa di microcredito, ma di social lending. Cioè di gestire un mercato in cui le persone si prestano denaro tra loro, a condizioni da entrambi i lati spesso più convenienti proprio per l’assenza di intermediari tradizionali. Ciò detto, microcredito e social lending in qualche modo confinano. Tanto che anche Zopa sostiene proprio Kiva, prestando un dollaro per ogni nuovo iscritto alla propria newsletter.
Per saperne di più
http://blog.zopa.it/2007/12/24/1-nuovo-iscritto-alla-newsletter-1-su-kivaorg/
Grazie ciao
Bella iniziativa a cui “agrisco” e investo.
Ho scelto la Tanzania, in Tajikistan ci sono troppi negozi di abbigliamento 😀
Bellissima questa cosa! Corro subito ad investire una parte dei soldi che ho su paypal.
Grazie per la segnalazione.
Ciao
Daniele
é una cosa che mi piace, io li ho investito, se tornano li
darò ad un altro che ha bisogno.altrimenti e pura beneficenza .
Mi rammarica che noi Europei siamo in pochi.
Non sono a favore del prestito sociale: i prestiti devono essere concessi a tassi e soprattutto condizioni di mercato dalle istituzioni finanziarie tradizionali. In particolare non bisogna mai e dico mai rinunciare a solide garanzie. La vicenda subprime dovrebbe aver insegnato qualcosa, almeno così speravo. In soldoni: niente prestiti a chi è palesemente non in grado di restituirli.
Però per aiutare gente come me che si trova nei casini ed non trova nessuna porta aperta non c'è assolutamente niente?