Aug 022007
 

Alcuni giorni fa mi lamentavo su Twitter del fatto che ultimamente Akismet stia facendo passare troppo spam sul mio blog, ricevendo conferme da altri amici Twitters che il problema era generalizzato. Non volendo ricorrere a tutti i mezzi indicati in questo post, mi limitavo a cancellare manualmente qualche decina di spam comment che comunque riusciva a passare… fino a che non ho visto, implementato sul blog di Nicola, un sistema di cui avevo sentito parlare ma non avevo ancora approfondito…

recaptcha_logo2_new.gifreCAPTCHA è un sistema di protezione dallo spam come ne esistono diversi in giro, basati su un "captcha" (ovvero un piccolo box con delle parole da digitare per permettere l’invio del commento) come Trencaspammers.
Ma…. reCAPTCHA ha dalla sua due parte due motivi che mi hanno spinto ad implementarlo (spero temporaneamente) su questo blog:
1. per WordPress è disponibile un plugin di implementazione immediata, senza dover fare tutte le modifiche obbligatorie per implementare Trencaspammers
2. usando reCAPTCHA si svolge una funzione "sociale".

Chiarisco meglio i due punti.

1. reCAPTCHA è un sistema antispam disponibile per svariate piattaforme grazie al contributo di numerosi volontari, è distribuito anche sotto forma di codice per diversi linguaggi di programmazione ed ha delle API accessibili e ben documentate. Per WordPress è disponibile un apposito plugin che richiede semplicemente di essere installato come tutti i plugin di WordPress, attivato e personalizzato inserendo le proprie API Key ottenute registrandosi sul sito di reCAPTCHA. Non richiede modifiche al template nè altro che non sia la semplice attivazione.
Implementandolo sul proprio blog, apparirà il box che vedete quando andrete a commentare qualche post; per "far passare" il vostro commento, non dovete far altro che digitare le due parole che leggere e poi inviare il commento normalmente.

2. reCAPTCHA svolge una funzione sociale perchè usandolo aiutarete a digitalizzare dei testi presenti in libri cartacei e che i sistemi OCR (Optical Character Recognition) non sono riusciti ad interpretare. Così facendo, libri e libri verranno digitalizzati mentre i visitatori del vostro blog commentano quello che scrivete… 🙂

Giudizio di Giovy: a malincuore sono stato costretto dalle circostanze ad implementare una soluzione "forte" che mi impedisca di passare troppo tempo a cancellare manualmente commenti spam. Dovendolo fare, però, sono stato contento di utilizzare un sistema che sia utile sia a me che alla comunità. Capisco che è una scocciatura, dover inserire le due parole per inviare un commento ma… è a fin di bene. Il mio consiglio però è di implementarlo su un blog SOLO se lo spam che riesce a passare dai normali filtri come Akismet raggiunge livelli intollerabili.

Aug 012007
 

Che WordPress sia una delle piattaforme di blogging più diffuse al mondo penso sia un dato di fatto.
Ma… oggi mi sono imbattuto in un uso "inconsueto" di WordPress, e voglio farvelo conoscere… 🙂

betabug_logo.pngBetaBug è una nuova applicazione Web 2.0 di bug tracking per permettere a gruppi di lavoro (ma non solo) di lavorare insieme ad un progetto, segnalando bug e soluzioni agli stesso

In pratica è una "pesante customizzazione" di un blog basato su WordPress, con feature pensate appositamente per la rilevazione e la gestione dei bug di software.

betabug_screen01.jpg

Registrarsi su BetaBug è un po’ come aprire un account su WordPress.com, tranne che poi si avranno alcune schermate personalizzate. Come in un blog WordPress, è possibile creare diversi account con ruoli diversi, eventualmente aggiungendo anche utenti dalla comunità di BetaBug in modo molto semplice. Ci sono apposite opzioni per la privacy, e si può quindi creare una bug board pubblica (permettendo a tutti di inserire bug) o privata (per un gruppo di utenti registrati, ed invisibile agli altri).

Inserire un bug in BetaBug è quasi come scrivere un post sul proprio blog…

betabug_screen02.jpg

… tranne che per i "pulsanti" con cui scegliere lo stato della segnalazione (se Bug o Todo), lo stato (Aperto, Risolto, Chiuso, Fatto) e la privacy (Pubblico o Privato). Sotto la finestra di scrittura del post ci sono altri check per raffinare ulteriormente lo stato della propria segnalazione.

betabug_screen03.jpg

E’ possibile infatti assegnare una severità alla propria segnalazione (Bloccante, Critica, Normale, Minore, Miglioramento), attaccare dei files (magari una screenshot dell’errore, o un file di log o debug) ed assegnare dei tag. Grosso spazio viene riservato proprio ai tag, dal momento che è possibile scegliere fra quelli già presenti o aggiungerne di propri.

L’aspetto "finale" della vostra bugboard sarà questo:

betabug_screen04.jpg

Molto simile ad un blog, non trovate? Sulla destra, invece delle normali sidebar con commenti e link, trovano posto dei widget per segnalare bug ed una bugboard (del tutto simile ad una tagcloud).

Considerazioni di Giovy: BetaBug è un interessante "esperimento" di utilizzare una piattaforma com WordPress per qualcosa a cui non era destinata… 😛 Il funzionamento è semplice ed immediato, e risulterà ancora più semplice a chi abbia avuto una precedente esperienza con software di bug tracking. Se poi usavate già WordPress… beh, ci metterete 1 minuto ad usare BetaBug.
Se avete questo genere di esigenze (e sopratutto: se dovete coordinare un gruppo di lavoro distribuito geograficamente e che magari non può accedere al vosto software di bug tracking aziendale), BetaBug è da provare… 🙂

Jul 312007
 

Il post di stamattina appartiene alla categoria "Quick Tips", ovvero consigli utili su operazioni che potrebbero sembrare banali ma… a volte sono estremamente necessarie.. 😛

Premessa: personalmente SCONSIGLIO fortemente di utilizzare Outlook Express per gestire la propria posta; è un programma instabile, che non aderisce agli standard e che di punto in bianco potrebbe "lasciarvi a piedi", come è successo ad una persona a cui ho fatto assistenza e da cui ho tratto l’esperienza necessaria per scrivere questo post… 😛

Problema: tutte (o una parte) delle mail presenti in una cartella di Outlook Express spariscono all’improvviso, senza essere state cancellate o spostate.

Soluzione: in realtà la soluzione potrebbe essere molto semplice, così come potrebbe essere anche impossibile. Accade a volte che il file delle cartelle di posta si danneggi (magari perchè il programma è crashato mentre era in corso l’archiviazione/compressione della posta). La prima cosa da fare è verificare che i file appositi (con estensione .dbx) siano "presenti" e non siano andati perduti per qualche motivo. Normalmente il percorso di tali file è qualcosa di questo tipo: C:\Documents and Settings\Utente\Impostazioni locali\Dati applicazioni\Identities\stringa alfanumerica\Microsoft\Outlook Express; sia "Utente" che "stringa alfanumerica" (in corsivo, nel percorso) possono variare a seconda della propria installazione. Normalmente i file delle cartelle di posta hanno lo stesso nome delle cartelle che si vedono in OE (abbreviazione che userò da adesso in poi per "Outlook Express") ed estensione .dbx (ad esempio "Posta in arrivo.dbx"). Guardando la dimensione del file ci si rende subito conto se le mail "ci sono ancora"; se il file .dbx della cartella sarà grande diverse decine/centinaia di MB ma voi non vedete nessuna mail, è probabile che il file sia corrotto. Come procedere?

Strada n. 1: il primo programma da provare ad utilizzare è DBXtract (qui l’home del programma, qui il download). Il programma richiede le librerie  di runtime VB6 (che dovreste avere già installate), non necessita di installazione ed è di semplicissimo utilizzo (potete trovare una guida qui). Se il recupero riesce, dovreste trovervi nella directory di salvataggio tutte le mail, che poi potrete "rimettere" nella vostra Inbox con un semplice drag&drop.

Strada n. 2: se il recupero con DBXtract non funzione, potete provare con Outlook Express Extraction (qui l’home del programma, qui il download), dal funzionamento molto simile a DBXtract (anche se richiede di essere installato). Personalmente penso che se non funzioni il primo, anche questo fallirà ma… tentare non nuoce.

Strada n. 3: se il recupero con i programmi precedenti non ha avuto successo (segno evidente che il file è pesantemente corrotto), l’unica strada percorribile è fare riferimento a OE-Mail Recovery (qui l’home del programma, qui il download). Già dall’interfaccia del programma ci si rende conto che è più "tosto", ed infatti è specifico per trattare casi di archivi danneggiati.

 OE-Mail Recovery

Mentre i programmi precedenti, se incontravano file corrotti, si fermavano inesorabilmente vanificando tutto il recupero… OE-Mail Recovery avanza come uno schiacciasassi, tralasciando gli errori (ed ovviamente eventuali email irrecuperabili) ma permettendo il recupero di tutto il resto. Tutta questa "potenza" ha un costo: OE-Mail Recovery permette infatti di visualizzare in parte le mail recuperate ma… per effettuare il salvataggio richiede che il software venga acquistato, al costo di 27 dollari.

Considerazioni di Giovy: chi usa Outlook Express e va incontro a problemi, un po’ se l’è cercata… ma non per questo bisogna farlo morire. Ho cercato di illustrarvi qualche software per venire incontro a quello che potrebbe essere un problema a volte "grave" (perdere email di lavoro lo è, di solito). Inutile dirvi che esistono software molto più stabili ed affidabili come Mozilla Thunderbird, che mettono a disposizione dell’utente anche la possibilità di avere plugin per estenderne di molto le funzionalità. E come con IE… fino a che funziona va bene, ma se nascono problemi… argh! 😀

Jul 172007
 

Oggi il Nokia N95 che mi è stato gentilmente inviato in test prenderà la strada del ritorno, in attesa di finire delle mani di un altro smanettone che potrà tormentarvi nelle prossime settimane con i suoi post al riguardo… 😀
Ultimo capitolo della "saga" sul Nokia N95 (partita con l’unboxing e proseguita con quella sull’hardware dell’N95) è quello in cui vi parlerò proprio del software dell’N95; per "software" intendo sia il sistema operativo vero e proprio che il software installato. Non ho intenzione di raccontarvi TUTTE le applicazioni esistenti (anche perchè moltissime di queste sono già presenti su altri telefoni della stessa famiglia) ma fermerò la mia attenzione su quelle che potrebbero essere più interessanti/utili. 🙂

Sistema operativo: il sistema operativo del Nokia N95 è Symbian serie 60, Terza Edizione. Non è una novità assoluta rispetto ad altri cellulari Nokia, che pure sono equipaggiati con questo sistema operativo, ma il Nokia N95 è stato il primo cellulare equipaggiato con la “SP1” di questo OS.
Rispetto al mio cellulare (un Nokia E60, equipaggiato con la versione “originale” di Symbian OS Third Edition), ho notato una maggior velocità “operativa”; i menù si aprono un po’ più velocemente, il telefono sembra più pronto nel rispondere ai comandi ma presenta ancora quella lentezza tipica a cui sono abituati gli utenti di questo sistema. La disposizione delle icone può essere personalizzata, e di default è visualizzata per interno sul display sotto forma di griglia. Per diminuire il numero di icone, sono state riorganizzate alcune voci (prima presenti nella root del menù) e sono state spostate come sottovoci. E’ sempre necessario un certo periodo di adattamento (anche avendo un telefono molto simile) per abituarsi a trovare le voci che si cercano.

Riconoscimento vocale: il riconoscimento vocale dell’N95 non è cambiato rispetto ad altri cellulari con la stessa versione di software, e permette il riconoscimento vocale senza addestramento di tutti i numeri della rubrica (un singolo numero a chiamata vocale per ogni nominativo presente in rubrica). Il riconoscimento è veloce e funziona (quasi) in modo infallibile, basta aver cura di pronunciare chiaramente il nome che si vuole chiamare.

Office
: gli applicativi per la gestione dei file di Office presenti nelle versioni precedenti sono stati sostituiti da versioni “potenziate”, che prima era disponibile come download opzionale (ma sempre gratuito).
Personalmente, nonostante l’N95 possa essere utile anche coma smartphone, non ho mai avuto modo di utilizzarlo per aprire file di office (né mai penserei di utilizzare questi software in versione mobile, dato che inserire grosse quantità di dati con la tastiera di un cellulare è un esperienza frustrante (questo non vale per i telefoni come il Nokia E90, che è un mondo a parte).

Mappe: il software “Mappe” presente nel Nokia N95 non è altro che la versione bundled di Smart2Go, con il supporto per il ricevitore GPS interno. Purtroppo lo svantaggio di questo software è che viene distribuito senza mappe, e quindi cerca di scaricarle utilizzando una connessione disponibile al momento (cosa improponibile se non si ha una connessione WIFI o HSDPA con tariffa flat). In alternativa è possibile scaricare dal sito di Nokia il Nokia Map Loader, che provvedere a scaricare le mappe dal proprio PC direttamente sulla memory card).
Il funzionamento di questo software (dopo che il ricevitore è riuscito a fare il fix) è buono ma… NON c’è navigazione vocale door-to-door, disponibile solo opzionalmente e dietro pagamento di un abbonamento.

Cataloghi: per scaricare software aggiuntivo (gratuito o a pagamento), così come nuovi temi, wallpaper e suonerie si può utilizzare l’applicazione Cataloghi, che funge da gateway sia verso i servizi resi disponibili da Nokia che verso quelli di terze parti (come Handango).
Sono disponibili applicativi di produttività personale, office, giochi, antivirus… insomma, ce n’è per tutti i gusti. 😛

VoIP: il Nokia N95 dispone (come altri telefoni della stessa famiglia) di un client VoIP SIP integrato, con il quale è possibile chiamare in VoIP attraverso appositivi provider a costi decisamente convenienti (verso telefoni fissi, sia italiani che europei). Ovviamente il telefono va configurato a tal scopo, ma normalmente sono gli stessi provider a fornire le istruzioni dettagliate per la configurazione (vedi Sipgate). La qualità delle chiamate in VoIP over WIFI è molto buona, rendendo la chiamata difficilmente distinguibile da una chiamata tradizionale (eccezion fatta per il numero di telefono che appare al ricevente, che non è quello a cui sono abituati di solito e che vi costringerà a rispondere alla solita domanda: “Ma da dove mi stai chiamando?” 😛

RealPlayer: questa è la versione mobile del noto lettore multimediale. Vi permette di aprire e leggere diversi formati sia audio che video, così come di fruire dei contenuti in streaming presenti nel centro video. Inoltre, è essenziale per visualizzare i video di YouTube Mobile (che non sfrutta invece alcun player  Flash adattato ai cellulari). Peccato che non permetta di salvare i video scaricati da YouTube Mobile ma solo un collegamento agli stessi.

Lifeblog: quest’applicazione (non è una novità del Nokia N95, Lifeblog era disponibile già dai primi cameraphone Nokia) è stata creata per venire incontro a quanti volessero aggiornare il proprio blog (o pubblicare contenuti) in mobilità. Sfruttando sia un applicazione mobile che una desktop (da installare sul proprio computer, volendo usufruire delle stesse feature) con Lifeblog avrete la possibilità di pubblicare foto, video e testi senza dover passare per un computer, sfruttando una connessione al web disponibile in quel momento.

Podcasting (opzionale):
con Podcasting diamo un’occhiata a due applicazioni non installate di default ma disponibili gratuitamente per il download direttamente dal telefono. Come le omonime applicazioni installabili su desktop, da Nokia Podcasting potrete sottoscrivere i vostri podcast preferiti (sfogliando un’apposita directory, abbastanza nutrita e con diversi podcast in italiano) e scaricarli sul vostro N95 (vi conviene utilizzare, a tale scopo, una memoria esterna).
Il Nokia N95 diventa quindi MEGLIO di un iPod, non essendo necessaria una connessionie al pc per scaricare i propri podcast ma usufruendo semplicemente di una connessione veloce (UMTS o WIFI). Da Nokia Podcasting, inoltre, è possibile sottoscrivere anche diversi video-podcast.

Nokia Sports Tracker (opzionale): anche ques’applicazione è opzionale (ed in beta) e proviene come la precedente dai Nokia Labs: con Nokia Sports Tracker avrete la possibilità di effettuare una serie di attività sportive come corsa, ciclismo ecc. Sfruttando il GPS integrato nel Nokia N95, Sports Tracker permette di calcolare distanze, tempi, cicli e percorsi. Se siete appassionati di running, potrebbe rivelarsi molto utile… 🙂

Termina qui questa piccola carrellata sul Nokia N95; ringrazio ancora Zeno e Digital PR per avermi coinvolto in questo progetto… e torno al mio Nokia E60 (che amo). 🙂 

Jul 122007
 

Virus, spyware, trojan, hijackers, downloader, malware di ogni tipo…. ogni giorno dobbiamo combattere contro ogni genere di schifezza pronta a minare la nostra sicurezza (utenti Linux e Mac: non venitevene con la solita pappardella su Win che fa schifo per queste cose, già lo sappiamo).
Installare un antivirus è una pratica obbligatoria, così come tenerlo costantemente aggiornato. Ma alcune volte un antivirus (per quanto buono) non può bastare…

Non di soli virus, infatti, si può morire… ma anche di pagine web maligne che iniettano codice dannoso, di spyware che invia dati sensibili, di hijackers che dirottano la nostra navigazione verso lidi poco sicuri; spesso alcuni antivirus ignorano (o non li controllano affatto perchè non progettati per farlo) questo genere di cose. Come fare allora? Beh… il buon senso è sempre la prima cosa (evitate siti "sospetti" come porno gratuito, crack, warez ecc) ed Haute Secure potrebbe essere la seconda cosa… 😛

hautesecure_bannerlogo.gifHaute Secure è un nuovo servizio (lanciato da pochi giorni) che punta a proteggere i computer da quel genere di malware che alcuni antivirus potrebbero ignorare.
Attenzione: NON è un antivirus nè lo sostituisce, ma lo integra.

Come funziona Haute Secure?
Il funzionamento di Haute Secure si basa su una soluzione formata da tre componenti:

  1. il client di Haute Secure: blocca (impedendone l’avvio) i software maligni prima che questi possano nuocere al sistema; allo stesso modo blocca l’accesso a siti web che sono stati riconosciuti come maligni
  2. il database distribuito collaborativo: il client di Haute Secure riceve informazioni da un immenso database collaborativo che cataloga malware e siti dannosi, grazie anche alle segnalazioni che il client stesso invia quando identifica un potenziale pericolo; questo significa che se oggi il client Haute Secure identifica sul vostro computer un sito maligno, lo renderà immediatamente disponibile anche per tutti gli altri utenti di Haute Secure
  3. l’approccio "comunitario": proprio grazie alla comunità di utenti che usano Haute Secure, il sistema diventa sempre più funzionale e potente.

L’uso di Haute Secure è molto meno complesso di quanto potrebbe apparire; basta scaricarsi il client, installarlo e riavviare il PC. Non vedrete icone nella tray, niente finestre popup… tutto funziona in background e non ve ne accorgerete fino al primo potenziale pericolo bloccato; solo in tal caso riceverete una notifica dal software. Ovviamente potete personalizzarne il funzionamento da un apposito pannello di controllo.

Privacy: Haute Secure NON invia tutte le url dei siti che visitate, ma SOLO quelle dei siti identificati come maligni e SENZA inviare dati che possano in qualche modo identificare l’utente. Solo se decidete di partecipare attivamente alla community, il software invierà informazioni su tutti i siti che visitate.  Qui potete leggere la loro Privacy Policy.

Giudizio di Giovy: Haute Secure potrebbe essere un servizio interessante, anche se finora non ho ancora avuto modo di testarne l’efficacia (sarà perchè ho una navigazione piuttosto "pulita" e difficilmente visito siti pericolosi?). Certo è che un software che mira a rendere l’uso di Internet (e delle sue risorse) più sicuro merita sempre un’occhiata… 🙂

Jul 102007
 

Alcuni mesi fa vi parlai di Hey!Watch, un servizio web appena creato per la conversioni di audio/video in qualunque formato, che si integrava direttamente con le più diffuse piattaforme di online video, come YouTube e Google Video.
Dagli stessi creatori di Hey!Watch ho ricevuto in questi giorni due mail che mi avvisavano del lancio di due nuovi loro servizi, e gli ho dato un’occhiata (lo ammetto: ho scavalcato qualcun’altro che è ancora in attesa di recensione…) trovandoli "coerenti" a quello che era lo spirito (ed il target) di Hey!Watch… 😛

heycast_logo.pngLa prima applicazione che vi presento è Hey!Cast, e lo scopo di questo servizio Web 2.0 è semplice: dare la possibilità agli utenti registrati (è necessario registrarsi ad Hey!Watch per usare Hey!Cast) di creare facilmente dei video podcast, senza doversi preoccupare di embed, feed, codice, video ecc.

Effettuato l’accesso al vostro account, verrà creato automaticamente un primo feed di default (a cui, eventualmente, potrete aggiungerne quanti ne desiderate). Aggiungere video podcast a tale feed è semplicissimo: fornite l’url del video (può essere già presente su una delle piattaforme di online video, su un vostro sito web, su un server FTP o su Amazon/S3), date un titolo ed una descrizione al vostro contenuto e… avete fatto! 😛
Il vostro feed dedicato conterrà il video scelto, e sarà sicuramente compatibile con tutti i lettori di videopodcast esistenti (iTunes, Democracy ecc…).
Utilizzando servizi di storage diversi dalle piattaforme online (quindi FTP/Web/S3) sarà possibile avere più di cinque oggetti nel vostro feed, altrimenti si verrà limitati a tale numero.

Il servizio è davvero molto interessante per chi fosse interessato a produrre un videopodcast ma… ha un grosso limite: il videopodcast non può essere più lungo di un minuto (nella versione gratuita), ma è possibile acquistare "crediti" per avere videopodcast fino a 45 minuti.
Cosa se ne fa un utente di un videopodcast di un minuto? Avrei capito anche cinque minuti, ma un minuto è davvero poco ed insufficiente per gli usi più semplici, che non siano il giocare o fare test in attesa di produrre il proprio videopodcast in proprio. Speriamo che innalzino questo limite, altrimenti il servizio non decollerà mai.

heyspread_logo.pngIl secondo servizio di cui vi parlo gravita sempre intorno al mondo del video, e si chiama Hey!Spread.
Anche in questo caso lo scopo è semplice: fornire all’utente un punto di "upload" unico per diffondere i propri contenuti video online. Utilizzando infatti Hey!Spread per l’upload dei propri video, avrete la possibilità di inviarli contemporaneamente a diversi servizi di online video.
I servizi supportati al momento sono:

Ovviamente è necessario che abbiate un account su ogni servizio su cui sceglierete di inviare il vostro video.
Il funzionamento è semplice: dal vostro account su Hey!Spread inserite i dati di login alle diverse piattaforme, andate nel form di upload, riempite i campi canoni (titolo, descrizione, tag ecc.) ed inviate il vostro video (tenete presente le dimensioni o i tempi massimi delle piattaforme su cui volete che il vostro video venga pubblicato). Done! Il video verrà automaticamente replicato sulle piattaforme scelte.

Giudizio di Giovy: Hey!Cast, come ho detto, è un’applicazione web che ha un grosso potenziale e potrebbe permettere a tante persone di avvicinarsi al mondo dei video podcast, se non fosse per il ridicolo limite di 1 minuto imposto agli utenti "free". Hey!Spread invece è molto interessante ed utile a tutti quelli che quotidianamente diffondono contenuti video e devono perdere tempo e banda caricandoli singolarmente sui diversi servizi.

Jul 092007
 

Buongiorno a tutti, e buon inizio settimana. Eccomi di ritorno dalla mia "piccola pausa", un po’ più rilassato e concentrato (spero) 😀
Qual è il modo migliore di cominciare la settimana se non presentarvi una bella applicazione Web 2.0 che possa aiutare voi (ed i vostri blog) a "farvi vedere" in rete?

Ogni giorno io (e molti di voi che mi leggete) scrivete sul vostro blog; i contenuti che producete resterebbero "solitari" se non ci fossero entità come Technorati (una delle tante) a catalogare (tramite tag) ed aggregare i vostri contenuti, rapportandoli a tutti gli altri blog della blogosfera. Ma… come fa Technorati ad essere informata del fatto che avete appena prodotto un nuovo contenuto? Semplice: è il vostro stesso blog che glielo dice.

Se usate WordPress (ma una funzione simile è presente in quasi tutte le piattaforme di blogging) c’è un’opzione apposita che vi permette di notificare (pingare, è il termine specifico) appositi servizi come Technorati, Google Blog Search, FeedBurner ecc.

Ma…. c’è una controindicazione; l’opzione "Servizi di aggiornamento" presente nel pannello di controllo di WordPress (Opzioni > Scrittura) ha il difetto di rallentare leggermente l’invio dei nuovi post che andate a pubblicare, con il solo servizio di aggiornamento impostato per default. Se avete personalizzato questa funzione, aggiungendo ulteriori servizi di aggiornamento, il rallentameno non solo diventa notevole, ma rischiate di andare in timeout durante la pubblicazione e… a volte di perdere il contenuto del vostro post.
A riprova di quanto vi sto dicendo posso portare la presenza di un apposito plugin di WordPress (chiamato No Ping Wait) che sposta il ping in un momento successivo al posting, velocizzando di molto l’invio ed evitando problemi di timeout.

Se invece non volete usare la funzione di WordPress, potete usare appositi servizi esterni da attivare "manualmente", oppure… usare Autopinger! 🙂

autopinger_logo.gifAutopinger è un servizio Web 2.0 che permette l’invio di ping di aggiornamento per blog e podcast verso una moltitudine di servizi dedicati, in maniera automatizzata ed invisibile.

Registrandosi gratuitamente si ha la possibilità di aggiungere il proprio blog (o i propri blog, se ne avete più di uno) al proprio account di Autopinger e far si che ogni 30 minuti il servizio verifichi la presenza di nuovi contenuti prodotti (siano essi nuovi post o nuovi podcast, il servizio funziona ugualmente bene per entrambi); qualora vengano trovati aggiornamenti, Autopinger invierà automaticamente una notifica ad oltre 50 servizi di aggiornamento sul Web, in modo da rendere il vostro contenuto "disponibile" per la ricerca, l’aggregazione e quanto altro.

Volendo potete anche personalizzare i servizi a cui inviare ping, o lasciare tutto in Auto-pilot (la funzione di default) dove il sistema si occupa di gestire tutto in maniera automatica. Inoltre, Autopinger mette a disposizione una serie di tool, come la possibilità generare un bottone per pingare manualmente Autopinger (qualora ne abbiate bisogno), visualizzare informazioni sui vostri blog (PageRank e Technorati Authorities) o Blog Worth (il presunto "valore di acquisizione" del proprio blog).

Giudizio di Giovy: Autopinger è un servizio decisamente utile, se si vuol svincolare la propria piattaforma dalla funzione di "invio ping", che come vi ho detto è onerosa sotto l’aspetto delle risorse utilizzate (inviare ping a più di 5 o 6 servizi, da WordPress, è impossibile). Inoltre, essendo un servizio "set it and forget it", una volta impostato non dovrete più perderci tempo. Provatelo e fatemi sapere… 😉