L’anno scorso, in occasione delle Giornata della Memoria, citavo un brano tratto da "Se questo è un uomo" di Primo Levi.
Lo farò anche quest’anno.
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Vi comando queste parole,
scolpite nel vostro cuore, stando in casa,
andando per via
coricandovi, alzandovi,
ripetetele ai vostri figli,
o vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Mio nonno, nato nel 1921, ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale.
Era un sommergibilista.
Non riuscirete mai ad immaginare le innumerevoli volte in cui mi ha raccontato (ed alcune volte "costretto" ad ascoltare) le sue storie… e le storie di quando è stato in Germania, prigioniero dei tedeschi.
Fortunatamente NON è mai stato in un campo di concentramento, e non ha mai rischiato di morire.
Ogni volta che ne parla, ha le lacrime agli occhi… perchè in quella guerra ha perso amici, morti quando il suo sommergibile venne affondato.
In quella guerra ha trovato anche amici… persone che l’hanno aiutato (e nascosto) e che ogni tanto sente per telefono.
Ho ancora davanti agli occhi le scene di uno dei film più belli che abbia mai visto, Schindler’s List.
Uno dei posto che vorrei visitare è il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove milioni di ebrei sono stati sterminati.
Avere un proprio caro che ha vissuto sulla sua pelle la prigionia non può che influenzare il tuo modo di "sentire" la giornata di oggi.
In questo giorno il mio pensiero va a chi ha subito l’Olocausto, ed alle persone che non avendolo subito direttamente ne hanno comunque vissuto le conseguenza (la sofferenza non termina con la morte, se chi muore è un genitore, o un figlio, o un fratello).
NON DIMENTICHIAMO.
Io ad Auschwitz non ci son ami stato, ma son stato a Mauthausen…e la cosa resta impressionante anche dopo 50 anni….
D.
Bellissimo post. Mi sono commossa.
Quando da piccolo (andavo ancora alle elementari) mia madre mi mise davanti alla TV mentre mandavano in onda un documentario sull’olocausto, con tutte quelle immagini in bianco e nero che ritraevano cadaveri ammucchiati, i forni crematori … iniziai ad interessarmi di tutto ciò che era avvenuto nel periodo della seconda guerra mondiale. Oggi a quarant’anni non ho ancora smesso di comprare e leggere libri che trattano quel periodo compresa la shoa.
L’ultimo acquisto
Conosco bene l’argomento , l’ho portato alla maturità ormai diversi anni fa… mi ero
letta tutto, avevo visto ogni film che ne parlava… terrificante pensare che un essere
umano ( ma può definirsi tale uno che partorisce tali atrocità?) abbia potuto fare
tali e tante cose…
Non bisogna neanche dimenticare che ora gli israeliani occupano uno stato che non gli spetta, a parte questo è più che giusto ricordare quanto accaduto e sperare che non riaccada, o meglio illudersi, perchè tutt’oggi si sta verificando, e le vittime non sono più gli ebrei ma bensì gli arabi nelle “peigioni” americane e occidentali, me nessuno arriverà a salvarli.
@mattjak – non sono daccordo su quanto dici. Gli ebrei sono sempre stati in quelle terre da millenni; non è che le Nazioni Unite nel 1948 ha deliberato che da quel momento in poi, tutti gli ebrei del mondo si dovevano trasferire in Palestina (che era un protettorato britannico), è stata scelta questa regione proprio perchè era la terra natia degli ebrei, quelle che hanno fatto le Nazioni Unite è stato solo di legittimare la nascita di uno Stato per gli appartenenti alla religione ebraica, per evitare -tra le altre più valide motivazioni- che in futuro non si dovessero trovare, in caso di una nuova ondata di antisemitismo come quella nazista, a non sapere dove andare e ti porto ad esempio la vicenda di due navi cariche di ebrei che non vollero da nessuna parte, riportando dopo un lungo peregrinare nella ricerca di un porto sicuro tutti i passeggeri che sfuggivano dai nazisti, in bocca al leone: una era la Exodus e l’altra non ricordo il nome, ma era una nave tedesca che partì dalla Germania con l’autorizzazione di hitler con direzione verso le americhe, e anche là non li vollero far sbarcare, così alla fine rientrarono in Germania per finire nei campi di concentramento; c’è un libro sulla vicenda pubblicato recentemente.
Exodus
Ho dimenticato il link per l’altra nave la Saint Louis
L’argomento è complesso ma bisogna ricordare che gli ebrei sono ghettizzati e perseguitati da 2500 anni, mentre i palestinesi non hanno avuto questo trattamento, ed oggi se le cose vanno come stanno andando è solo dovuto a quest’ultimi che non vogliono convivere pacificamente con i primi, che tra le altre cose hanno industrializzato la regione e danno lavoro anche ai musulmani, quindi per gli ebrei vivere e lavorare assieme ai palestinesi non darebbe nessun fastidio, non si può dire lo stesso degli altri che cercano sempre lo scontro armato.
Benjo, per me quello stato non è più loro di diritto in quanto occupato per millenni da popoli di culture totalmente differenti, il “ritorno” degli ebrei in palestina io la vedo come un’invasione, come un’usurpazione di territorio, quasi come un capriccio.. e trovo naturale che un popolo che si trova occupato respinga l’invasione come può, e non essendo supportati dagli americani come gli israeliani i palestinesi hanno come unica arma il terrore e col tempo sonostati costretti ad usarlo, ma non perchè loro sono dei pazzi scatenati incivili ma solo perchè sono stati costretti ad affrontare un nemico molto pià grande di loro supportato dall’occidente…
Da quel che scrivo sembra che io sia un antisemita o che non sopporto gli ebrei in quanto popolo o chissà cos’altro ma questo non credo sia vero.. contro gli ebrei non ho nulla, bensì sono contro a chi ha deciso di affidargli quella terra che non era loro, contro loro che hanno accettato e preteso di invaderla con la forza e di asciugarla da tutte le risorse che sarebbero bastate appena per il popolo palestinese proclamandola loro solo perchè ci vissero miglialia di anni fa. Tutto quello che è successo nei campi di concentramento, nei ghetti e chissàdove sui popoli oppressi (non solo gli ebrei nella nostra storia) è un esempio della vera natura dell’essere umano che sacrifica gli altri a suo vantaggio.. ma identificare gli ebrei come vittime ancora oggi mi sembra fuori luogo, oggi gli ebrei se la passano benone, oggi le vittime, che non vengono ricordate da nessuno, sono gli arabi, i musulmani, che vengono maltrattati e incarcerati con estrema facilità in utto il mondo.
bastaaaaa!!!!che c'entra il giudizio su israele?ebreo non è sinonimo di israeliano…eppure continuate ancora e ancora e ancora a sovrapporre le due cose.essere ebreo significa professare o appartenere a una religione, essere israeliano significa appartenere ad uno stato.Gli ebrei sono 14 mlioni in Israele ce ne sono 6 milioni circa…come se italiano fosse sinonimo di cattolico romano..quando saremo abbastanza grandi da riconoscere i diritti dell'uomo come professare la religione che si vuole e capire che un governo non è lo stesso che un popolo? io amo il popolo ebraico per il contributo che molti dei suoi hanno dato all'umanità,per la loro spiccata capacità empatica,per il loro alto livello culturale..non amo altrettanto Israele che governa molto male il rapporto con i palestinesi…ma anche dentro israele c'è chi non condivide le scelte del governo e lotta per risolvere il conflitto..leggete cosa fa Jeff Halper..o cosa scrive Grossman(tanto per citare un grande cervello ebreo israeliano dei nostri giorni)..e, per favore non procedete per stereotipi..è bastato una volta!!