Neanche un mese fa si parlava in questo blog di copyright, protezione dei contenuti e licenze CC.
Io sono un forte sostenitore delle licenze Creative Commons (da poco giunte alla versione 3.0), a patto che poi chi utilizzi i miei contenuti osservi i termini di tale licenza. Ma… se invece questa volta volessi dare una mano a chi, per sua scelta, decide di detenere tutti i diritti sulle sue creazioni (il copyright) e proteggerlo in qualche modo?
MyFreeCopyright è un nuovo servizio Web 2.0 che aiuta i possessori di copyright a tutelare tale diritto sulle loro creazioni digitali (audio, video, immagini, testi); con il termine "testi" intendo anche il contenuto dei post nei propri blog.
Come funziona MyFreeCopyright?
Il funzionamento è abbastanza semplice: si uploadano le vostre creazioni digitali tramite un form (nel caso di post o podcast, si fornisce semplicemente il permalink), MyFreeCopyright crea una "impronta digitale" del file con un algoritmo di hash sicuro appositamente creato ed invia per email questa impronta digitale (chiamata appunto "fingerprint") con una data di registrazione, conservando copia del fingerprint e della data di registrazione nei suoi archivi. Fatto! 🙂
Secondo le FAQ di MyFreeCopyright (che vi invito a leggere per intero, dato che chiariscono ulteriori dettagli che qui sarebbe inutile trattare) la registrazione effettuata è valida a livello mondiale (anche se alcune legislazioni potrebbero richiedere registrazioni aggiuntive come ulteriore protezione in caso di controversia); negli Stati Uniti è sicuramente valida e inattaccabile.
Nel caso qualcuno utilizzasse i vostri contenuti senza autorizzazione, la data di registrazione del copyright presso MyFreeCopyright diventa la prova che siete VOI (e solo voi) i possessori del copyright di tale contenuto.
Per i blogger/podcaster è possibile proteggere ogni contenuto che scrivete/pubblicate in modo automatico, semplicemente fornendo l’url del blog o del feed; MyFreeCopyright si occuperà di scaricare il testo (comprensivo di contenuti digitali come immagini, video, audio ecc) e proteggerlo.
Quanto costa usare MyFreeCopyright?
La registrazione è gratuita (account Free), così come la protezione di 100 contenuti digitali (di qualunque forma); sono disponibili due account a pagamento per chi ha necessità di proteggere un maggior numero di contenuti, che includono anche 2 GB di storage sicuro per i vostri contenuti (nella versione free MyFreeCopyright protegge il diritto, NON il file in se), compresi i post/podcast che vengono letteralmente "scaricati" e salvati, potendo anche recuperarli in caso di perdita/distruzione.
Se l’account Free non dovesse bastarvi, un account Basic costa 19$ l’anno, protegge fino a 1000 contenuti ed offre 2 GB di storage sicuro, mentre un account Pro costa 27$ l’anno, protegge illimitati contenuti ed offre 2 GB di storage, con trasferimento sicuro via SSL e chiave di criptazione personale.
grazie per l’ottima segnalazione! anche io sono a favore delle creative commons, ma in alcuni casi è più opportuno riservarsi tutti i diritti
Caro collega, io non son bloccato in Cina, pappappero.
Anche se, avrei voluto. Giuro. 8)
scusa per l’estremo off-topic giò, ma io te la butto lì poi mici che cosa ne pensi , va bene ?
http://mybeautifulife.wordpress.com/2007/03/09/di-cene-e-dintorni-2/
ciao , a presto !!!
Espongo nuovamente le mie perplessità già esposte nel post precedente. L’idea di base è bellissima, utilissima, niente da eccepire. Ma il problema sta sempre nella sostanza.
Qui si parla di un algoritmo di hash, quindi un valore, che matematicamente ricava una stringa di lunghezza fissa a partire da un testo di lunghezza variabile. Ciò significa che ogni modifica al testo porta ad un hash diverso.
L’altra volta non si capiva come volessero implementarlo, stavolta parlano chiaramente di un hash.
Ora, la mia impressione è che basti cambiare una parola nel testo affinchè questo produca un hash diverso… mi sbagliarò 🙂
@ Massimo: di niente… 🙂
@ Sw4n: prova a scrivere un bel post di quelli “cattivi” contro il governo cinese, infarcito di link a qualche sito istituzionale… magari hanno attivi i pingback, ne vengono a conoscenza e ti bloccano seduta stante.
@ Stefigno: risposto nel tuo blog… sarà per la prossima volta! 🙂
@ Giacomo Rizzo: non so a che post ti riferisca quando dici “nel post precedente”, ma mi pare ovvio che l’hash è univoco e calcolato sulla “dimensione” del file o del testo e che ogni modifica (anche l’aggiunta di un solo carattere) porti ad una modifica dell’hash (e su questo hai perfettamente ragione)
Ma, Giacomo… è logico che se vai a registrare una cosa, tu lo faccia “quando hai finito” (ovvero non prevedi di modificarla più), e comunque… anche se la vai a modificare DOPO che l’hai registrata, non hai che da registrarla nuovamente (e per i post dei blog loro se ne accorgono automaticamente dal cambiamento del contenuto del feed, ed aggiornano di conseguenza la registrazione).
Tutto questo è scritto nelle FAQ, basta leggerle… 😉
@Giacomo Rizzo: il servizio non è tanto volto a controllare se altri testi stanno infrangendo le leggi sul copyright, copiando parti di opere di si detengono i diritti, ma vuole dimostrare che un testo (una composizione musicale, ecc…) preciso (individuato da un hash univoco) è stato scritto da una persona ben precisa in un giorno ben preciso.
In questo modo in caso di controversie ci sarà un’entità esterna alle parti in causa che potrà dimostrare la vera paternità di un opera.
@Matteo: per questo scopo è sicuramente utile, a patto di assegnare un’autorità (autorevolezza?) a chi c’è dietro 🙂
@Giovy: nell’ipotesi che quell’hash serva a verificare la presenza di copie in rete, sono gli articoli da confrontare con l’originale che basta modificare anche di un carattere per non essere piu trovate.
La mia non era una critica ne al servizio, ne a Giovy, ne a nessun altro, chiariamo 🙂
Semplicemente mi chiedevo, nell’ottica del servizio già mostrato da Giovy tempo addietro, se ci fosse dietro qualche meccanismo aggiuntivo che consentisse di ottenere un valore di “similitudine” tra due testi, oltre il quale si possono considerare “copie”.
La strada non è sicuramente l’hash, ma ci sarebbe da fare un po di verifiche operative, per chiarire quale sia l’incidenza dei falsi positivi…
@ Giacomo: fatico a credere che tu non abbia ancora capito COSA e COME funzioni questo servizio (e si che te l’ha spiegato anche Matteo!).
L’unico scopo di MyFreeCopyright NON è verificare la presenza di altre copie in rete, ma quella di GARANTIRE che IL PRIMO che ha creato quel file con quell’hash ne sia l’autore, marcandolo temporalmente. PUNTO.
E’ logico che tutti i file con lo stesso hash siano copie, se il che è stato depositato in data X ha quell’hash univoco ed è stato intestato a ME.
Questo servizio NON HA NULLA a che vedere con quello che ho presentato un po’ di tempo fa (Sentinel, se non sbaglio), sono due cose totalmente diverse e con due scopi totalmente diversi.
E’ più chiaro adesso?
@Giovy: Come ho scritto nel commento precedente, la mia intenzione era capire se qualcuno avesse avuto, a partire da Sentinel, per proseguire con questo, qualche buona idea alternativa a Sentinel. Non ho detto di non aver capito l’utilizzo di quanto qui segnalato.
Evidentemente fatico ad esprimermi in un italiano corretto.