Mentre sottobanco Google sta definendo gli accordi con FeedBurner per la sua acquisizione, all’astronomica cifra di 100 milioni di dollari, alla luce del sole definisce l’acquisizione della società chiamata GreenBorder.
GreenBorder è la software house produttrice di un software chiamato GreenBorder Pro che si prefigge di mantenere il proprio computer al riparo da virus, trojan e malware di ogni tipo mentre si naviga in Internet.
NO, GreenBorder NON è l’ennesimo antivirus ma è un software che crea una sandbox (una sorta di "zona franca", isolata dal resto del mondo) intorno alla vostra navigazione web; tutto quello che succede nella sandbox viene distrutto appena si chiude la sessione di navigazione protetta (evidenziata da un "bordo verde" intorno alla finestra, da cui il nome GreenBorder).
In pratica: con un normale browser navigate su Internet e vi prendete un worm; questo worm infetta automaticamente il sistema operativo, si propaga e comincia ad infettare altri computer. Con GreenBorder, invece, se navigate su Internet in una sessione protetta da questo software e vi prendete un worm, il simpatico vermicello NON avrà alcun modo di infettare il sistema operativo e propagarsi, perchè "vive" in una scatola chiusa, isolata da tutto.
GreenBorder era in origine solo per Internet Explorer, ma adesso è disponibile anche per Mozilla Firefox e se volete potete scaricarne una versione trial da Download.com.
E’ lecito comunque immaginare che presto Google rilasci la sua versione gratuita di questo utile software, probabilmente integrandola anche nel Google Pack. [via Google Operating System]
ehm tipo Sandboxie giusto? Non avevo mai sentito parlare di GreenBorder certo è che se Google l’ha comprata un motivo ce l’avrà avuto 😉
Noooo un servizio che non posso usare con il mio mac!!! 😀 😀 😀 😀
e la potenza di GOOGle pare non trovare ostacoli…. 😀
… e come si fanno a fermare Brin e Page …!!!!
[…] la sua ragion d’essere. Effettuando una ricerca su google trovo ad esempio un vecchio articolo di giovy in cui si dava notizia dell’acquisizione e in cui si spiega che la software house aveva […]