AHHHHHHH!!!!!
Pensavate mi fosse sfuggito (o avessi deliberatamente evitato di parlarne).
Ed invece NO, eccomi qui…
Come sono felice… in questo periodo le cazzate regnano sovrane, e pare ci sia una segreta gara a premi (con un milione di voti e di posti di lavoro come premio) per il vincitore (o i vincitori).
Da ieri, però, abbiamo un’ottima rosa di candidati per il mese di marzo: potete scaricare la lista in formato pdf qui.
Ma cosa potranno mai aver fatto questi simpatici figuri per meritare un premio così importante?
Hanno sottoscritto il… “Patto di Sanremo“.
Già il nome… “Patto di Sanremo”, nel periodo di Sanremo, non brilla certo per originalità…
Aggiungiamoci anche degli echi storici poco piacevoli (Patto di Varsavia, Patto di Londra…), ed una sana voglia di incul…care agli utenti un uso “consapevole” dei sistemi P2P, ed avremo questo ottimo cocktail a base di veleno, da servire rigorosamente amaro.
Il Patto di Sanremo in pillole (Fonte: Punto Informatico)
Il “patto” in realtà è un’intesa fra i sottoscrittori che mira a creare un ambiente digitale definito “sicuro”, pensato per incoraggiare chi detiene i diritti sui contenuti a metterli a disposizione sulle reti telematiche “creando così un punto di confronto e di collaborazione tra quanti sono impegnati nella diffusione della cultura on line: il Governo, i fornitori di connettività, i titolari dei diritti, le case di produzione musicale, cinematografica, televisiva, editoriale, di intrattenimento, nonché i gestori delle piattaforme distributive (QUI il pdf).
In teoria vorrebbe essere un modello legale per la fruizione di contenuti online… in teoria…
In pratica (ed in estrema sintesi) non è altro che il voler ribadire i concetti della Legge Urbani, cercando di coinvolgere provider, associazioni dei consumatori, e sopratutto le lobby dei diritti audiovisivi (SIAE, FIMI, AFI e compagnia brutta) che tanto hanno spinto (e continuano a spingere) per criminalizzare gli utenti dei sistemi P2P (ma non solo).
Inutile spiegare a questi signori che shop online di musica legale come l’iTunes Music Store NULLA hanno a che vedere con i sistemi P2P, come sono stati definiti erroneamente.
Ma… attenzione, utenti!.
Il ministro Stanca ha ripetuto diverse volte, durante gli ultimi giorni, che “gli utenti comuni, ovvero quelli fruiscono in proprio di contenuti digitali, anche se di provenienza illegale, stiano tranquilli. Per loro non ci sarà la mano pesante, ma solo delle sanzioni pecuniare”.
Sanzioni pecuniarie il cazzo! C’è L’ARRESTO!!!
La Legge Urbani, allo stato attuale, prevede l’arresto e la detenzione per chi usufruisca illegalmente di contenuti protetti da copyright PER TRARNE PROFITTO, e non solo per FINI DI LUCRO.
Ovvero… scaricate un mp3? Andate in galera!!!
Nulla è cambiato, anche se qualcuno vorrebbe far credere agli utenti il contrario.
Non bevetevi le chiacchiere, continuate a seguire questa aurea regola (che continuo a ripetere fino allo sfinimento agli utenti del canale di supporto #emule-italian): scaricare materiali protetti da copyright (audio/video/testo/software) è REATO PENALE in Italia. E’ possibile utilizzare il P2P in modo assolutamente legale, ed i materiali free non mancano di certo! Regolatevi di conseguenza.
… ed ora non correte a scaricarvi i CD di Sanremo… fate i bravi… 😀
Aggiornamento ore 11.00:
Dopo averlo aggregato sul Journal, mi sono reso conto che ieri The Rat Race ha scritto un articolo sullo sullo stesso tema e con praticamente lo stesso titolo. Ovviamente non l’avevo ancora visto, e dopo averlo letto vi consiglio di fare altrettanto (se siete interessati all’argomento, ovviamente), perchè affronta lo stesso problema da un diverso ed interessante punto di vista.