… e spero nessuno se ne sia dimenticato.
Un anno fa, a Baghdad, veniva ucciso Enzo Baldoni, andato lì in pace, per documentare le condizioni in cui vivevano gli iraqueni, durante i bombardamenti americani.
Era andato per portare un messaggio di pace, che ora può vivere solo nei nostri cuori, perchè lui non è più con noi.
E’ passato un anno, ed abbiamo assistito ad altri rapimenti ed altre persone, di tutte le nazionalità, hanno perso la vita in Iraq mentre cercavano di portare la pace.
Pace che non arriverà mai, nonostante i bombardamenti, le minaccie, le rappresaglie, gli attentati…
Prima che venisse rapito (e prima che balzasse agli onori delle cronache per via del suo triste destino) Enzo era un blogger. Scriveva su Bloghdad, ed eravamo in “pochi” (alcune decine, non le migliaia di persone che si sono radunate dopo la sua morte a rendergli omaggio) a leggerlo e commentarlo.
E quando aveva tempo, leggeva e commentava gli altri blog.
Un giorno scrissi qualche riga su lui e su Pino Scaccia, che con la sua Torre di Babele ci faceva vedere “i retroscena” della guerra, che in TV non avremmo visto mai; entrambi lo lessero e lasciarono un commento.
Definii Enzo “un fotografo”.
Lui mi corresse e si definì “un viaggiatore pigro, o un fesso che scrive”.
Beh… io voglio ricordarlo e lo ricorderò sempre come un viaggiatore pigro, “armato” (mi si passi il termine improprio, quando si parla di una persona che amava la pace) di macchina fotografica e tanta, tanta bontà.
Ciao, Enzo.