Eh, no… leggendo il titolo qualcuno potrebbe aver pensato di leggere "CHI" voterò alle prossime elezioni. ERRORE.
Sapete già che la politica ha un ruolo davvero marginale nella mia vita, e nonostante non mi piaccia affatto, capita sempre di averci a che fare (purtroppo). Rispetto al post in cui mi vergognavo della politica italiana non è cambiato nulla… la vergogna permane…
Ma… nei tre mesi passati ho acquisito (come è successo in passato, del resto) la convinzione che non andare a votare sia la scelta sbagliata (per me).
Chiarisco: i politici sono "tutti uguali" (con le dovute differenze dovute alla correttezza individuale del singolo, ovviamente) e la politica fatta in Italia (che sia di destra o di sinistra) rappresenta poco il cittadino (ed il fatto di non poter scegliere da chi farsi rappresentare, a causa del sistema elettorale "porcata" che abbiamo, ne è perfetta espressione).
Massimo rispetto per chi sceglie di non esprimere il proprio voto… lo capisco. Ma… anche per queste elezioni seguirò il principio di votare "il meno peggio". Non credo cambierà molto, ma "ci provo". Votare "turandosi il naso" non sarà il massimo, ma… non riesco a credere alle promesse elettorali sentite in questi giorni, e non voterei mai basandomi su quanto sentito dire in questi mesi.
Quindi… se ritenete di non andare a votare, non fatelo… ma se in fondo al vostro animo siete sdegnati come me ma sperate ancora che qualcosa si possa fare… beh, prendete la vostra brava scheda elettorale e provateci…
Bravo Giovy ma dissento sul rispetto per chi sceglie il non-voto..
E’ un atteggiamento perdente e vigliacco del “tanto per me non cambia nulla” è profondamente sbagliato..
– primo: il voto è l’unica cosa che abbiamo ed abbiamo il diritto-dovere di esprmerlo
– secondo: la gente che non vota delega ad altri il decidere per proprio conto e perde anche il diritto a lamentarsi
– terzo: il non voto va generalmente a favorire la parte avversa e poi ci mangia le mani..
Meglio votare, per chi si vuole ma votare..
Sennò ci possiamo anche trasferire in un paese arabo dove il problema di votare o non votare non esiste..
stavo per scrivere la stessa cosa. E’ come se dicessi “massimo rispetto per chi passa col rosso perché ha fretta. Non lo farei ma lo comprendo”.
Troppo comodo per tutti, così…
@ Francesco e Tambu: io rispetto chi decide di non andare a votare perchè, in fondo, capisco le motivazioni che li spingono a fare una scelta del genere. Sinceramente, anch’io ho pensato a comportarmi così (o meglio: sarei andato ed avrei lasciato un voto non valido) ma… cui prodest?
Meglio tentare… no? Ma non voglio condannare chi non si sente di fare la stessa cosa.
Il paragone con il semaforo rosso non ha senso, invece; se passi con il semaforo rosso sei un pericolo per tutti, qualunque sia la motivazione che ti spinge. E nessuna persona sana di mente rispetterebbe un individuo del genere.
Io sarò uno di quelli che si asterrà dal voto, anni fà era un dovere, ora è un diritto, e come diritto intendo esercitarlo…
inoltre, non mi sento un vigliacco a non votare, e con il mio “non voto” non lascio ad altri decidere per me…
vero, potrei andare e lasciare scheda bianca o meglio nulla… ma ritengo di non dover più perdere tempo andando ai seggi elettorali.
in cuor mio non mi sento di votare il “meno peggio”, in quanto, comunque, il voto finisce sempre a qualche probabile politico ladro, anche se, probabilmente lo sono tutti, dal primo all’ultimo (almeno quelli che con costanza si vedono in tv o che hanno più risalto)
credo, che se a queste elezioni si riscontrasse un forte assenteismo o un alto tasso di schede nulle/bianche, forse allora cominceranno a cambiare veramente le cose, ma fino a quando la gente va a dare la propria preferenza, “nella speranza che…”, allora le cose non cambieranno
ci ho pensato, ma a chi potrei dare il voto?
ad uno che spinge sulla xenofobia delle persone invitandoli a lasciar fuori gli extracomunitari?
ad uno che predica contro il precariato e “spinge” sui giovani senza lavoro sicuro? (ma dove stava quando è stata firmata la legge biagi?!)
a qualche comunista mangia bambini?
a qualche razzista di estrema destra e/o sinistra?
decisamente non mi sento rappresentato, e ovunque finisca il mio voto, sento che me lo piglierò nel di dietro… come alle ultime elezioni… ed ora si vedono i risultati, ed io sono comunque precario 🙂
magari una bella monarchia ci farebbe bene per un po di tempo… chissà…. Dio salvi il re e la regina! 😀
inoltre, avendo cambiato da pochi giorni residenza, la scheda elettorale già mi han detto che difficilmente sarà pronta per tempo… quindi, anche avessi i dubbi su chi votare, non potrei comunque 😛
naturalmente, tutto questo IMHO
L’astensione vuole, in alcuni casi, essere una forma di protesta ed in quanto tale non vedo motivo per definire un astensionista vigliacco, o perdente o flaccidone.
Io vedo l’astensione una NON protesta semmai!!!
Non dire nulla non significa protestare.
Provate a scendere in piazza, solo così si capisce cosa significa protestare (in maniera civile ovviamente).
L’italia stà ancora troppo bene…
Fermo restando che ognuno sia libero di astenersi o di votare, o di votare scheda bianca/nulla, vorrei innescare un altro argomento di discussione prendendo spunto dal commento di Tambu (la gente che non vota delega ad altri il decidere per proprio conto e perde anche il diritto a lamentarsi):
Trovate giusto che gli italiani che non vivono più in Italia DA ANNI abbiano la possibilità di influire sulla scelta del governo di cui NOI, che nel “bel Paese” ci viviamo e lavoriamo, dobbiamo subire le scelte?
Io no…
E mi sono arrabbiato ieri sera nel vedere, a Striscia la notizia, una signora che vive da 20 ANNI (!) a Palma de Maiorca, protestare perchè non le sono arrivate le schede via posta…
Non ho parole… o meglio, le ho ma non è il caso di dirle…
@raDIO: Non vedo il nesso… un astenuto non può scendere in piazza a protestare?
Io non ho detto che mi asterrò, anzi qualche tempo fa volevo quasi iscrivermi ad un partito e sono stato ad un paio di sedute di orientamento (o come le vuoi chiamare). Il marcio si vede già da lì, quando promettono esami universitari in cambio di impegno politico.
@ilSilente: ti cito “L’astensione vuole, in alcuni casi, essere una forma di protesta…” ecco il nesso.
Il discorso dopo spiega solo perchè l’astensione non può essere considerata una forma di protesta.
Forse c’è un equivoco di fondo… per te astenersi e votare nullo si equivalgono o meno?
Siamo in una democrazia rappresentativa, abbiamo il diritto di essere rappresentati delegando, con il nostro voto, un partito che rappresenti al meglio la nostra idea.
Rinunciare a questo diritto significa non voler essere rappresentati e/o una sfiducia nel sistema democratico stesso.
Il sistema democratico rappresentativo non è probabilmente il miglior sistema di governo possibile, ma se si guarda alla storia non mi vengono esempi su scala nazionale nel quale si sia passati da un sistema rappresentativo a uno migliore anzi, mi vengono in mente solo esempi nel quale da un sistema democratico si è passati ad un sistema autoritario.
Naturalmente la partecipazione politica di un cittadino non si deve esaurire con la delega del voto. Ogni strumento deve essere adoperato per evitare che il palazzo si chiuda su se stesso e governi per conto proprio.
Hai un problema con chi ti governa?
Gli hai mai spedito una email facendo presente il tuo problema?
Non ti ha ascoltato?
Allora avrai certamente fatto una raccolta firme vero?
Non tu ha ascoltato ancora?
Avrai fatto una dimostrazione immagino.
Ancora niente?
E allora perché non ti candidi a sostituirlo?
Il voto non può essere e non è l’unico strumento con cui i cittadini influenzano la politica del proprio paese, ma certamente è il primo strumento con il quale il cittadino sceglie di voler essere rappresentato.
[…] PS: Dello stesso parere anche Napolux e Giovy […]
Diceva Churchill:
“La democrazia è la peggiore forma di governo, però migliore di tutte le altre che siano mai state tentate”.
Non esisterà mai un mondo perfetto. Neppure una democrazia perfetta che risponde ad ogni nostara esigenza. Ma bisogna scegliere, sempre. Tra il peggio e il meno peggio. E cercare di migliorare, anche se il processo non sarà mai definitivo…
Quindi, votate!Ciao!
ho scritto un post simile proprio oggi.
Anche io ho deciso di andare a votare… e che Dio ce la mandi buona.
Colgo tanto acredine nei confronti di chi non va a votare perché non reputa che alcun partito meriti il suo voto. Forse qualcuno dimentica che andare a votare può richiedere uno sforzo notevole (prendiamo il mio caso: lavoro e vivo a 1500km dalla città dove sono residente e dove quindi dovrei votare): vale la pena affrontare un simile viaggio senza avere una motivazione forte, ossia un partito al quale si vuole veramente dare il proprio voto?
Io non andrò a votare, non l’ho fatto neppure 2 anni fa del resto, ma non rinuncerò al diritto di criticare – se ce ne fosse bisogno – chi andrà al governo: perché l’aver accettato che gli altri decidessero al posto mio in questa tornata elettorale non credo possa privarmi del mio diritto di dissentire. E di cambiare idea alle prossime elezioni…
il discorso del non andare a votare, almeno da parte mia, non è significativo del fatto che sono contrario alla democrazia, ma appunto affermo il fatto che in nessun candidato politico mi vedo rappresentato…
vero, si possono fare raccolte firme, comizi ed assemblee, ma credo sia sotto gli occhi di tutti come vanno a finire queste cose… un gran polverone per qualche giorno e poi prontamente coperte le notizie di cronaca con altre “più gravi” (esempio, omicidi di 20 e piu anni fa!)
certo, mi posso candidare pure io… ma a me non piacendo la politica, perchè dovrei mettermela a fare?
l’astensione al voto è anche una forma di protesta, e anche se oggi e/o domani non esprimo il mio voto, comunque mantengo il pieno diritto di scendere in piazza e protestare, o fare comizi o raccolta firme (vedi post poco sopra)
anche l’andare a votare lasciando la scheda bianca/nulla potrebbe significare la perdita del diritto di “scendere in piazza”, in fin dei conti, il tempo dedicato per andare alle urne per esprimere un voto lo si è fatto…
io parto dal principio inverso, non voglio “perdere” tempo andando alle urne per lasciare una scheda bianca/nulla
potremmo discutere all’infinito di queste cose, ma forse la parte “vera”, “principale” di queste elezioni sta nel chiedersi:
chi mi rappresenta?
e non “chi è il meno peggio a cui dare il mio voto?”
si identifichi personalmente a quali delle due domande si appartiene, e poi, si dia una risposta…
io faccio parte della prima domanda… e non mi rapprensenta nessuno questa è la mia risposta :)… o meglio 🙁
Quella del “nessuno mi rappresenta” è una motivazione che non condivido.
Non sta scritto da nessuna parte che debba esistere il partito ideale, forgiato a nostra immagine e somiglianza. Se *nessun* partito ci rappresenta, probabilmente il nostro profilo è talmente particolare, da non essere rappresentativo. Questo non è un buon motivo per non esprimere la nostra preferenza, c’è sempre un partito che rispecchia più di altri le nostre idee.
@Marco: condivido in pieno il tuo pensiero
[…] io sto per esercitare il mio diritto/dovere di voto, ed anche quest’anno con la mia teoria, e ho scoperto non solo mia, del meno peggio. Non ho mai seguito cosi tanto la campagna elettorale e non mi ero mai schifato […]
A parer mio il problema maggiore è rappresentato dal “voto utile”, non dal “non voto”. Il non voto a parer mio è semplicemente sinonimo di rinuncia, non una forma di protesta. Se uno non va a votare (e io questa volta sono stata MOLTO vicina a questa scelta, poi scartata perché non penso possa servire a nulla) secondo me è perché è profondamente inc*****o/deluso e semplicemente getta la spugna. Non perché “spera” che si accorgano di qualcosa… si sa benissimo che anche con un assenteismo molto marcato non cambierebbe nulla. E’ antidemocratico? Può darsi… Ma almeno è una fotografia di un grosso disagio… e si sa che il voto è l’unica merce di scambio. Delle manifestazioni se ne sbattono finché non degenerano… allora forse si accorgono che c’è un problema da risolvere perché in realtà sono stati richiamati dal problema secondariamente creato (vedi contratto metalmeccanici).
Una volta ho sentito la Mussolini che ha detto qualcosa tipo: “C’era la campagna elettorale e quindi si doveva lavorare”. La frase si commenta da sola.
Il problema quindi è rappresentato dal voto dato scegliendo “tra gli X schieramenti più favoriti”. In soldoni, Berlusconi o Veltroni, tentando di far vincere l’uno a discapito dell’altro. Questa non è democrazia, è una corsa ai cavalli. E’ scendere a compromessi. Per questo, piuttosto che verso chi semplicemente si arrende e almeno con coerenza ammette di non capirci più uno stracavolo di niente, io mi sento di criticare (o più che altro esprimere le mie perplessità in merito, perché di oggettivo in politica non c’è niente) nei confronti di chi in questo modo, a parer mio, fa il gioco di chi ha in mano il potere mediatico maggiore.