Jun 262004
 

… fino a fine agosto! 🙂
Miii, che felicità, da sabato prossimo potrò riposarmi il sabato mattina (e di conseguenza rompervi le scatole con i miei deliri blogghistici) :p
In ogni caso, stamattina è decisamente tranquilla come giornata, ho passato un’oretta a configurare il palmare di un collega per fargli funzionare il GPS Bluetooth, che ora va alla grande.
In compenso, mi sono innamorato del palmare, e prevedo di mandare in pensione il mio Dell Axim (ottimo, ma un po’ grande) per un più compatto iPAQ H1940 (che non ha slot Compact Flash, che comunque uso poco).
Domani, forse, mattina al mare… forse… 😀

Aggiornamento:
L’iPAQ H1940 non ha il processore che mi immaginavo avesse (ovvero un Xscale) ma ha un Samsung a 266 MHz, che non mi convince tanto.
In compenso ho trovato l’Asus MyPal A620 Bluetooth che ad un prezzo simile (se non inferiore) ha sia il processore che volevo (Intel PXA255 a 400 MHz) che il Bluetooth… mah… quasi quasi… :p

Jun 252004
 

Sono a casa, e non posso lamentarmi…
… ma fra qualche minuto mi toccherà uscire, ed il solo pensiero di immergermi in quel mare di lava che è l’aria esterna mi fa sudare…
So che non ve ne fregherà assolutamente niente, ma almeno cercate di essere solidali con la mia sofferenza.
Come si suol dire: “Mal comune, mezzo gaudio” :p

Jun 252004
 

Oggi, per cominciare questa mattinata, vi parlerò (o meglio, vi romperò le scatole) di scienza. E di fantascienza.

Da alcuni anni porto avanti (come milioni di altri persone) un progetto di calcolo distribuito conosciuto come Seti@Home.
Seti@Home è un progetto scientifico dell’Università di Berkeley, in California.
Ogni giorno, 24 ore su 24, l’Osservatorio Astronomico di Arecibo (Puerto Rico) scruta il cielo alla ricerca di segnali radio provenienti dallo spazio (e chi ha visto il film Contact con Jodie Foster sa bene di che parlo) e ne registra una quantità pari a circa 30 GB.
Se tali dati dovessero essere analizzati da un singolo computer, fosse anche un supercomputer, ci vorrebbe tanto di quel tempo da rendere inutile anche solo il tentarci.
E quindi, alcuni anni fa, è nata l’idea: spezzettare questi dati in pacchetti da 340 KB e distribuirli via Internet a tanti “collaboratori” che, tramite un software installato sui loro computer a casa o in ufficio, analizzassero i dati e provvedessero ad inviare i risultati al computer centrale a Berkeley, ricevendo in cambio un’altra unità da elaborare.

Cosa si guadagna in tutto ciò? Assolutamente nulla!
(forse solo la gloria, qualora si dovesse scoprire IL famoso segnale intelligente).

Io partecipo a Seti@Home da alcuni anni, appartengo ad un “gruppo” di pazzi che come me partecipano a questo progetto (il SETI@Home ITALIA – Team DPRGI, al 25° posto fra tutti i team mondiali) e dedico alcune macchine all’elaborazione di questi dati (ed ho qualcosa come 10553 pacchetti di dati elaborati). 😉

Perchè ho deciso quindi di parlarne su questo blog?
Beh, innanzitutto per invogliare altri a partecipare (è per il bene della scienza!) e poi perchè si sta aprendo una nuova era per il progetto Seti@Home.
Infatti il progetto si sta “spostando” su una piattaforma open-source conosciuta come BOINC (Berkeley Open Infrastructure for Network Computing), che permetterà ai computer che fanno girare questo client non solo di partecipare al progetto Seti@Home, ma anche a tanti altri progetti di calcolo distribuito esistenti al momento (tipo Folding@Home o Genoma@Home dell’Università di Stanford).
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del BOINC, ed ovviamente io sono a disposizione per chi non ha voglia di spulciarsi il sito in inglese… 🙂

(Idea per l’articolo: Punto Informatico)

Jun 242004
 

Stamattina, mentre come al solito ero in auto per venire al lavoro, riflettevo su un paio di cose che ho visto e di cui vorrei tanto parlarvi, perchè sono realmente curioso di avere riscontri da persone in giro per l’Italia.
Questo blog riguarda le scritte che si vedono sui camion o sui TIR.

Le più comuni (e quelle che NON mi interessano) sono quelle che riportano il nome CB dell’autista del mezzo (tipo Rombo di tuono, Nomadi, Dario il Vichingo e così via…).

Quelle che invece mi hanno incuriosito molto sono gli “auguri” che vengono rivolti ad eventuali persone “gelose” o “invidiose” del mezzo in questione.
Mi spiego meglio.
Tutto è cominciato quando ho visto la scritta “La gelosia fa impazzire” sulla sponda di un autoarticolato circolante nella zona.
Ho pensato: “Ok, l’autista vuole metterci al corrente di questa sua personale scoperta”.
Successivamente ho visto un’altro mezzo mezzo con la scritta “La gelosia ti uccide”.
Cacchio…. questo deve avere una visione più pessimistica rispetto a quello di prima…
Ma il salto di livello c’è stato quando ho visto, sempre sul retro di un altro mezzo, una scritta: “Chi mi invidia crepi!”.
Accidenti! Siamo passati dalle raccomandazioni alle maledizioni!!!
Mmmmm….. ci deve essere qualcosa sotto…. probabilmente una sorta di “cabala automobilistica” valida fra gli autotrasportatori, che apponendo suddetti “auguri” sui loro mezzi cercano di scongiurare il cosiddetto “malocchio” (causato dall’invidia, appunto).
Superstizioni, certo… ma….
Il top però l’ho visto stamattina, ed è stata anche la molla che mi ha spinto a scrivere questo blog in cerca di lumi.
Un mezzo con la scritta “Se mi stai invidiando, crepa! Muori bastardo!”.
Eccheccacchio!!!! Non esageriamo! Hanno così tanta paura dell’invidia?

L’interrogativo che mi pongo (e che pongo a voi, miei fidati lettori): l’apporre queste scritte è una “peculiarità” della mia zona (provincia di Foggia) o esiste anche nel resto d’Italia?.
Avete mai visto dove abitate (o nei paesi vicini, o in giro per l’Italia) mezzi con “auguri” del genere?

Provando a fare una ricerca in Internet ho trovato (manco a farlo apposta) un “augurio” su un forum del mio paese!!! 😀
Per i più curiosi, la pagina in questione è questa, ed il testo (per chi non avesse voglia di cercarlo nella pagina) recita: “Ancora una volta un AUGURONE alla fam. De Cesare per l’acquisto del camion LA 164/580 Millenium. N.B.a tutti gli invidiosi.STATE ATTENTI LA GELOSIA FA IMPAZZIRE. By Roberto ’83 – 22/5/2001.
Proseguendo inoltre con la lettura, ho trovato anche questo: Ciao Robi 83 non ti sei sbagliato affatto sono io tua cugina, ANDREA ti saluta anche perchè il cpu è suo un saluto anche da parte di gianca mi farebbe piacere ricevere tue notizie e di tutta la famiglia AUGURI per il camion nuovo che gli invidiosi crepino !!! bacioni a tutti voi da GIO’ – 28/5/2001

Come volevasi dimostrare. :p

Resto in attesa di un vostro riscontro, sono DAVVERO molto curioso di conoscere le vostre osservazioni al riguardo.

Jun 232004
 

Premessa: ricetta tipica del Gargano, light e adatta anche a chi sta seguendo una dieta 😉

Ingredienti per 4 persone:

– 400 gr. di troccoli
– 200 gr. di ceci
– 200 gr. di baccalà e stoccafisso
– un bicchiere di vino bianco
– 250 gr. di pomodori pelati
– 50 cl. di olio extravergine d’oliva
– sale, pepe e alloro

Preparazione:
In una bacinella mettere a bagno il baccalà con i ceci per circa 16 ore. A parte, in una casseruola di terracotta, far soffriggere la cipolla tritata (meglio se si tratta di una sponsale) con l’olio, la foglia di alloro ed uno spicchio d’aglio e quindi aggiungere il baccalà passato leggermente in farina, da rigirare di tanto in tanto ed infine bagnare con vino bianco secco. Aggiungere poi il pomodoro e il prezzemolo, coprire con un coperchio e far cuocere a fuoco lento per circa 20 minuti. A parte, far bollire i ceci, che, non appena cotti, verranno scolati e passati in padella con poco olio ed un trito di sedano, carote e cipolle; aggiungere quindi i ceci al baccalà, porre i ceci in un piatto di portata ed ultimare con una passata di olio extravergine, guarnendo con foglie di prezzemolo.

Vino in abbinamento:
Un Gravina bianco (Puglia) o un Greco di Tufo (Campania).
In alternativa un bianco secco fresco e profumato, per contrapporsi alla sapidità del baccalà e dei ceci, o un rosato con le medesime caratteristiche.

Buon appetito. 🙂

Jun 232004
 

Buongiorno a tutti, e buon risveglio (ora che le notti europee sono lontane dai nostri pensieri) [:D]

Stamattina mi sto dedicando allo studio della sicurezza degli Assembly del Framework .NET.
E proprio in questo contesto mi è venuto in mente la grammatica OOP (Object Oriented Programming) di Polygen.
Quindi sono andato sul sito, ho provato a generare una frase consona a quello che sto studiando, ed il risultato è stato:

Esaminiamo la struttura della classe System.Windows.Reflection.Helder. Guardate perche’ e’ importante. Se siete ancora svegli, la classe System.Collections.Assembly eredita da Minni. C’e’ una ragione particolare per questo? Sinceramente non ne ho la piu’ pallida idea, ma e’ irrilevante: del resto lo sviluppatore non sono io, non so cos’aveva in mente chi l’ha fatto. Personalmente, io avrei introdotto una classe chiamata System.Assembly.Reflection.Paperoga. Come faremo a enumerare l’attributo? Basta fare un enum. Nient’altro. Adesso guardate. Se siete ancora svegli, la proprieta’ HasField e’ in override. C’e’ una ragione particolare per questo? Sinceramente non ne ho la piu’ pallida idea: hanno gia’ detto che alla prossima versione questo problema sara’ eliminato.

Jun 222004
 

Quella che vedete è la prima pagina di un giornale svedese, di oggi 22/06/04.
Il titolo è (tradotto): “Ora becchiamo pure loro”.
Date un’occhiata a come è scritta la data di oggi…
Che siano dei veggenti?

(Fonte: La Repubblica.it)

Aggiornamento 23/06/04
Specifico meglio, a scanso di equivoci, che quello che ho scritto era chiaramente ironico, semplicemente perchè era troppo facile prevedere un risultato del genere… e tanti (italiani, svedesi, danesi o cittadini del mondo) l’avranno previsto o immaginato, purtroppo…