Eccomi qui, di ritorno dalla mio “pellegrinaggio” a Roma, per rendere il mio ultimo saluto a Sua Santità Giovanni Paolo II.
Quello che segue è il mio racconto di una delle giornate che sicuramente non scorderò mai, in tutta la mia vita.
Non so se riuscirò a trasmettervi tutte le sensazioni, i sentimenti, le emozioni e la sofferenza provata in questa visita, perciò scusatemi ed accontentatevi.
Siamo partiti da Foggia in 5 (Alfredo, Ciro, Saverio, Lorenzo ed io), alle 23.00, e siamo arrivati a Roma alle 2.30 circa.
Abbiamo scelto (anche dietro consiglio di un casellante) come area di parcheggio quella di Ponte Mammolo, confidando nel fatto di trovare dei bus navetta per S. Pietro.
Purtroppo non è stato così, niente navette ed ovviamente la metro chiusa, a quell’ora.
Abbiamo quindi ripreso la macchina, e ci siamo diretti verso la stazione Termini, dove abbiamo trovato agevolmente un parcheggio e con un bus abbiamo raggiunto San Pietro.
Ci siamo “accodati” alle persone alle 3.15, ed abbiamo iniziato quella che si preannunciava una lunga attesa (pensavamo già ad almeno 5-6 ore).
Non saprei spiegarvi cosa si prova ad essere in un fiume di persone… decine di migliaia di persone…. che pregano e cantano (sopratutto i giovani).
Si respirava un’atmosfera unica, davvero.
La notte è stata molto fredda, ma la vicinanza delle persone (e le coperte distribuite dalla Protezione Civile) hanno contribuito a renderla meno dura.
Il percorso si snodava per strade “esterne” a San Pietro, e lungo diversi chilometri.
L’affluenza di persone venute a rendere omaggio al Papa è stata oltre ogni aspettativa, sia mia che della Protezione Civile.
Nessuno pensava che sarebbero arrivate MILIONI di persone, ed invece….
Le prima 6-7 ore sono state le più “lunghe”, perchè non vedevamo altro se non persone.
Il fiume umano si muoveva lentissimo, con lunghe soste e avanzamenti di pochi metri alla volta.
Solo verso le 11.30, quando siamo riusciti ad arrivare su Viale della Conciliazione, l’attesa ha cominciato a pesare di meno, perchè vedevamo San Pietro (e il nostro Papa) lì, a “portata di mano”.
In realtà, per raggiungere la Basilica e poter portare il nostro saluto, sono passate ancora alcune ore, sotto un sole rovente.
Siamo riusciti ad entrare nella Basilica alle 14, dopo “sole 11 ore di coda”, quindi, e portare il nostro omaggio al Papa (e fermarci qualche minuto per dedicare una preghiera ad una persona “unica”).
Io ho portato con me anche i saluti delle tante persone che, non potendo venire a Roma, mi hanno chiesto di dedicare un pensiero da parte loro al Papa.
Usciti dalla Basilica, non siamo riusciti a fare neanche due passi in centro, perchè fisicamente è stato impossibile farlo. Le undici ore in piedi hanno fatto sentire il loro effetto, e tornare a casa è stato un sollievo (per il corpo).
Alcune note: l’organizzazione della Protezione Civile, ed il supporto dato, è stata impeccabile.
Gentilissimi e disponibili, erano presenti in tutto il percorso a distribuire gratuitamente migliaia di bottigliette d’acqua, e ad assistere i pellegrini in difficoltà.
Altrettanto impeccabile è stato il comportamente delle persone in coda; pochissimi “furbi” che cercavano di passare avanti, mentre la quasi totalità delle persone aspettava con pazienza, ed ordinatamente, che la coda si muovesse.
Ultima nota per le Forze dell’Ordine: un dispiegamento eccezionale di Polizia, Carabinieri, Guarda di Finanza, Polizia Municipale, ha vigilato in maniera costante.
I miei pensieri:
è stata un’esperienza stupenda, e che non dimenticherò mai.
MAI (e sottolineo mai) avrei pensato di fare una cosa del genere.
Come sapete, non sono religioso, anzi…
Ma nella mia “non religiosità” ho sentito qualcosa di “forte”, una presenza che mi ha accompagnato nell’attesa e che mi ha dato la forza di andare avanti.
E’ stata dura, un vero “pellegrinaggio” con tutte le sofferenze che ciò comporta. Più di una volta ho pensato di non riuscire a farcela, di uscire dalla fila e rinunciarci ma… “qualcosa” mi ha spinto ad andare avanti.
L’avere degli amici con il quale condividere quest’esperienza, così come sentire l’affetto delle persone per il Papa, mi ha dato la forza di farlo.
TUTTE (indistintamente) le persone che hanno passato così tanto tempo per poi avere modo di vedere il Papa solo per alcuni secondi, sono state mosse da qualcosa di “immenso” per una persona “importante”, che tanto ha dato e continuerà a dare anche dopo la sua morte, altrimenti nessuno (probabilmente) si sarebbe sobbarcato lo stare 12 (o 15, o 18) ore in piedi, al freddo prima ed all’afa poi.
Molte persone che mi conoscono avrebbero voluto esserci, e vedendo questa mattina le foto che vedrete fra poco anche voi, si sono commosse (ve lo giuro).
NON è una cosa che accade tutti i giorni. Ed io, in 27 anni, NON l’avevo mai vista.
Clicca sulle immagini per ingrandirle
Sono le 4.00, e siamo in coda da poco più di mezz’ora, in Borgo Pio
Sono le 6.30, e siamo in via dei Corridori, in quella che è stata la parte più “dura” del percorso
Siamo in via della Conciliazione, è mattino inoltrato e qui la coda procede più velocemente.
Il solo vedere San Pietro, lì in fondo, ci da la forza di proseguire ed andare avanti.
I maxi-schermi trasmettono immagini e documentari sulla vita del Papa, mentre l’impianto audio diffonde canti e preghiere
Le finestre degli appartamenti papali, da dove si è affacciato migliaia di volte, e dove purtroppo le persone l’hanno visto l’ultima volta, prima di morire
Siamo finalmente in Piazza San Pietro, nella parte finale della coda. In un’ora circa dovremmo riuscire ad entrare. Il sole picchia fortissimo, e potete vedere sulle transenne le coperte usate da chi ha trascorso la notte lì, al freddo, pur di poter portare il proprio saluto al Papa
Siamo nella Basilica di San Pietro. Potete vedere le due colonne di persone in attesa di passare davanti al Santo Padre, ed una sua foto. Quella che non potrete vedere mai, invece, era l’atmosfera che regnava nella Cattedrale. Nè io potrò mai spiegarvela, purtroppo.
Siamo usciti da San Pietro. Questa è l’ultima foto del mio pellegrinaggio. Dietro di me lascio decine di migliaia di persone desiderose di salutare il “loro” Santo Padre, il Padre Spirituale di tutta l’umanità.