Buongiorno a tutti, e buon inizio settimana.
La scorsa settimana vi ho parlato di Terapad, una nuova piattaforma di blogging che integrava, fra le tante funzioni disponibili, anche quella per creare uno shop online con pagamento via PayPal.
Qualora il vostro target non sia aprire un blog, ma un vero negozio on line (con la possibilità di pagare via carta di credito), fareste bene a proseguire con la lettura, perchè oggi vi presenterò… Flying Cart!
Cos’è Flying Cart?
Flying Cart è una nuova web application che offre la possibilità di aprire uno shop online in maniera semplice, senza dover conoscere alcunchè di web design, applicativi di gestione magazzino o integrazioni con banche per il pagamento via carta di credito. Registrandosi su Flying Cart (al momento l’applicazione è in beta ed accetta un numero limitato di store presenti; potete provare a chiedere un invito qui) si ha la possibilità di aprire il proprio negozio virtuale, comprensivo di vetrina per i propri articoli, possibilità di inserire un numero illimitato di prodotti, spedizione integrata, pagamento via carta di credito ecc.
E’ possibile scegliere fra diversi "template" professioanli per personalizzare l’aspetto grafico del proprio negozio.
Dal lato "amministrazione", Flying Cart vi offre gli strumenti necessari per gestire i prodotti in vendita, il vostro inventario di magazzino, la gestione degli ordini e dei client, le spedizioni ecc.
E’ possibile inoltre associare il proprio shop su Flying Cart ad un proprio dominio di secondo livello, invece di quello di terzo livello che viene offerto aprendo un shop.
Potete trovare una feature list qui, mentre un tour guidato è disponibile qui.
Quando costa Flying Cart?
Aprire uno shop online su Flying Chart costa ZERO, così zero costa anche la sua manutenzione e l’hosting.
Ovviamente Flying Chart non fa beneficenza, e da qualche parte dovranno anche prendere i soldi per "tirare avanti la baracca", no?
Questi soldi li prendono sulle transazioni che fate, trattenendo 0.30$ per ogni transazione più il 5% del valore della stessa; se vendete ad esempio un oggetto per 100 $, il vostro "guadagno" sarà di 94.7 $.
Considerazioni di Giovy: certamente si trovano in giro soluzioni di ecommerce che NON impongono di dover lasciare una percentuale sul venduto a chi la gestisce, ma normalmente sono tutte soluzioni a pagamento, e che comportano inoltre dei canoni di manutenzione mensili/annui.
Avendone le conoscenze, potete anche creare da soli il vostro shop, utilizzando una delle tante soluzioni open-source o free disponibili in rete, ma dovreste sempre pagare l’hosting.
Di conseguenza, una soluzione semplice da gestire, con nessun costo di implementazione e manutenzione, val bene la percentuale sulle transazioni effettuate che viene richiesta, secondo me (e che comunque NON inciderebbe sulle vostre tasche, dato che la fareste ricadere sul prezzo finale dell’articolo, no?). 🙂
… molto interessante! da provare allora.
(Visto via twitter) 😀
Una cosa da provare quando sarà terminata la fase di test (non mi va di chiedere un invito, almeno per il momento)…
Al momento non mi interessa ma mi sembra sicuramente molto interessante anche perchè magari buttarsi in un nuovo business spendendo una cifra facendosi fare un sito etc e poi capire che è meglio darsi all’ippica nel giro di qualche mese … meglio buttarsi in prova gratuitamente 😛
Oh…ce hai risolto il mio problema?
[…] Pick!t Wwwhat’s New AccessOWeb 2.0 DaoDao Mashable/Digg Gennio Giovy […]
senti e di http://www.ether.com ne vogliamo parlare???
🙂
a
@ GPessia: si, da provare… 😛
@ Gioxx: dai, su… apri uno shop online! 😀
@ Barbara: infatti, per chi vuole “tentare” la strada di fare business online, può essere un inizio indolore, dato che non si paga nulla se non si vende nulla… 😛
@ Boss: si 🙂
@ antoniocontent: perchè dovrei parlarne ancora, dato che l’ho già fatto? 😉
azz, avevo pure fatto la ricerca preventiva nel tuo archivio…devo aver sbagliato lo spelling… 🙂 ci si vede sabato a
e Shopify lo hai recensito?