Mar 092005
 

Premesso che sono un appassionato di scarpe da ginnastica (ovvero le indosso normalmente quasi sempre, tranne quando l’abbigliamento non mi impone una scarpa classica e “seria”), e che ho una passione insana per le scarpe Nike (ho sempre comprato solo quelle… anzi, forse una volta mi è scappato una paio di Reebok “The Pump”, quando giocavo ancora a basket), mi sono imbattuto in quella che ritengo una vera a propria PAZZIA… le prime scarpe da ginnastica “totalmente microcontrollate”.

Adidas_1 01 Adidas_1 02

Merito di uno spot incredibilmente bello (che potete vedere online sul bellissimo sito appositamente creato, tutto in Flash e con delle animazioni pazzesche), ho visitato il sito di cui prima, e ho cercato di capire come “funzionano” queste scarpe.
In pratica (ed in estrema sintesi) un microprocessore (molto simile a quelli che troviamo in un palmare) comanda un complesso sistema di ingranaggi e cavi che regolano la “morbidezza” dell’ammortizzatore della scarpa, adattandola in tempo reale a fattori come il peso della persona, il tipo di terreno, le asperità, la conformazione del piede…
Se siete curiosi, e volete informazioni più specifiche, avventuratevi nella visione del sito di cui sopra… e provate ad immaginarvele ai piedi… 😉

Una pazzia, come vi ho detto… 😀
Beh, forse a qualcuno potrebbero anche essere utili (a chi fa sport ad alto livello, probabilmente), ma cosa succederebbe se, ad esempio, si scaricasse la batteria che alimenta il processore? Restereste con la scarpa morbida e vi sembrerebbe di camminare su un cuscino (con il relativo mal di mare) o con la scarpa dura e vi sembrerebbe di camminare a piedi nudi sul marmo…
Immaginatevi inoltre se qualcuno potesse, in qualche modo, “truccare” o infettare con un virus il microprocessore… già vi vedo a fare balzi come un canguro, o a camminare sui talloni… 🙂

Sarà… ma io continuerò a comprare le mie care Nike, con dei normalissimi ammortizzatori “standard”, che NON si adattano a come cammino (al mio peso forse, dopo un po’ che le si usa) o al terreno, ma che non mi fanno correre il rischio di restare “a piedi”, senza batteria… 😀

  4 Responses to “Adidas_1: sogno o incubo?”

  1. più che altro, quando hai finito la suola il processore che fine fa??? ❓
    Lo butti con tutta la scarpa da 250Euro ❓

  2. cmq sono veramente belle ma non credo che si possa infettarre il microprocessore di una scarpa va be ma io resto con le mie nikeeeeeeeeee ma onestamente le comprerei coveltieri 😀 😛 😉 😮 :mrgreen:

  3. Il processore serve solo a fare calcoli (6000 al secondo) per adattare al meglio l’ammortizzazione della scarpa. In parole povere un cavo d’acciaio rivestito viene tirato o allentato da un motore interno per poter stringere o meno un cilindro di gomma posto all’interno della suola sotto il tallone. Piu’ il cavo è tirato e piu’ la scarpa è rigida, al contrario piu’ il cavo è allentato e piè la scarpa è morbida.
    Le batterie durano molto essendo al litio poi ovviamente dipende dall’utilizzo. Non si usa sempre il processore: “l’intelligenza” la si puo’ attivare e disattivare; non ha senso utilizzarla quando si cammina ma solo mentre si fa sport e si vuole la perfetta ammortizzazione peso/ritmo/terreno.
    Le batterie sono sostituibili e costano circa 2 euro l’una.
    La suola si consuma come in tutte le scarpe. Chiaro è che l’utilizzo di queste scarpe dovrebbe essere esclusivamente il running e non dovrebbe essere la “scarpa di tutti i giorni”. In questo modo durano molto.
    Il prezzo attuale è abbordabile dato che stanno sui 160e.
    Indubbiamente sn un ottimo prodotto; personalmente mi trovo benissimo; ovviamente se piove evitate di metterle: sono impermeabili ma essendo l’anima elettronica meglio evitare.

  4. ho appena acquistato le adidas_1 ad un prezzo fantastico in un negozio in svendita totale a Caserta.
    eccezzionali le ho pagate euro 39,00 avete letto bene 39 euro.
    che sedere ed immagginate c’erano ancora tutti i numeri.
    ciao

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