Giovy

Sep 272008
 

In un commento ad un mio precedente post sull’iPhone Marco mi chiede di fare una lista delle applicazioni che ho installato, con relativa recensione.
Mmm… c’avevo già pensato, ma… aspettavo uno stimolo a farlo… e quindi, eccola qui.

Premessa: il mio iPhone NON è jailbreakato, semplicemente perchè non ne sento la necessità al momento. Inoltre, sono abbastanza “parco” nell’installare applicazioni, perchè cerco di tenere su solo quelle che uso o che potrebbero servirmi in qualche modo… 🙂
Ve le propongo nell’ordine che hanno sul mio iPhone (e quindi di “importanza” per me, dal momento che nella prima pagina personalizzata ho quelle che uso spesso, mentre nella seconda quelle che uso di meno).
Clicando sul logo, andrete direttamente alla scheda del software sull’AppStore.

Tumblrette (1.59 €): un client per Tumblr molto interessante e ben fatto, permette di utilizzare tutte le funzioni normalmente accessibili dall’interfaccia Web. Supporta inoltre i gruppi, la possibilità di impostare la privacy dei propri post ed un browser interno per visualizzare immediatamente la dashoboard di Tumblr senza dover aprire Safari Mobile. In presenza di una connessione wireless/3G, Tumblrette da il meglio di se, ovviamente, e vi permette di postare velocemente foto, pensieri e quant’altro vi venga in mente.

XpenseIt (3.99 €): se avete necessità di tener traccia delle vostre spese, iXpenseit è il software che fa per voi. Semplice da utilizzare, vi permette di esportare i vostri dati in diversi formati ed inviarli via mail. Inoltre, ha una bella funzione di reportistica con vari tipi di grafici, e vi permette anche di immagazzinare le foto delle vostre ricevute/scontrini, in modo da avere un’immediato feedback visivo della spesa effettuata.

Noteskinery+ (10.49 €): se portate sempre con voi un Moleskine per prendere appunti ma volete fare a meno del suo peso, potete provare Noteskinery+. Quest’applicazione vi permette di prendere note di testo, raggrupparle in cartelle, assegnare icone personalizzate e sopratutto inserire nelle note anche immagini o appunti vocali. E’ questa la differenza principale rispetto alla versione meno costosa (Noteskinery, 3.99 €), che manca appunto di questa possibilità. Il costo non è affatto basso (rispetto a quello medio delle altre applicazioni per iPhone), ma… ne vale la pena (ed un Moleskine costa più o meno quella somma).

Air Sharing (5.49 €): quest’applicazione è una delle più utili che ci siano in giro (e che ho avuto la fortuna di avere a costo zero, dal momento che per due settimane dal lancio è stata gratuita); Air Sharing vi permette di trasferire file in modo wireless (utilizzando la connessione WIFI) sul vostro iPhone, tramite WebDav. Dispone di un visualizzatore interno che supporta molti formati di file (compresi quelli di Microsoft Office) di ogni tipo (audio, video, testi ecc). Davvero utile.

PixUp (gratuita): una semplice applicazione per l’upload delle vostre immagini su vari servizi online (al momento sono supportati Facebook, Flickr e Picasa Web). Vi permette di scattare foto direttamente dalla sua interfaccia o di scegliere il file da caricare direttamente dal Camera Roll dell’iPhone. Ad ogni immagine è possibile assegnare titolo, tag e se avete attivo il GPS interno dell’iPhone, anche di geolocalizzarla.

IM+ (gratuita): un pratico instant messenger multiprotocollo (supporta AIM, Windows Live, Yahoo, ICQ, Jabber, Google Talk e MySpace IM) che vi permette di restare in contatto con i vostri amici anche quando siete in giro e non avete un PC con voi. Interfaccia semplice da utilizzare ed applicazione facile da configurare. Unico svantaggio (comune a tutte le applicazioni per iPhone, del resto) è quella di dover essere sempre in primo piano per funzionare.

AroundMe (1.59 €): un’applicazione semplicemente fantastica: utilizzando il GPS interno dell’iPhone, vi permette di trovare rapidamente una serie di servizi “intorno a voi”; alberghi, bar, banche, ristoranti, supermercati… saprete in tempo reale quanto distano da voi, con una scheda dettagliata dotata di indirizzi e numeri di telefono (presi dalla Pagine Gialle). Inoltre, vi mostra una mappa con la vostra posizione attuale ed il percorso da fare per raggiungere il punto di vostro interesse. Eccezionale.

Twittelator Pro (3.99 €): un ottimo client per Twitter, ricco di funzioni aggiuntive non presenti in client più “blasonati” e conosciuti, come varie skin, funzioni di ricerca, gruppi personalizzabili, followers preferiti ecc.. Ne ho provati diversi, ma Twittelator Pro è secondo me il migliore. Dispone di una versione gratuita con meno feature (Twittelator).

iDicto (0.79 €): un semplice ma funzionale registratore vocale, che vi permette di registrare note o reminder, che potrete successivamente personalizzare con tag, icone. Supporta la sincronizzazione WIFI, il raggruppamento e potete utilizzarlo tranquillamente anche con il microfono incorporato nelle cuffie dell’iPhone (per una maggior privacy).

Brain Challenge (7.99 €): normalmente non uso l’iPhone per giocare, ma… questo è uno dei pochi giochi che ho installato (e l’unico su cui abbia deciso di investire una somma “grossa” per un’applicazione iPhone). Brain Challenge è “L’allena-mente”, un insieme di esercizi e sfide per allenare riflessi, attenzione e migliorare le vostre capacità mentali. Ha una giocabilità lunghissima, un’ottima grafica, vi presenta sempre nuove sfide, dispone di una modalità allenamento e di una anti-stress, vi presenta grafici dei vostri progressi… insomma, davvero un gioco molto valido e divertente. E credetemi: quando fate lunghi viaggi è una manna dal cielo.

Quelli che vi ho presentato sono i software della “prima pagina”, quelli che uso spesso e di cui sentirei la mancanza se non ci fossero. Seguono ora quelli meno importanti ma spesso altrettanto utili.

Facebook (gratuita): è l’applicazione ufficile di Facebook, che vi permette di utilizzare il noto social network senza doverlo fare dal web. Potete effettuare tutte le operazioni che svolgete normalmente (scrivere sul wall, vedere i profili dei vostri amici, le loro foto, caricare le vostre foto, chattare con la Facebook chat ecc). Ovviamente non potrete compiere operazioni “complesse” come la modifica dei box e delle applicazioni sul vostro profilo.

LinkedIn (gratuita): applicazione ufficiale di LinkedIn, vi permette di utilizzare le funzioni “base” di LinkedIn direttamente dal vostro iPhone, come la gestione delle connessioni, del vostro status, effettuare ricerche. Rispetto all’interfaccia web è MOLTO limitata e presenta alcuni bug, ma… se non avete grosse esigenze e non vi va di navigare sul sito via Safari, è un’alternativa veloce da utilizzare.

WordPress (gratuita): applicazione ufficile del team WordPress per creare e modificare contenuti del vostro blog WordPress. Supporta blog multipli e permette di scrivere, editare post, aggiungere categorie e tags e salvare post in bozza. L’interfaccia è semplice e funzionale, ed è un’ottima alternativa alla pubblicazione via e-mail. Inoltre, potete scrivere un post in bozza e salvarlo in locale, per poi inviarlo solo quando l’avrete completato.

Shazam (gratuita): state ascoltando una canzone che non conoscete per radio, e vorreste sapere titolo/autore; prendete il vostro iPhone, avviate Shazam, gli fate ascoltare una decina di secondi di canzone, aspettate che la invii al server per il riconoscimento ed in pochi secondi avrete indietro titolo della canzone, autore, album ed un collegamento all’iTunes Music Store qualora vogliate acquistarla. Sembra una magia (ed ho stupito diverse persone, in questo modo) ma funziona fantasticamente bene.

Shopping List (0.79 €): un programma veloce ed immediato per gestire la “lista della spesa” che tutti facciamo quando dobbiamo andare al supermercato. Certamente anche una nota utilizzando l’applicazione inclusa nell’iPhone poteva andare bene, ma non avreste avuto la possibilità di memorizzare i prodotti che utilizzate di più (con le relative quantità), di “spuntarli” una volta comprati e la bellissima carta quadrettata stropicciata su cui appaiono le note. Un’applicazione simpatica ma non fondamentale.

Seismometer (0.79 €): una simpatica applicazione che usa l’accellerometro dell’iPhone come se fosse un sismometro, tracciando sul classico rullo ogni minimo (ed impercettibile) movimento. E’ così sensibile che, poggiata sul vostro cuore, è capace di tracciarne i battiti. Nota: attualmente l’applicazione costra 0.79 €, ma quando è stata lanciata era gratuita (ed infatti non l’ho pagata). Sinceramente non vi consiglierei di spendere questi soldi, dal momento che è utile solo a stupire gli amici

Converter (0.79  €): quest’applicazione fa esattamente quello che vi suggerisce il nome: converte. Qualsiasi cosa. Pesi, misure, lunghezze, temperature, area, tempo, energia… da un sistema metrico ad un’altro, ma anche all’interno dello stesso sistema. Semplicissima da utilizzare, è una piccola spesa che vale la pena fare (quante volte vi sarete chiesti a quanti km/h equivalgono date miglia/ora?)

MyFootball (1.59 €): se siete appassionati di calcio (ma anche se vi piace solo esserne informati) My Football è l’applicazione che fa per voi; vi offre accesso immediato a partite, classifiche, statistiche di moltissimi campionati nazionali (a livello mondiale), così come delle varie coppe. L’interfaccia è semplice da utilizzare, la disposizione è chiara. Peccato non faccia caching dei dati, cosa che comporta il doverli scaricare nuovamente ad ogni consultazione.

Stanza (gratuita): un’ottimo ebook reader che supporta diversi formati di lettura e che vi offre l’accesso ad un’immensa libreria online gratuita (quella di Lexcycle), oltre che alla possibilità di convertire nel formato proprietario di Stanza diversi altri formati. Supporta inoltre la sincronizzazione dei vostri libri con l’applicazione Desktop (disponibile sia per PC che per Mac). Se vi piace leggere in mobilità… Stanza è un must-have.

eBay Sempre (gratuita): applicazione ufficiale di eBay, vi permette di avere eBay sempre a portata di mano e di gestire le vostre aste senza problemi, vedendo le varie aste, facendo offerte, controllando gli oggetti che state vendendo o avete venduto ecc. L’interfaccia è semplice da utilizzare e vi permetterà di non dover perdere l’asta che state seguendo da settimane semplicemente perchè vi trovate fuori casa e lontani da un pc.

Labyrinth Lite (gratuita): un gioco fantastico (benchè questa sia la versione gratuita con 10 livelli, ne esiste una a pagamento con più di 500 livelli (Labyrinth, 5.49 €). Il gioco è semplice: dovrete far muovere la biglia all’interno di un labirinto, evitando di farla cadere nelle buche presenti sul percorso… tutto questo inclinando l’iPhone nelle varie direzioni. Gli effetti sonori sono fantastici e la sensazione di realismo è davvero molto forte. Se vi piace il genere, potete tranquillamente considerare l’acquisto della versione completa.

Termina qui questa piccola cavalcata sulle applicazioni che sono installate in questo momento sul mio iPhone, anche se ogni giorno ne vengono rilasciate di nuove (o aggiornate quelle esistenti). Se ne avete altre da suggerire, fatelo pure nei commenti (magari scrivendo solo il nome esatto SENZA link all’AppStore, per non incappare nella moderazione del commento).

Sep 232008
 

Sono un sommelier dell’A.I.S. Ho studiato per due anni, fatto tre corsi, fatto un esame e preso un attestato di abilitazione professionale. Questo non significa che io sia all’altezza di colleghi come l’amico Andrea (uno dei migliori sommelier d’Italia) quanto che, quando si parla di vino, “qualcosa” la capisca rispetto a tanti altri.

Da due giorni sto seguendo la questione relativa alle tabelle ministeriali da affiggere nei locali pubblici (pena sanzioni salate) per “incrementare i livelli di sicurezza delle circolazione”. Beh… posso essere sincero? Sono una colossale ed inutile cazzata, e vi spiego anche perchè.

Premessa: come sommelier DA SEMPRE promuovo la cultura del bere. “Bere poco, ma bere bene” è il leit-motiv che cerco di portare avanti in ogni occasione. Proprio per questo mi trovo assolutamente d’accordo (in linea di principio) con il fissare limiti stringenti per chi guida in stato d’ebbrezza, con sanzioni anche molto più severe di quelle attuali.

Detto questo, NON mi trovo d’accordo in alcun modo con la trovata di obbligare i gestori dei locali pubblici a pubblicare delle inutili tabelle che nessuno andrà a vedere. Eh già… perchè sarà proprio questa la realtà dei fatti. Quante persone perderanno anche solo 1 minuto del loro sabato sera per fermarsi a leggere una tabella che nel migliore dei casi è incomprensibile e nel peggiore dei casi è davvero ridicola per le sciocchezze che ci sono scritte?

Volete un esempio banale? Ok.

Nella tabella linkata qui è indicato, come limite teorico indicativo per raggiungere i fatidici 0.50g/l di alcool, il bere 125 cc. di vino (pari a circa mezzo bicchiere). Subito sotto è possibile leggere, invece, che per raggiungere la stessa soglia bevendo champagne/spumante sono necessari 100 cc. di liquido. Peccato che normalmente uno spumante/champagne difficilmente superi i 12° alcolici, mentre un bel rosso (pensate ad un Nero d’Avola siciliano, ad esempio) raggiunge e supera senza problemi i 14° alcolici. Ergo… indicativamente puoi bere 125 cc. di vino rosso a 14° alcolici, mentre puoi berne solo 100 di spumante ad 11° alcolici. Mah…

Altro esempio banale?

I “ready to drink” (per capici: Bacardi Breezer, Campari Mixx, Smirnoff Ice ecc) portano al limite dopo 150 cc.; peccato che NESSUNO berrà meno della metà di una bottiglia di questi drink (sono bottiglie da 330 cl.) dopo averla pagata 4 euro (anzi, ne prenderà almeno un paio).

Chiaramente questi sono limiti teorici, influenzati dal sesso (gli uomini “reggono” meglio l’alcool rispetto alle donne), dal peso corporeo o dall’assunzione di cibo insieme all’alcool (consiglio: mangiate SEMPRE qualcosa quando bevete, fossero anche solo gli stuzzichini che vi portano con la birra). Ciò non toglie che NESSUNO perderà neanche un minuto, all’uscita dal locale e prima di mettersi alla guida, per fare complicati calcoli basati su sesso/peso/cibo/quantità di liquidi bevuti.

Utilità di queste tabelle? NESSUNA.
Incremento della sicurezza stradale portato dalle misure introdotte? NESSUNO.
Scopo di questo decreto? Mettere a posto la coscienza dei politici ma NON diminuire le stragi del sabato sera.

Alternative?
Semplice: invece delle tabelle (o meglio: INSIEME alle tabelle), fate installare un etilometro subito fuori dal locale (come ha fatto il caro Arcadi nel suo locale), lo potete avere anche in comodato d’uso gratuito. Promuovere la figura dell’autista designato (indicato da un braccialetto, magari) che NON berrà affatto per riportare sani e salvi tutti a casa. Fare informazione (vera, non con stupide tabelle) sugli effetti dell’alcool e della guida sotto l’effetto di alcool e/o stupefacenti. E se “pizzicate” qualcuno che guida in stato di ebbrezza (quella vera, non 0.51 g./litro) gli ritirate la patente e gliela strappate sotto i suoi occhi. La rivuoi? Aspetta un paio d’anni, va… che magari riesci a mettere un po’ di sale in zucca.

Sep 202008
 

Tutti (o quasi) conoscete Tumblr e la “rivoluzione” che ha portato nel mondo del microblogging.
In pochi, però, conosceranno il servizio che vi presento oggi e che ha delle interessanti potenzialità.

Soup è un nuovo servizio di microblogging che unisce alle feature presenti in Tumblr (ovvero la possibilità di inserire velocemente post, immagini, video, quote ecc.  tramite dashboard o bookmarklet) una inedita (per questo genere di servizi) funzione di lifestreaming che rende possibile aggregare in Soup anche contenuti prodotti da altre piattaforme come:

  • Tumblr
  • Flickr
  • Delicious
  • Digg
  • Ipernity
  • Last.fm
  • Mister Wong
  • Twitter
  • Plurk
  • Sevenload
  • Yigg
  • YouTube
  • StumbleUpon
  • Vimeo
  • Zooomr
  • Feed RSS

Interamente AJAX powered, presenta un’interfaccia semplice ed intuitiva che, a differenza di Tumblr, vi permette di “postare” direttamente dalla vostra pagina senza dover ricorrere alla dashboard o alla bookmarklet.

Tramite il pannello di controllo (slide in laterale) è possibile personalizzare gli elementi dell’interfaccia da mostrare, cambiare skin (scegliendola fra le quattro già presenti o creandosela via CSS come in Tumblr), impostare il posting via mail ed il dominio personalizzato, aggregare le fonti del proprio lifestream, gestire i gruppi.

Tutte le modifiche all’interfaccia appaiono in tempo reale, mentre i nuovi elementi del lifestream vengono scaricati e resi disponibili per la visualizzazione dopo un refresh.

Soup è una delle sette startup vincitrici del Seedcamp 2008, e ciò significa che riceverà fondi ed investimenti dai vari venture capitalist interessati.

Ah… stavo cercando di dare “forma” ad un lifeblog che aggregasse un po’ dei miei contenuti (principalmente foto, ma anche testi e foto prodotte “in mobilità” via iPhone) ed ho scelto Soup come piattaforma. Potete trovare questo esperimento qui: http://life.giovy.info.
Tutti i contenuti postati dall’iPhone vengono da un Tumblr che li riceve direttamente da Tumblrette, una fantastica applicazione che rende semplice e veloce postare su Tumblr.

Giudizio di Giovy: se amate Tumblr ma cercate “qualcosa in più” per renderlo più flessibile e potente, Soup.io potrebbe essere la soluzione giusta. Al momento non dispone ancora di API pubbliche ma… non dubito arriveranno in futuro, insieme a molte altre interessanti feature.

Sep 182008
 

La notizia potrebbe interessare più di uno (NON me, che sono ancora sotto il trip iPhone) ed è abbastanza “ufficiale”: il 23 settembre verrà presentato a New York il primo telefono con sistema operativo Android, durante una conferenza stampa di T-Mobile. Sarà un terminale prodotto dalla casa taiwanese HTC (già conosciuta per diversi smartphone basati su Windows Mobile) e prevedono di spedirne da 600.000 a 700.000 unità solo quest’anno.

Interessante anche il video che mostra Android in azione, se non altro perchè si sta parlando di un sistema operativo quasi pronto al suo lancio pubblico…

Personalmente non ho visto nulla di così innovativo, nè feature che non siano già presenti (e molto migliori) nell’iPhone.
Sarà da vedere l’implementazione finale (leggasi: sui dispositivi che verranno messi realmente in commercio) che ne verrà fatta, come questi terminali si inseriranno in un mercato “particolare” come quello italiano e come verranno accolti dal grande pubblico.

[via Google Operating System, via Information Week]

Sep 172008
 

Un po’ di tempo fa mi trovai a raccontarvi di un ottimo acquisto che feci quasi casualmente, ovvero un paio di auricolari Creative EP-635.
Molto buoni… ne fui subito entusiasta e ve ne parlai in termini più che positivi (considerando anche rapporto qualità/prezzo). Purtroppo anche mia sorella ne fu molto entusiasta, e me li “rubò” subito dopo (in realtà glieli regalai io) 🙂
Trovatomi nella condizione di doverne prendere un paio di nuovi, la mia scelta cadde su un prodotto di fascia leggermente più alta (ed anche un po’ più costose), ovvero delle Sennheiser CX 400; ottime, senza dubbio… non mi fecero rimpiangere di certo le Creative che avevo abbandonato.

Grazie ad Amelia di Text100 (per avermi gentilmente inviato il prodotto di cui vi sto per parlare), sto utilizzando da qualche giorno un paio di auricolari Philips SHE9850.

Gli auricolari Philips SHE9850 sono (al momento) il top di gamma fra gli auricolari prodotti da Philips.
Caratterizzati da un design raffinato e da una grossa cura per i particolari che si vede già dalla confezione (una scatola in metallo molto stylish, con avvolgicavo e accessorio per la pulizia della cuffia), questi auricolari sono dotati di trasduttori ad alta definzione, un design Angled Acoustic per una migliore trasmissione dell’audio, contatti placcati in oro ed altre caratteristiche tecniche avanzate che potete trovare nella scheda prodotto direttamente sul sito di Philips.

Ma… più che delle caratteristiche tecniche, volevo parlarvi delle mie impressioni d’uso. NON sono impressioni d’uso “tecniche”, scritte ascoltando determinati brani campione accuratamente scelti per mettere in evidenza questa o quella caratteristica, quanto impressioni d’uso di un normale utilizzatore che ama la musica e cerca di ascoltarla “al meglio” (che le sue tasche gli possano permettere, perchè sono sicuro ci siano cuffie molto più avanzate di queste ma anche tre o quattro volte più costose).

Ho utilizzato queste cuffie per ascoltare diversi generi musicali sul mio iPhone, impostando un’equalizzazione che enfatizzasse le caratteristiche proprie di ogni genere musicale (es: equalizzazione “rock” per la musica di questo tipo, classica per la musica classica ecc), perchè non avrebbe senso utilizzare un’equalizzazione “flat” (che però avrebbe messo tutti i brani allo “stesso livello”) del momento che nella realtà non la utilizzo.

Isolamento acustico: sono auricolari del tipo “in-ear”, che vi isolano dal mondo attenuando moltissimo i suoni esterni; l’isolamento di questi auricolari è molto efficace (e più efficace sia delle Creative che delle Sennheiser), le spugnette in dotazione (di diverse misure e diversi materiali, ce n’è anche un paio in spugna oltre le tre paia in silicone) aderiscono perfettamente all’orecchio anche grazie alla diversa forma rispetto ai modelli precedenti. In queste condizioni potete utilizzare un volume d’ascolto notevolmente più basso rispetto alle altre cuffie.

Qualità audio: qui entra in gioco l’ascolto puro, effettuato scegliendo brani convertiti in AAC da CD audio con l’impostazione predefinita di iTunes. Al mio orecchio (da normale ascoltatore, ripeto) la resa delle diverse tonalità è davvero molto buona. Normalmente gli auricolari “cadono” sulle tonalità basse, difficili da riprodurre con elementi così piccoli; a tal scopo ho mandato in play diversi brani caratterizzati da un basso molto presente e… wow, il “basso” era davvero basso, non gracchiava nè distorceva in alcun modo. Le tonalità medie sono perfette (beh, difficile non lo fossero) mentre quelle alte sono limpide e vibranti. La differenza rispetto alle Creative è percepibile, rispetto alle Sennheiser un po’ meno (sono pur sempre auricolari di buona qualità). Come dicevo su, si nota tanto la differenza rispetto all’isolamento (davvero di livello superiore) ed all’impatto che produce sulla musica che si ascolta.

Prezzo: unica “nota negativa” di questi auricolari è il prezzo; su Internet le si trova fra gli 80 ed i 100 euro, che per un paio di auricolari non è proprio pochissimo (le creative costavano 35 euro, le Sennheiser 60 euro).

Giudizio di Giovy: beh, il giudizio non può essere che positivo, visto il livello di prodotto di cui si parla. Il rapporto qualità/prezzo può anche essere buono, se si pensa che anche spendendo cifre doppie o triple si ottengono incrementi audio non proporzionali, ovviamente. NON sono auricolari destinati ai puristi del suono (che oltretutto probabilmente non le utilizzerebbero mai con audio “lossy” come mp3 o mp4) ma a chi cerca “qualcosa in più” rispetto ai normali auricolari in-ear in commercio, ed è disposto a spendere “qualcosa in più” per ottenere questa differenza.

Sep 152008
 

Sul De Mauro-Paravia, alla definizione della parola “razzismo”, possiamo leggere:

ogni atteggiamento discriminatorio variamente motivato nei confronti di persone diverse per categoria, estrazione sociale, sesso, opinioni religiose o provenienza geografica

Se già solo il razzismo è una delle cose più odiose che gli umani possano concepire (perchè è una caratteristica solo degli umani, gli animali non discriminano mai in base a sesso, estrazione sociale, religione ecc), l’episodio subito da Barbara e dal suo Alexander è raccapricciante… e vi giuro che il termine “raccapricciante” è quasi da accezione positiva.

Sul suo blog potrete leggere tutto in maniera dettagliata, ma riassumo brevemente per contestualizzare quello che aggiungerò dopo: Barbara accompagna il suo Alexander al Carrefour di Assago a vedere il tour delle auto di Cars (un film di animazione molto amato dai bambini) e vuole fargli fare una foto ricordo con una di queste auto. Il “fotografo” (e mi vergogno, in quanto “fotografo” per passione) non si rende conto (spero… spero davvero che non l’abbia fatto con cognizione di causa, perchè altrimenti le sue già grandi colpe sarebbero davvero immense) che Alexander è un bimbo speciale ed ha bisogno di maggior attenzione e pazienza rispetto altri bimbi e… lo apostrofa con frasi che, al solo pensarci, mi fanno salire il sangue alla testa.
L’assistente del fotografo rincara la dose e come se non bastasse, evidentemente non paghi del comportamento razzista, ignorante e stupido messo in atto fino a quel momento, arriva un’addetta del Carrefour che, dopo le spiegazioni di Barbara circa il problema di Alex, arriva a dire: “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Non so voi… ma io sono qui a scriverne quasi con le lacrime agli occhi, rivivendo la scena e pensando che, se fossi stato al posto di Barbara, probabilmente avrei avuto una reazione diversa (e molto più “forte”) dalla sua, che è rimasta allibita di fronte a un’umiliazione del genere…
Ma… in certi momenti… razionalizzare una violenza subita in questo modo non è semplice…

A Barbara non posso dire altro che sono… siamo… tutti con lei e con il suo Alex, perchè episodi del genere non si ripetano più; un abbraccio forte, Barbara…
Alla direzione del Carrefour di Assago non posso che esprimere il mio sdegno nel modo più assoluto, sperando che prendano provvedimenti circa l’episodio in questione (anche solo scusandosi ufficialmente… spero).
A tutti quelli che fanno della discriminazione e del razzismo il loro pane quotidiano non posso che dire: “Vergognatevi”.

Sep 082008
 

Mi si passi il termine “medico” di sindrome (è volutamente esagerato) ma… è per rendere bene l’idea di quello che significa possedere un iPhone e del perchè l’abbia scelto (e ne sono immensamente felice) rispetto al Nokia E71 (diverse persone mi hanno chiesto appunto il perchè di tale scelta).

Ho iniziato a pensare al termine “sindrome” un paio di giorni fa, in una circostanza precisa: ero con un amico in attesa di un terzo amico, che tardava ad arrivare. Allora lui prende dalla tasca il suo BlackBerry Pearl, scorre la rubrica con il “mouse” centrale, sceglie il numero e lo chiama.
Io, al suo fianco, ho assistito all’intero processo e… vi giuro… ho pensato: “Cavoli che interfaccia preistorica!”.

E lì ho realizzato che, dopo aver usato un iPhone per due settimane, probabilmente non sarei più riuscito ad usare un “vecchio” cellulare (usare si legga come: possedere ed usare un normale cellulare come telefono unico, non certamente come impossibilità globale): utilizzando un iPhone si perde il concetto di “menù testuale”, di sfogliare diversi sottomenù per accedere alle varie funzioni del telefono, di uno schermo “microscopico” ecc.
Possedere ed usare un iPhone cambia davvero il proprio modo di concepire il telefono (ed è una cosa che NON si verifica con gli smartphone Windows Mobile, ancora molto legati ad una “vecchia” logica cellulare: l’iPhone è totalmente diverso.

Se non avete mai usato un iPhone probabilmente avrete difficoltà a capire realmente quello che sto dicendo (e sarete liberi di pensare stia esagerando), ma… provatelo… e vedrete che difficilmente riuscirete a tornare indietro.
Non riuscirei più a stare senza una rubrica contatti “ricca” come quella dell’iPhone (non che quella dei Nokia fosse male, tutt’altro… ma quella dell’iPhone è ad un altro livello), non riuscirei più ad utilizzare un browser mobile diverso dal Safari Mobile dell’iPhone, ho “fatto fuori” il Moleskine cartaceo che avevo (e che occupava tanto spazio nel marsupio) sostituendolo con Moleskinery+ (che mi permette di inserire nelle note anche istantanee o appunti vocali).

Aggiungo: il software per la correzione predittiva dei testi di cui dicevo peste e corna subito dopo l’acquisto, ha imparato il mio modo di scrivere… ed ora è più un’utilità che un fastidio (mi corregge errori di battitura a volte “intenzionali”, proprio per farmi correggere ed evitare di dover scrivere altre lettere).

Concludendo: avere un iPhone non espone il proprietario a nessuna “sindrome” reale, sia chiaro… ma provatelo per uno o due giorni… e poi mi saprete dire… 🙂