Giovy

Nov 042009
 

Alcuni anni fa (eh, come passa veloce il tempo) scrissi un veloce howto su come implementare un help desk in azienda, utilizzando una soluzione Open Source ma “poggiandola” su tecnologia Microsoft (IIS + SQL Server).

Oggi invece vi presento un’ottima soluzione Open Source che vi permetterà di implementare facilmente un helpdesk web based  “avanzato” in azienda, con funzioni di asset management, knowledge base e gestione amministrativa. E tutto su tecnologia WAMP (Windows, Apache, MySQL, Php) o LAMP (Linux, Apache, MySQL, Php).

Chiaramente la scelta della base su cui installare l’help desk dipende dalle vostre conoscenze tecnologiche:

  • Windows: ottime soluzioni WAMP sono WampserverXAMPP, che richiedono poca conoscenza sistemistica e vi permettono in pochi minuti di avere tutto funzionante
  • Linux: a seconda della distribuzione utilizzata, potreste già avere tutto integrato (es: installando Ubuntu Server è possibile scegliere di includere il pacchetto LAMP o installarlo a posteriori da apt) o doverlo installare a mano da repository o pacchetti precompilati. Ad ogni modo, XAMPP è disponibile anche per Linux.

Scelte ed installata la soluzione più adatta, potrete scaricare glpi, (Open Source, attualmente alla versione 0.72.3) che vi permetterà di avere in pochi minuti il vostro helpdesk.

Installazione

Semplicissima: dopo aver scaricato il pacchetto compresso, lo decomprimete e lo copiate nella directory del vostro webserver (che sia la root o una sottodirectory è ininfluente). Digitate nel browser web l’indirizzo del server/cartella dove è presente glpi ed il processo di installazione guidata partirà automaticamente. Verrà effettuato un controllo dei requisiti del server web e vi verranno chiesti i dati di login al database MySQL; se non avete ancora creato un database, verrà creato automaticamente  e dopo pochi secondi potrete loggarvi (user: glpi, password: glpi – ricordatevi di cambiarla) nella vostra installazione perfettamente funzionante.

Configurazione di base

La configurazione di base è semplice ma… a seconda delle vostre necessità, potrebbe richiedere un tempo abbastanza lungo per adattarla alla vostra realtà aziendale; glpi è una soluzione molto versatile che integra, insieme all’helpdesk, una soluzione di asset management con cui potrete gestire l’inventario hardware/software sia dal lato tecnico che amministrativo; proprio per questo potreste dover passare del tempo ad inserire le configurazioni delle vostre macchine, dei software utilizzati ecc.

Se avete un parco macchine particolarmente consistente e volete evitare di inserire tutto a mano, glpi si integra in modo nativo con OCS Inventory, soluzione Open Source  dedicata all’asset inventory and management.

Clicca sulle immagini per ingrandirle

inventory

Per la gestione degli utenti  glpi offre la possibilità di interfacciarsi con server LDAP/Active Directory (oltre che usare un proprio database interno, utile solo quando si ha a che fare con pochi utenti); personalmente l’ho configurato per accedere all’Active Directory aziendale (su Windows Server 2008) e sincronizzare in pochi secondi gli utenti, seguendo le istruzioni presenti sul Wiki di glpi; in seguito sarà possibile definire quelli che saranno gli utilizzatori (abilitati ad aprire ticket) ed i tecnici (abilitati a gestirli, smistarli e sopratutto lavorarli) 😉

Ricordatevi inoltre di definire anche uno o più ulteriori utenti “super-admin”, capaci di gestire e configurare glpi (non sarete mica sempre presenti voi in azienda, no?).

Inutile dirvi che svolge egregiamente le funzioni di helpdesk (perchè, in caso contrario, non ve l’avrei presentato), complete di possibilità di aggiungere commenti ai ticket via email, gestione agenda e prenotazione degli interventi, rubrica interna, gestione documenti e contratti…  insomma, tutto quello che potrebbe essere utile… e che mi obbligherà a dedicare a glpi diverse ore di lavoro nelle prossime settimane, spostandola su una macchina Linux e mettendola in produzione a livello aziendale 🙂

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Utili anche le funzioni di reportistica integrate anche se, ad onor del vero, un po’ scarne e limitate ad aspetti che non tutti potrebbero trovare utili e/o interessanti.

Giudizio di Giovy: glpi è una soluzione stabile ed affidabile (e finalmente totalmente compatibile con Active Directory, in passato ho avuto diversi problemi a farla dialogare con server Windows 2003 o Windows 2008). Semplice da installare e gestire, richiede un po’ di tempo per la configurazione iniziale relativa alla propria realtà aziendale (che però viene fatta una tantum).

Sep 112009
 

Che le aziende ultimamente stiano puntando molto sui blogger è sotto gli occhi di tutti; sempre più di frequente, infatti, i blogger vengono “chiamati” per partecipare a panel su alcuni prodotti, test di nuovi servizi e manifestazioni. Accade a volte di partecipare addirittura a manifestazioni espressamente create e/o dedicate ai blogger. Così come è accaduto con la Consumer Lifestyle Conference di Philips, ho avuto la possibilità di partecipare ad un evento espressamente pensato per i blogger da uno dei big dell’elettronica di consumo, nel contesto di una delle più importanti fiere al mondo dedicate all’elettronica di consumo, appunto. Il “big” in questione è la coreana LG e la fiera che ha fatto da cornice all’evento è l’IFA di Berlino.

Full disclosure, come mia abitudine: la mia partecipazione all’evento è stata totalmente sponsorizzata da LG, in qualità di organizzatrice del Forum.

Questo è il primo dei due articoli che ho intenzione di dedicare all’evento: vi racconterò del lancio della “Borderless TV” di LG, del suo concetto e di come LG intende cambiare il modo di vedere la TV. Nel secondo post mi concentrerò invece su tutti gli altri prodotti che ho avuto modo di vedere e provare “in anteprima”, prima che la fiera aprisse al pubblico, supportato dai vari ingegneri e manager di LG per quanto riguarda le informazioni tecniche.

Vorrei (tempo permettendo) dedicare anche qualche riga al resto dell’IFA (che per motivi di tempo ho potuto girare solo di corsa), al “colore” ed all’aspetto turistico di Berlino, una città splendida che vale davvero la pena visitare come si deve (e che io purtroppo ho potuto intravedere per qualche ora durante il primo pomeriggio di permanenza).

Cosa ha quindi presentato LG di così interessante, all’IFA? Come vi ho anticipato, il “fulcro” dell’esperienza berlinese è stato il concetto di “Borderless TV”, concetto che sulle prima mi ha lasciato abbastanza spiazzato (come sono sicuro abbia lasciato spiazzati in tanti), ma che una volta compreso per quello che è (un “concept”, appunto) ha indubbiamente più senso.

Conferenza stampa di giovedì 3 settembre, alla presenza dei vari blogger invitati da tutta Europa e della stampa specializzata. Sala gremita, grossa attesa nell’aria, i CEO di LG salgono sul palco ed iniziano a parlare (coadiuvati da diversi video) del concetto di Borderless TV come della rivoluzione che renderà l’esperienza con questi dispositivi “borderless, seamless, limitless”. Per spiegare il borderless fanno vedere una TV totalmente borderless, ovvero senza la cornice nera che tutti siamo abituati a vedere, e dove l’immagine riempiva totalmente lo schermo! Wow, spettacolare davvero! Ma… nella sala della conferenza stampa di queste tv senza bordi non c’era traccia. Beh, saranno visibili allo stand, probabilmente. Si va avanti parlando del concetto di esperienza “seamless” (connettività senza limiti, grazie al ricevitore wireless incluso in alcuni modelli) e “limitless” (contenuti illimitati, accessibili in modalità broadband da Internet e da una moltitudine di altre fonti).

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Conferenza stampa di presentazione “Live ) Borderless” di LG

Secondo LG tutto questo dovrebbe rendere la propria esperienza “borderless”, e probabilmente sarà anche vero, ma… dov’è la TV senza bordi che avete fatto vedere negli spot? La risposta arriva alla fine della conferenza stampa (dopo che moltissimi giornalisti avevano già abbandonato la sala, e forse proprio per questo si sono persi una parte cruciale e fondamentale della conferenza): il “borderless”, allo stato attuale delle cose, è un concetto e non un prodotto esistente. Niente TV “totalmente senza cornice”, al massimo una TV dove la cornice è inclusa nello schermo ed è quindi “invisibile” a schermo spento, proprio perchè non in rilievo.

Sarò sincero (come è mio uso fare): un po’ ci sono rimasto male, sulle prime. Avevo pensato (come tutti) di vedere qualcosa di davvero rivoluzionario, per poi scoprire che ci vorranno ancora alcuni anni per avere un prodotto del genere realmente disponibile (perchè, oltre il concetto, è comunque quello il target di LG: riuscire a realizzare “materialmente” una TV senza cornice).

Grazie al supporto di Daniele di LG Blog e di Manuela e Lidia di LG Italia, i miei dubbi sul concetto di Borderless TV sono stati velocemente fugati, riuscendo a capire in pieno cosa intendeva proporre LG nella sua conferenza stampa. Ma… gli altri (giornalisti, magari non del settore hi tech) l’avranno capito? Mi sa di no, a giudicare da alcune cose che ho avuto modo di leggere sulla stampa generalista italiana.

Il mattino successivo si è tenuto il vero e proprio “Blogger Forum”, che ha visto riuniti allo stesso tavolo blogger provenienti da tutta Europa ed alcuni dei top manager LG, pronti a dare ogni genere di informazione tecnica e rispondere ad eventuali dubbi e domande.

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LG Blogger Forum

Si è parlato in maniera approfondita delle nuove tecnologie alla base della Borderless TV (una su tutte: la ICM Technology (Injection Compression Molding), che permette di avere TV più piatte e sottili, più trasparenti (con una miglior resa visiva, quindi) e più fredde (miglior dissipazione del calore prodotto dalle lampade dei display LED, che si traduce in un maggior risparmio energetico). Non ultimo vantaggio di questo nuovo processo produttivo è l’avere il bordo allo stesso livello dello schermo, ulteriore passo verso il Borderless vero e proprio.

A questo nuovo processo produttivo, impiegato sulle nuove SL8000 (LCD) e SL9000 (LED), si aggiungono feature tecnologiche presenti nei modelli di punta già in commercio, come il TrueMotion a 200MHz, lo Smart Energy Saving Plus, il Clear Voice II, il Bluetooth e la possibilità di visualizzare direttamente audio, foto e video (anche in HD) da periferiche USB 2.0 come pen drive o hard disk.

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LG SL9000

Un capitolo a parte è da dedicare invece a quella che sarà il fiore all’occhiello di LG, la LH9500; sarà infatti una delle due nuove TV ad introdurre un nuovo tipo di tecnologia LED chiamata Slim Direct-Type Led, che utilizzando una diversa disposizione dei punti luce (240 LED disposti sull’intero pannello, invece dei normali led disposti solo sui bordi), permetterà di avere un Dynamic Contrast Ratio di 5.000.000:1. Inoltre, sarà la prima TV di LG ad avere il ricevitore Wireless HD integrato (di cui ho parlato brevemente durante l’introduzione del concetto di Borderless TV).

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Slim Direct-Type Led display, retro del pannello (foto in esclusiva, direttamente dall’LG Blogger Forum)

Purtroppo non si conosce ancora la data di commercializzazione della LH9500, mentre la “sorella minore” LH9000 (priva del ricevitore Wireless HD) sarà disponibile insieme alla SL9000 a breve (settembre/ottobre).

Ci è stato anche dimostrato il funzionamento dell’Intelligent Sensor alla base dello Smart Energy Saving Plus, che regola automaticamente la retroilluminazione in base alla luce ambientale (non era una novità per me, dal momento che la 42LH5000 che ho avuto modo di testare e recensire personalmente in passato ne è già dotata) e dell’USB Navigator & Player.

A chiusura del Blogger Forum c’è stata una sessione di Q&A, diretta ai manager LG. Riporto alcune domande (con relative risposte) che mi sono sembrate più interessanti.

D: Quando sarà disponibile l’OLED TV da 15 pollici mostrato all’IFA?
R: Indicativamente verso novembre 2009 in Korea e prossimo anno in Europa

D: Il Wireless Media Box potrà inviare contenuti alla LH9500 da una stanza all’altra?
R: No, per permettere di fruire contenuti in HD con un flusso dati costante, al fine di fornire un’esperienza ottimale, è consigliabile avere il trasmettitore all’interno della stessa stanza

D: Quando pensate di rimuovere totalmente la cornice dai prodotti Borderless TV?
R: Al momento questa cornice è di 3.0 centrimetri, si punta di ridurla ad 1.5 centrimetri nel corso del prossimo anno, ma quando sparirà del tutto è un dato confidenziale (interessante risposta, la si potrebbe interpretare in tanti modi diversi)

D: Da quando sarà possibile inviare contenuti in Wireless HD da altri PC in una LAN?
R: Forse dal prossimo anno

Considerazioni di Giovy: l’evento in se è stato molto interessante, come lodevole l’iniziativa di LG di aprirsi ad un gruppo di blogger, portandoli a conoscere con mano i suoi prodotti e le ultime novità tecnologiche prodotte o in produzione. E’ stato bello vedere che la discussione era “two way” e non monodirezionale, come se fosse un grosso spot pubblicitario; esempio di questa bidirezionalità è stato l’appunto fatto da Fulvio (che insieme a me e Tommaso completava il terzetto di blogger provenienti dall’Italia) circa l’interfaccia del player USB implementato sulle tv LG, che non permetteva la visualizzazione completa dei titoli dei file, mediante scrolling o popup (ad esempio). Gli ingegneri LG ne sono rimasti colpiti ed in parte meravigliati di non averci pensato prima, e se nei prossimi firmware i titoli dei file saranno scrollabili, il merito sarà anche di Fulvio e della disponibilità di LG ad ascoltare questi “strani interlocutori” chiamati blogger.

Aug 312009
 

Che io sia innamorato del mio iPhone non è un mistero: è facile sentirmene parlare in toni entusiastici,  e come ho detto in passato penso di non cambiarlo mai più (se non per un altro iPhone tecnologicamente più avanzato, dove però tale differenza sia maggiore di quella che passa fra il mio 3G e l’attuale 3GS.

Una delle “lacune” di cui a volte sento la mancanza sull’iPhone è l’impossibilità di avere la mia posta su Gmail in modalità Push; chi ha necessità di raggiungermi velocemente via email ha il mio indirizzo di posta su MobileMe, che ovviamente proprio la modalità Push per la consegna, giungendo immediatamente sul mio iPhone. In teoria avrei potuto anche inoltrare tutta la posta di Gmail su questa casella per usufruire dello stesso sistema, ma gli svantaggi sono superiori ai vantaggi:

  • eventuali risposte arriverebbero dal mio indirizzo MobileMe, che invece non voglio rendere pubblico
  • Gmail è indubbiamente anni luce più avanzata della casella di posta offerta da Apple
  • avrei la posta desincronizzata fra i due account (ovvero: marcata come letta su MobileMe, mi resterebbe “unread” su Gmail)

Ci sono già applicazioni per iPhone che simulano il meccanismo di Push, inoltrando la posta su server di terze parti (soluzione questa che espone anche a dubbi sulla privacy), ma finalmente è da poco disponibile un’applicazione che rende disponibile in maniera quasi perfetta la posta di Gmail in modalità Push sull’iPhone…

gpushmail_logoG-Push Mail è un’applicazione per iPhone disponibile da pochissimo sull’AppStore (a 2.39 €, somma che include anche 1 mese di sottoscrizione al servizio) che, grazie alle Push Notification di Apple, permette di ricevere una notifica in tempo quasi reale delle email presenti nella vostra casella di posta Gmail.

Vediamo però nel dettaglio il semplice funzionamento di G-Push Mail.

Acquistata ed installata l’applicazione, alla prima esecuzione vi chiederà il login per la vostra casella Gmail: questi dati verranno criptati e conservati sui server che forniscono il servizio, hostati dalla piattaforma Amazon CloudFront; fornito il login, si riceverà la solita richiesta per abilitare l’applicazione ad utilizzare le Push Notification, che bisognerà (ovviamente) accettare. Da quel momento il server di G-Push Mail (e NON il vostro iPhone) stabilisce una connessione IMAP permanente in IDLE mode con la vostra mailbox (che dovrà avere l’accesso IMAP abilitato, chiaramente), permettendo di ricevere in tempo quasi reale una segnalazione  visiva ed acustica della presenza di nuove email); cliccando sull’icona del programma, si accederà alla versione ottimizzata di Gmail per iPhone racchiusa nell’applicazione G-Push Mail. In questo modo, la vostra posta resterà solo sui server di Gmail e non avrete bisogno di scaricarla tramite l’applicazione Mail dell’iPhone (opportunità comunque sempre disponibile).

Le screenshot sottostanti sono autoesplicative del funzionamento di G-Push Mail… ma le commenterò comunque per voi 😉

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In  questa screenshot è visibile l’icona di G-Push Mail con il badge che mostra il numero di email non lette presenti nella vostra Gmailbox; all’arrivo di una nuova mail, verrà riprodotto un suono a scelta (da impostare nelle preferenze del programma) ed apparirà il badge.

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La finestra principale di G-Push Mail altro non è che un wrapper della versione ottimizzata per iPhone di Gmail, a cui accederete direttamente, senza bisogno di loggarsi ulteriormente.

Il grosso vantaggio di questa soluzione è che si avranno sempre disponibile tutte le funzioni avanzata di Gmail come label, ricerca all’interno della propria mailbox ed accesso alla contact list, salvata sui server di Google.

ATTENZIONE: il sistema di Push Notification offerto da G-Push Mail non è gratuito; acquistando l’applicazione si riceve anche un mese di servizio incluso, alla scadenza del quale potrà essere rinnovato tramite l’acquisto InApp al costo di 1.59 € per tre mesi. Un anno di notifiche push viene a costare quindi 6.36 euro (un prezzo ridicolo, considerando l’utilità del servizio).

Giudizio di Giovy: sto usando da un paio di giorni G-Push Mail e ne sono pienamente soddisfatto: la notifica Push arriva nell’arco di tre o quattro secondi dalla ricezione della mail (a volte addirittura prima che appaia nella inbox sul web) ed ovviamente viene azzerata appena tutta la posta presente nella inbox viene letta. Il sistema al momento mi sembra molto stabile ed affidabile, e spero si mantenga tale anche quando il carico crescerà (appena l’applicazione diventerà più diffusa).

E’ un sistema “diverso” dalla vera e propria posta Push offerta (a pagamento) da Apple nel pacchetto MobileMe, ma è altrettanto funzionale. Il costo è accessibile a tutte le tasche e riuscendo a mantenere lo standard di servizio attuale, non c’è dubbio che continuerò ad utilizzarlo.

Inoltre, fra le funzioni previste per le prossime versioni c’è anche quella di anteprima del mittente/oggetto (attualmente non presente), possibilità prevista dagli avvisi dei servizi Push Notification di Apple e del tutto simile all’anteprima dei messaggi SMS che ricevete quotidianamente (e che incrementerà ulteriormente il valore del prodotto che vi ho presentato).

Aug 112009
 

Un paio di mesi fa scrissi un post su una simpatica applicazione per iPhone che, sfruttando il GPS integrato di quest’ultimo, permetteva di tracciare i percorsi effettuati e poi riportarli sul sito web EveryTrail. Utilizzandola in modo “massiccio”, però, i limiti dell’applicazione per iPhone sono venuti al pettine: la scarsa precisione del GPS integrato non permetteva letture corrette dei percorsi e sopratutto dell’altimetria, ad ogni chiamata o sms l’applicazione smetteva di registrare ecc.

Per ovviare quindi a questi problemi, ho acquistato un Garmin EDGE 205, ottimo ciclocomputer con GPS prodotto dalla nota azienda Garmin; una precisione molto maggiore sotto ogni punto di vista, possibilità di creare allenamenti virtuali e percorsi, integrazione con software stand-alone e servizi web… un gioiellino di cui sono contentissimo.

L’utilizzo immediato che ne ho fatto è stato quello di registrare i miei percorsi per:

  1. tracciarli su EveryTrail: grazie al Garmin Communicator Plugin, il sito web interagisce direttamente con l’Edge 205, permettendo di scaricare i percorsi senza dover utilizzare software di terze parti o passaggi intermedi; collegate l’Edge 205, andate in Crea Percorso ed il GPS verrà immediatamente riconosciuto ed utilizzato. Semplice ed immediato.
  2. analizzarli con SportTracks: usando questo software (gratuito) è possibile importare in modo nativo i dati dall’Edge 205 per tenere uno storico dei percorsi effettuati; così facendo potrete comparare, ad esempio, le vostre prestazioni in quel dato tratto in salita rispetto a sessioni precedenti, piuttosto che le medie di un percorso. Le potenzialità per chi si allena in modo “serio” sono infinite.

Scopo di questo post, però, è “andare oltre” e permettervi di utilizzare il Garmin Edge 205 come un vero e proprio navigatore satellitare per ciclisti, tenendo presente che NON stiamo parlando di un GPS grafico e cartografico come il TomTom che tutti conoscete; i percorsi creati per l’Edge 205 non sono altro che una “traccia”, una linea guida che dovrete seguire per compiere il percorso che avete creato; così facendo potrete disegnare a tavolino la “vostra” strada, scegliere dove passare e cosa vedere ed avere la certezza di non perdervi mai. 🙂

NOTA BENE: la procedura che segue può essere adattata (con qualche modifica) anche per tutti quei ciclocomputer dotati di GPS che permettano di caricare file in formato GPX; funziona invece senza modifiche per tutti i GPS Garmin appartenenti alle famiglie Edge e Forerunner.

Passi preliminari: cosa serve?
L’unico software necessario è TCX Converter (gratuito e disponibile per Windows, Mac OS X e Linux), oltre ad un browser web. Prima di iniziare, aggiungete al vostro browser web la bookmarklet che trovate in questa pagina: GMapToGPS; vi servirà per creare il file GPX da dare in pasto a TCX Converter. Se non l’avete ancora fatto, inoltre, dovrete installare il Garmin Communicator Plugin (Windows e Mac OS X only, purtroppo). Il non aver disponibile il Communicator Plugin per Linux vi renderà impossibile usare la funzione di upload diretto in TCX Converter.

Come procedere?
In realtà creare  percorsi per il vostro EDGE 205 (e trasferirli sullo stesso) è decisamente semplice, seguendo questi tre passi.

  • Andate su Gmaps Pedometer, impostate il sistema metrico, cliccate su Start Recording ed iniziate a disegnare il vostro percorso, facendo doppio click sui punti da marcare (il mio consiglio è di marcare almeno ogni incrocio). Quando sarete soddisfatti della distanza percorsa, cliccate sulla bookmarklet creata in precedenza e presente nella barra dei segnalibri del vostro browser. Si aprirà una schermata (vedi screenshot sotto) dove dovrete selezionare il codice XML presente, copiarlo negli appunti ed incollarlo in un normale file di testo, che però dovrà avere estensione .gpx (invece di .txt).

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  • Lanciate TCX Converter (installato in precedenza) e fategli importare il file GPX appena creato tramite la funzione File Import. Successivamente andate in Garmin Comm dove, grazie al Communicator Plugin, potrete caricare il file gpx appena elaborato tramite la funzione di Upload.
  • Se tutto è andato per il meglio, fra le Corse presenti nel vostro dispositivo, ci sarà quella che avete appena caricato (consiglio: date al file .gpx un nome breve e che inizi con il numero dei chilometri del percorso, del tipo: 25 Mass. Fortuna.gpx; così facendo, potrete scegliere velocemente un percorso in base a quanti chilometri vi sentite di fare) 🙂
  • Per cominciare a navigare la corsa, non dovrete far altro che scegliere Segui corsa del menù che apparirà premendo il tasto Mode. P.S. Dovete anche premere il pulsante Start, eh! 🙂

In questo modo, il vostro ciclocomputer diventa anche un ottimo navigatore satellitare, che vi guiderà lungo strade che non conoscete, alla scoperta di splendidi posti (e con quel pizzico di brivido dettato dal trovarsi, ad esempio, la strada improvvisamente interrotta da un ponte crollato, come è successo a me) 🙂

Aug 032009
 

Non avevo mai partecipato ad una caccia al tesoro di questo tipo, nè tantomeno in una città come Venezia… ed invece, complici le ferie, un incontro veneziano di alcuni membri di aNobii e la mia amicizia con una di loro, mi sono trovato catapultato a Venezia in una calda serata estiva, dopo una splendida cena indiana in un bel ristorante (unico neo: SENZA aria condizionata… ARGH!), a gironzolare fra calli, campielli e sotoporteghi, a cercare indizi come un novello Indiana Jones (senza sahariana e cappello, però). 😛

Ma andiamo con ordine, anche perchè quella che segue è (anche) la recensione di un bel servizio che ho scoperto proprio in quest’occasione.

The Ruyi – Venezia è il nome del gioco appartenente al format whaiwhai, piattaforma creata dalla società LOG607.
In pratica (ed estrema sintesi) è una sorta di caccia al tesoro guidata che si svolge in diverse città (al momento è possibile giocare a Venezia, Roma, Firenze e Verona), con lo scopo unico non di trovare un “vero” premio, quanto di permettere al turista singolo (o gruppo di amici come nel nostro caso) di conoscere meglio la città in questione, divertendosi (tanto).

La logica del gioco è semplice e non richiede conoscenze tecnologiche diverse dal saper inviare (e ricevere) sms con il proprio cellulare.

Si comincia acquistando (online o in uno dei negozi autorizzati) il quaderno di gioco relativo alla città in cui si intende giocare, al costo di 27 euro (e che può essere utilizzato per tre sessioni di gioco); se si è in gruppo, la spesa viene facilmente suddivisa… 🙂

Per iniziare a giocare si manda un sms ad un numero indicato nel quaderno di gioco, indicando (opzionalmente) quante ore si intende giocare (da 2 a 9), il livello di gioco e se si gioca in modalità semplice o sfida (fra più gruppi di amici, ognuno con un quaderno di gioco). Per la nostra caccia al tesoro notturna abbiamo scelto di giocare per due ore (per fortuna, perchè in realtà le ore di gioco sono diventate quasi quattro, fra tempo necessario per gli spostamenti e pause relax); il mio consiglio è quello di non esagerare (a meno che non siate dei robusti camminatori), perchè la strada da fare anche solo scegliendo due ore di gioco è tanta (in questo caso sono previste 6 tappe).

Dato il via al gioco con il primo sms, il sistema di gioco risponderà con una “chiave di lettura” che permetterà di decifrare il quaderno; ogni pagina è infatti divisa in tre parti e non è possibile decifrarla senza il codice fornito via sms. Con tale codice si inizia a leggere la storia, che unisce ad interessanti spunti storico-geografici alcuni indizi per raggiungere la prima tappa… e mentre leggete la storia, arriverà un secondo sms con una domanda, a cui potrete rispondere solo dopo aver risolto l’enigma proposto nella storia e raggiunto il luogo in questione.

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In realtà il game play è abbastanza semplice e non è mai “bloccante” (se rispondete male al quesito per tre volte, avrete comunque la possibilità di andare avanti ugualmente), e probabilmente è molto più semplice giocarlo che spiegarlo… 🙂
Opzionalmente è possibile scegliere anche un livello “avanzato”, con quesiti più complessi (magari potete provare a giocare al livello avanzato nella seconda delle tre sessioni disponibili).

Esaurite le tre sessioni di gioco NON è necessario acquistare un nuovo quaderno di gioco ma si potrà acquistare solo un nuovo codice numerico (al costo di 12 euro) che abiliterà altre tre sessioni di gioco.

Terminato il gioco (giungendo all’ultima tappa e rispondendo all’ultimo enigma), si riceve un codice per accedere al “riassunto” della propria partita sul sito di whaiwhai (anche se il sistema deve essere perfezionato, dal momento che le indicazioni temporali sono sballate).

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Giudizio di Giovy: dopo aver passato un’intera nottata a giocare a The Ruyi, non posso che esserne entusiasta! Le storie (basate sui libri di Alberto Toso Fei, giornalista ed esperto conoscitore di Venezia) sono ben scritte ed avvincenti, la modalità di gioco via sms lo rende immediato e facilmente giocabile anche da chi non ha esperienze avanzate con la rete. E’ un ottimo modo di conoscere meglio una città (ed i suoi angoli nascosti, in cui probabilmente non saremmo mai capitati); sono stato alcuni anni fa a Venezia per quasi una settimana, l’ho girata in lungo ed in largo ma NON conoscevo i posti bellissimi che invece il gioco mi ha dato la possibilità di scoprire. Uno di questi, poi (il sotoportego di Corte Nova), mi ha lasciato davvero senza parole…. si poteva respirare davvero la storia di Venezia, unita a magia e misticismo… davvero splendido.

In definitiva: non posso che consigliarlo a tutti i turisti come alternativa al classico “vagare senza meta”, perchè vi divertirete scoprendo tanto di più di quanto le guide turistiche potranno mai dirvi (e che comunque potrete usare per integrare quanto scoperto giocando) 🙂

Jul 172009
 

Ok, magari lo sapete tutti ed io sto scoprendo l’acqua calda (anche se ho provato a fare una ricerca in giro e non ho trovato nulla al riguardo).

Ieri ho notato che utilizzando cuffie differenti, il mio iPhone 3G con firmware 3.0 memorizza ed associa un volume audio differente per ogni cuffia.

Il fatto: sul mio iPhone utilizzo gli ottimi auricolari in-ear Philips SHE9850; a volte, però, uso anche i normali auricolari stereo Apple per iPhone, quelli con il microfono ed il comando sul cavo (quando, ad esempio, è pericoloso isolarsi dai rumori ambientali). Ieri ho iniziato ad ascoltare della musica proprio con questi auricolari, ma a causa del rumore elevato (ero in autobus), ho pensato di cambiarli “on the fly” con i Philips. A causa della diversa risposta audio, il volume degli auricolari Apple è tenuto decisamente più alto dei Philips (pur percependo un volume simile a livello uditivo). Nel tempo intercorso fra l’inserimento degli auricolari Philips e la pressione del pulsante Play sull’iPhone, ho pensato: “Cacchio, il volume è troppo alto! Sto per diventare sordo!”. Ed invece… nulla, il volume era giusto ed era quello che avevo lasciato impostato quando ho utilizzato quegli auricolari.

La prova del nove l’ho fatta questa mattina (e l’ho illustrata, ca va sans dire): stesso brano, senza toccare in alcun modo il cursore del volume:

Auricolari in-ear Philips SHE9850

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Auricolari Apple con microfono e comandi audio sul cavo

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Come potete vedere, i volumi sono differenti e cambiano automaticamente a seconda dell’auricolare inserito.

Lo sapevate già?

Jun 292009
 

Oggi pare che l’argomenti “principe” delle discussioni su FriendFeed sia la gestione dei propri contatti su Facebook. Beh, dal momento che NON frequento solo Facebook, ho pensato di stilare un piccolo “vademecum” di quelle che sono le policy che applico alla gestione dei contatti sui vari social network, dal momento che non tutti i SN sono uguali e sopratutto non tutti i SN si usano allo stesso modo.

Facebook: NON accetto tutte le richieste di amicizia che mi arrivano, anzi… sono abbastanza selettivo al riguardo. NON accetto richieste d’amicizia da brand/prodotti/persone che si identificano con un nick (a meno che non le conosca bene, ovviamente). Allo stesso modo NON accetto praticamente mai suggerimenti per diventare fan di una pagina o membro di un gruppo. Ah, inutile dire che se mi chiedete l’amicizia e non mi dite almeno chi siete o come mi conoscete, probabilmente resterete in eterno nel limbo delle richieste inevase, fino a che non arriverà “il contatto” (ed in tal caso accetterò la richiesta, sapendo con chi ho a che fare) o deciderò di ignorarla (nella speranza di non riceverne un’altra identica nei successivi cinque minuti). Personalmente chiedo l’amicizia solo a persone che conosco personalmente o che seguo su qualche altro social network/blog. Ho infine definito una serie di “liste” che raggruppano i miei contatti a seconda dell’ambito o del fatto che li conosca personalmente o meno; posso così dedicare, a seconda del tempo disponibile, maggiore attenzione a gruppi ristretti di persone con importanza differente.

Twitter: accetto tutte le richieste dei followers (tranne quelle degli spammer) ma NON ricambio mai in automatico. Su Twitter seguo pochissime persone (che devono scrivere personalmente, se postano in modo automatico vengono defollowate subito), NON seguo brand e blocco solo gli spammer. Inoltre, se una persona posta SOLO su Twitter da FriendFeed, non la seguo per principio (dal momento che potrei seguirla su FriendFeed).

FriendFeed: accetto tutte le richieste dei followers ma NON ricambio mai in automatico. Seguo SOLO le persone che partecipano alla discussione, mentre ignoro quelli che usano FriendFeed solo come “ripetitore” dei propri contenuti (se volessi leggere tutti i twit dell’utente X, lo seguirei su Twitter, no?). Seguo anche qualche brand ma solo se dietro c’è un “umano” intelligente abbastanza da poterci dialogare in maniera interattiva. Per me FriendFeed è discussione, se non volete discutere… 😉 Blocco in rarissimi casi e solo quando la persona in questione è davvero fastidiosa da leggere persino nei commenti agli altri.

LinkedIn: accetto solo le richieste di contatto da persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network. NON accetto richieste di contatto da persone che hanno come unico scopo quello di accumulare contatti (tipo quelli che hanno il proprio indirizzo email nel nome, o cose tipo: “5000+ contacts”). Non partecipo ai gruppi di LinkedIn per mancanza di tempo, quindi ignoro gli inviti di questo tipo.

Flickr: accetto tutte le richieste di amicizia e di solito le ricambio quasi sempre, tranne quando provengono da profili senza foto e/o con porno, spam o cavolate. Accetto raramente gli inviti ad iscrivermi ad un gruppo, e solo dopo averlo visto e ritenuto interessante.

Dopplr: accetto le richieste di contatto solo di persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network.

Brightkite: accetto le richieste di contatto solo di persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network

aNobii: accetto tutte le richieste di amicizia ma aggiungo solo persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network e che hanno in comune con me qualche libro. Accetto raramente gli inviti ad iscrivermi ad un gruppo, non avendo tempo per seguirli attivamente.

Altri social network: ci sono tanti altri social network a cui sono iscritto ma che non seguo attivamente. Se mi chiedete un contatto, non date per scontato che vi aggiunga ma valuterò comunque ogni singola richiesta. 🙂