Altro giorno, altra ora, sempre lo stesso professore, il docente di italiano e storia prof. Guarnieri. E come al solito aveva voglia di interrogare. Ma stavolta il nome che uscì dalla sua bocca non fu quello che tutti si aspettavano.
“Massimo Maronta!”, il fortunato, si alzò senza dire una parola e con l’espressione di chi non aveva aperto un libro neanche a pensarci (come al solito) dipinto sul viso.
“Massimo, oggi ci illustrerai la vita di uno dei miei autori preferiti, il Leopardi, che ad una lettura superficiale potrebbe sembrare un pessimista ma che in realtà aveva una incredibile voglia di vivere”.
“Si, una incredibile voglia di farsi una scopata – pensava fra se e se Massimo – visto che l’unica donna che conosceva era quella puttana di sua madre, e la gobba gli era venuta certamente per tutto il tempo passato a farsi seghe sui libri”. E mentre pensieri così colti attraversavano quella cosa che con molta fantasia si poteva definire “cervello”, il professor Guarnieri continuava a fare domande su domande.
“Ebete, faccia da addormentato, che fai il pomeriggio invece di studiare? Ti trastulli con didattiche videocassette di educazione sessuale? Anche i muri, se potessero parlare, darebbero le risposte alle mie domande, tante sono le volte che ho spiegato questi argomenti. Anche i muri avrebbero imparato queste elementari nozioni. Ma in comune con il muro tu hai solo la durezza della tua testa! A posto. Tre”.
Queste erano le colorite esclamazioni che fiorivano dalla bocca del professore d’italiano (da notare la proprietà di linguaggio e la correttezza grammaticale!). Niente da aggiungere, davvero un bell’esemplare di persona sulle cui spalle dovrebbe gravare il compito di elevare il livello culturale delle generazioni a venire. E proprio la frase “Anche i muri avrebbero imparato ciò che voi non sapete” divenne una delle sue preferite.
“Forza Sandro, prova a spiegarmi con parole tue il significato di questo paragrafo…”.
A pronunciare queste parole era il suo amico Sergio, durante uno dei pomeriggi passati ad aiutare Sandro, purtroppo con scarsi risultati. Ma la volontà di Sergio era ferrea, si era messo in testa di aiutare Sandro e niente sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
“Ragazzi, Guarnieri è incazzato come una iena, me l’ha detto uno di terza, perché i ragazzi hanno osato rinfacciargli che le tracce del compito erano troppo difficili, ed adesso se la prenderà con noi” – era quello che stava raccontando Nicola Camido, un altro ragazzo di quella quarta B. Ed infatti i suoi timori non si rivelarono infondati.
“A posto, razza di pelandroni – fu l’esordio del professore Guarnieri appena arrivato – oggi sono particolarmente arrabbiato, perché quegli idioti di terza hanno avuto il coraggio e la sfrontatezza di contestare il mio operato. Mai, in tanti anni di insegnamento, ho dovuto subire un affronto simile! Interroghiamo. Sandro Parente, vieni a farmi sorridere almeno tu, con le tue somme cavolate!”. Sandro fu costretto ad alzarsi ed a subire questa tortura psicologica per l’ennesima volta.
“Allora, Sandro, cominciamo con una domanda facile facile: dimmi qualcosa sulla poetica del Manzoni, argomento che ho spiegato tre mesi fa ma che voi dovreste sicuramente ricordare”. Quel retorico “sicuramente” la diceva lunga sulle intenzioni di Guarnieri, quel giorno certamente non troppo buone.
Silenzio.
“Forza, Parente, testa di bronzo, parlaci della poetica del Manzoni.”
Silenzio.
“Beduino idiota, anche i muri saprebbero dirmi quel che ti ho chiesto. Sei proprio un emerito deficiente”.
Ma a quel punto qualcosa di inaspettatamente nuovo successe.
“Nella meditazione manzoniana, i caratteri di riferimento per quello che era lo scopo della poetica divennero l’utile e l’interessante. A dir la verità sono considerate sottospecie del vero, che il Manzoni era solito distinguere in vero naturale e vero poetico…..”
Queste parole uscivano fluide dalla bocca di Sandro, senza che lui se ne rendesse conto. Sentiva nelle sua testa una voce che gliele suggeriva, e lui non doveva fare altro che ripeterle.
Da principio pensò che potesse essere qualche amico che stava suggerendo, ma quando si girò con lo sguardo trovò solo una classe che lo osservava con fredda e risoluta determinazione a non dirgli niente che avesse potuto aiutarlo. Eppure riusciva a sentire quella voce.
Il professore Guarnieri rimase di stucco alla brillante risposta di “quell’idiota” di Parente.
“Bene. Finalmente una volta che ti sento rispondere a dovere. Chi è che ti ha suggerito?”
“Nessuno, signor professore” fu la risposta di Sandro.
“Ma non dire cavolate, non è possibile che tu mi abbia saputo dare una risposta del genere tutto da solo. Se becco quello che gliel’ha suggerita giuro che gli metto due e lo faccio bocciare. Bene, Parente, allora recitami i versi dal 25 al 30 del Cinque Maggio del Manzoni. Ovviamente a memoria – fu la sarcastica aggiunta -.
“Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall’un all’altro mar.”
Versi pronunciati con una perfezione ed una proprietà di linguaggio che sembrava provenire dal Guarnieri stesso, che nel frattempo diventava viola di rabbia e suo malgrado dovette arrendersi e mandare al posto Sandro con un voto positivo, sei… il primo dall’inizio dell’anno.
Sandro era stupito quanto il suo professore. Com’era possibile che quel giorno le risposte gli venissero in mente da sole, o meglio gli risuonassero nel cervello come se un’oscura voce gliele suggerisse puntualmente? Non si fece altre domande, e contento se ne andò al posto.
I suoi amici erano sbalorditi quanto lui, e forse anche di più. Ma chi non riusciva a nascondere la rabbia era proprio il professor Guarnieri, che quel giorno era andato lì con l’intenzione di mettere un altro bel due a Sandro Parente ed invece si era ritrovato suo malgrado a mettergli sei.
“Pazienza, mi rifarò la prossima volta.”- penso fra se e se.
[… continua]
🙂
Bella questa storia…
Ma non ho capito, la stai scrivendo e tu ci stai mostrando questa passione nascosta per la scrittura, o che cosa? 🙂
La storia si inizia a fare molto interessante.. nn vedo l’ora di leggere il seguito.. spero il prima possibile…
Giovy è un famoso regista di film (n0n p0rn0) solo che vuole tenercelo nascosto. Cmq curiosa questa storia…
@ Andy: grazie, felice ti piaccia.
In realtà la storia è stata scritta un sacco di tempo fa (si parla di tanti anni) e la sto “presentando” al pubblico in anteprima. 🙂
@ thisend: si… presto leggerete il seguito… 😛
@ Gianni: LOL! Beh, se proprio dovessi interessarmi a quel genere di film (porno), probabilmente preferirei essere un attore, e non un regista… 😀
Peccato che non sia neanche un regista di film “convenzionali” 😛
… o forse si? 😉
La cosa si fa interessante, basta che non la fai finire tipo l’ultima puntata di smallville 🙂
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