Dec 012004
 

 Suse Linux 9.2 Professional Dopo il primo capitolo della saga “Giovy incontra Linux”, è la volta di Suse Linux 9.2 Professional.
Archiviata l’esperienza con Fedora (simpatica, carina ma… non come la volevo io) ed incoraggiato da questo test di Pc Magazine, ho deciso di spendere qualche soldino e buttarmi nell’acquisto di questa distribuzione Linux.
Certo, investire a “scatola chiusa” in una distribuzione commerciale di Linux è un po’ “un salto nel buio”, ma io sono spericolato e mi piace rischiare.
Comunque, comprata al Pianeta dove faceva bella mostra di se nello scaffale (una bella scatolona verde, saltava subito all’occhio) al modico prezzo di 94 €, la confezione conteneva cinque cd e due DVD (uno dei due sono i sorgenti della distribuzione).
Per rendere “meno rischioso” il salto ho deciso di provare prima ad installarla sul portatile di prova, che mi era già servito per testare la Fedora.
L’installazione è andata liscia come l’olio (anche grazie all’ottimo pannello di installazione e configurazione YAST), e dopo mezz’ora avevo il sistema pronto e funzionante.
Ottimo il supporto hardware, ha riconosciuto TUTTO quello che avevo sul vecchio portatile.
Ok… come inizio non c’è male…

… il giorno dopo…

Ok, mio piccolo Centrino, è giunta l’ora di provare Linux, oltre a WinXP.
Messo il primo cd, fatto il boot… e comincia la giostra.
Agendo sul portatile che uso al lavoro, ho dedicato un’attenzione doppia rispetto alla prima installazione, per essere sicuro che non mi incasinasse niente.
YAST ha partizionato senza problemi il disco rigido, e si è ritagliato la sua fetta di spazio. Subito dopo la scelta dei pacchetti da installare (fatta rigorosamente a mano, non mi piacciono le installazioni standard) è cominciata l’installazione vera e propria.
Dopo la solita canonica mezz’ora, il mio portatile viveva con due cuori, uno pinguinato ed uno finestrato… 😀
Se sul portatile di test Linux prendeva tutto lo spazio, qui doveva convivere con due partizioni Windows, senza creare problemi e possibilmente dandomi accesso ad entrambe le aree dati.
Beh, il setup ha montato automaticamente (e correttamente) tutte le partizioni Windows (compresa quella nascosta di ripristino… ihihihih) in Linux, e sono state immediatamente accessibili da Konqueror (il file manager della Suse).
Come ambiente grafico ho scelto KDE, dopo aver provato Gnome su Fedora, e ne sono rimasto molto soddisfatto.
La dotazione software è eccezionale, con tutti i programmi che possono servire per la produttività personale.
Due cose mi hanno favorevolmente colpito: la prima è stata il riconoscimento immediato (con successivo automount) del Lacie Mobile Disk; appena inserito nella porta USB è stato riconosciuto e reso accessibile. Spettacolare.
La seconda cosa è stata il pieno ed ottimo supporto per l’architettura Centrino del mio Acer: come potete vedere sotto, non solo la scheda wireless è stata riconosciuta e configurata, ma tramite il WiFi Manager si è immediatamente collegata alla mia rete wireless. Grande! 😉

Giovy on Suse

Clicca sull’immagine per ingrandirla

Beh, che dire… sono pienamente soddisfatto di come ho speso questi soldi, e di come le distribuzioni Linux (free e commerciali) stiano diventando sempre più potenti ed “user friendly”, perdendo quell’alone di “mistero per guru iniziati al mondo *nix” che le contraddistingueva fino a qualche anno fa. 😉

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