Eccomi qui, in ufficio come sempre, a darvi le mie impressioni (assolutamente personali) sul 1° Congresso Nazionale del GL-OS dell’Ordine Avvocati di Foggia, dal titolo “Open Source nella P.A., nell’azienda, nelle libere professioni: aspetti normativi e applicativi”, che si è tenuto ieri a Foggia, nella splendida cornice del Tribunale della Dogana, Palazzo della Provincia.
Innanzitutto, devo fare i complimenti a due persone eccezionali, che ho avuto la fortuna di conoscere ieri: la prima è Francesco Celentano, organizzatore del Congresso nonchè editore di Studio Celentano, uno dei primi siti italiani ad occuparsi di Diritto Informatico. Ha organizzato tutto in maniera impeccabile, ed è riuscito a raccogliere e coordinare in questo evento una serie di “grandi nomi”, che hanno fornito spunti ed acceso discussioni molto interessanti.
La seconda persona con la quale devo complimentarmi è Marco Montemagno, giornalista e “volto” di SKY TG 24 Pianeta Internet, che ha moderato (in maniera costruttiva ed intelligente) tutto il congresso.
Mettendo da parte per un attimo le indubbie doti professionali di entrambi, spendo una riga per parlare delle “persone”: sono entrambi di una gentilezza, disponibilità e simpatia unica, ed è stato un piacere parlare con Marco di blog, blogger ed Internet.
Veniamo al Congresso vero e proprio.
Il tema principale, l’Open Source, è stato trattato e sviscerato sotto diversi aspetti, divisi in “sessioni” di un’ora e mezza circa.
La prima sessione, Open Source nella P.A. contro il digital divide ha visto giuristi ed informatici confrontarsi sull’introduzione di software Open Source nella Pubblica Amministrazione, delle difficoltà attuative che ciò comporta e della legislazione al riguardo.
Si è parlato molto di OpenOffice.org (con il coordinatore del Progetto Linguistico Italiano OOo), di riuso del software e dei benefici che potrebbe portare l’OS nella P.A.
La seconda sessione, Open Source e Software Libero in azienda: aspetti economici e sicurezza informatica ha portato avvocati e tecnici a confrontarsi sui benefici dell’Open Source in termini di sicurezza “aggiunta”, rispetto all’impiego di soluzioni proprietarie. Di particolare interesse (per me) l’intervento del Dott. Donato E. Caccavella, docente di Informatica Forense all’Università di Bologna.
Peccato per l’assenza di Gerardo Costabile, che ero molto curioso di sentire (è uno dei principali Computer Forensic Specialist in Italia).
La terza sessione (la prima del pomeriggio), Software Libero come libertà di licenza è stata indubbiamente la più interessante di tutto il congresso.
L’avv. Francesco di Ciommo (Ordinario di Informatica all’università di Pisa), l’avv. Simona Lavagnini (Business Software Alliance) e l’arch. Stefano Maffulli (Presidente sezione Italiana della Free Software Foundation Europe) si sono “dati battaglia” sugli aspetti legislativi riguardanti le licenze di software libero e software proprietario.
L’avv. Di Ciommo ha messo più volte in discussione la “convenienza” del licensing dell’Open Source rispetto al software proprietario, soffermandosi su punti “cruciali” quali l’incidenza di costi come assistenza e supporto nella processo di scelta del software Open Source.
L’arch. Maffulli ha parlato a ruota libera di Open Source e Free Software, evidenziandone differenze ed analogie, mentre l’avv. Lavagnini, esponente di BSA, ha “portato acqua” al mulino del software proprietario e delle “licenze closed”.
Ma il momento “clou” c’è stato quando Marco Montemagno ha “buttato la bomba”: i brevetti sul software.
Si è accesa una interessante discussione fra l’avv Lavagnini e l’arch. Maffulli, la prima favorevole ai brevetti sul software (ovviamente), il secondo (altrettanto ovviamente) contrario, che ha coinvolto anche il pubblico presente numeroso in sala.
La quarta ed ultima sessione, invece, Software Libero: aspetti tecnici ed applicativi è stata quella più “tecnica”, ed ha trattato in particolare Linux, le difficoltà tecniche nell’uso di alcuni software essenziali sotto questa piattaforma ed i possibili “rimedi”, e della sicurezza intrinseca della piattaforma Linux. L’avv. Stefano Mele ha inoltre fornito degli spunti rivolti alla sicurezza anche degli utenti Windows.
In ogni sessione era possibile intervenire, facendo domande ai relatori e rendendo quindi “interattiva” la sessione. Interventi “esterni” interessanti sono stati quello del vice presidente del Linux User Group di Bari, e quello di Ufficiale di Polizia Postale. Il primo ha portato la sua esperienza sui sistemi GNU-Linux, il secondo ha parlato della sua esperienza “positiva” con il software proprietario specifico per le indagini, in antitesi a quanto affermato dal dott. Caccavella (ovvero che il software per le indagini telematiche “dovrebbe” essere Open Source, per garantire la trasparenza di tutto il processo di indagine e tutelare sia chi indaga che l’indagato).
Bilancio dell’evento: assolutamente positivo.
Mi auguro che iniziative del genere vengano replicate (e magari affiancate da altre similari), perchè è interessante e “utile” avere la possibilità di sentire opinioni diverse ed autorevoli su argomenti d’attualità come l’Open Source.
Alcune foto: