Leggendo la notizia, ho avuto qualche problema a credere che fosse vera, ed invece… pare proprio di si.
La nota O’Reilly ha inviato una lettera di "cease and desist" (in pratica una diffida) agli organizzatori della "Web 2.0 half-day conference" per aver utilizzato il termine "Web 2.0" nel titolo della loro conferenza; questo perchè secondo O’Reilly tale "nome" sarebbe stato da loro registrato come "marchio di servizio".
E’ come se oggi io registrassi il termine "social bookmark" e da domani tutte le conferenze trattanti i social bookmark non potessero più utilizzare tale termine nella presentazione.
Inutile dirvi che i commenti a tale ENORME E RIDICOLA CAZZATA si sono sprecati, ed in diversi "luoghi" sul web infuriano dibattiti su tale questione.
In Italia non ne ho letti ancora da nessuna parte, e quindi… dai… facciamo scoppiare la bomba anche qui. 😉
Che ne pensate?
ci sarebbe tanto da dire… ma meglio dire solamente: NO COMMENT!
Quando un marchio diventa espressione di uso comune, vedi ad esempio jeep, aspirina ecc. è impossibile pretendere una regolamentazione a riguardo… 😕
Alla fine penso abbiano tutto da guadagnarci.
ENORME RIDICOLA CAZZATA 😉
E’ una cosa ridicola. Se ne avete voglia, guardate cosa mi ricorda questa faccenda…
oops :oops:, il link è sbagliato, questo è quello giusto:
In effetti è semplicemente assurdo. Peccato che gli States, come al solito, hanno una legislazione del cactus al riguardo. Almeno da noi non si possono registrare parole e locuzioni di uso comune (quindi da noi non potrebbero accampare pretese di alcun genere) ma da altre parti non è così…
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