Sono passati diversi anni da quando acquistai il mio primo prodotto Apple. E nel corso di questi anni ho imparato ad apprezzare prima (ed amare poi) la semplicità, lo stile e la tecnologia che ogni prodotto Apple portava in dote. Ma più di tutto mi sono trovato, ogni volta che un prodotto Apple veniva presentato, a restare incollato al mio PC (prima, ed al Macbook poi) per seguire ogni parola che quel magrissimo pazzo chiamato Steve Jobs aveva da dire.
Riusciva a tenerti letteralmente incollato allo schermo, mentre quelli che erano in platea pendevano dalle sue labbra… che non la smettevano di snocciolare “unbelievable”, o “amazing”, o “incredible”, riferendosi al prodotto che stava presentando. E quei prodotti erano davvero così… e lui ci credeva davvero così tanto… e riusciva davvero a trasmettere tutto questo a chi lo stava a sentire.
Non aveva un carattere semplice… e le risposte alle mail che riceveva il più delle volte erano poche, scarne parole (ma che scriveva personalmente, cosa rara ai tempi di oggi) che lasciavano trasparire quanto “busy” fosse la sua giornata e quanti pensieri affollassero la sua mente.
Poi la malattia… ed ogni volta che lo si vedeva, era sempre più sofferente… più emaciato… ma nonostante tutto, aveva sempre questa incredibile voglia di vivere ed andare avanti. Non ce l’ha fatta. Il cancro di cui soffriva ha vinto la battaglia. Ma la guerra con cui Steve ha cercato di cambiare il mondo con i suoi prodotti… quella l’ha vinta lui.
Sappiamo tutti quello che, purtroppo, è successo in Giappone: terremoto, tsunami, catastrofe nucleare.
NON sappiamo, invece, quello che sta succedendo attualmente. O meglio: lo sappiamo, ma al pubblico viene fatto conoscere, dal governo giapponese (e dalla TEPCO, sopratutto) una parte ridicola di quello che si sta profilando come il più grande cover-up su una catastrofe dai tempi di Chernobyl.
Se si guardano i criteri perchè un incidente venga classificato ad un livello INES piuttosto che ad un altro (ovvero la quantità di radioattività rilasciata nell’ambiente), l’incidente di Fukushima è già di livello 7(anzi, sono TRE INES di livello 7). Per il governo giapponese, invece, tutto è ancora accettabile… tutto è sotto controllo… non vi preoccupate, bastano 20 chilometri dalla centrale per non correre rischi…
Nonostante tutto questo, il governo giapponese continua a minimizzare, affermando che “faranno ulteriori controlli”, perchè non riescono proprio ad ammettere di aver perso la battaglia contro il grande mostro nucleare… la “sconfitta” non rientra fra le parole da usare in questi casi, anche a discapito della salute dei loro cittadini.
E’ un atteggiamento vergognoso, forse anche più grave di quello tenuto dalle autorità russe in occasione di Chernobyl (dove la popolazione venne evacuata 36 ore dopo l’incidente e tenuta all’oscuro della reale entità di quello che stava succedendo), perchè si sta scegliendo DELIBERATAMENTE, contro ogni buon senso e contro tutti gli avvertimenti, di esporre uomini, donne e bambini a radiazioni che lasceranno tracce per tutta la vita (il cesio-137 ha una half-life di 30 anni, e lo iodio che stanno assumendo protegge solo la tiroide dall’assorbire iodio-131, che ha una half-life di 8 giorni).
Per non trovarci mai in una situazione del genere (ed immaginando come andrebbe a finire una cosa del genere in Italia), l’unica scelta intelligente è quella di NON avere in nucleare in Italia (scelta già fatta, oltretutto… ma che il Governo attuale ha bellamente deciso di ignorare, costringendo gli italiani a dover fare un nuovo referendum, con i costi che ne conseguono a carico della collettività).
Ho visto amici smettere di parlarsi per un malinteso…
Ho visto compravendite di like, fan, blog e post per qualche euro…
Ho visto persone che credevo super partes mentre si schieravano…
Ho visto amici abbandonare i social network perchè disgustati da quello che succedeva…
… e ho visto nuove persone arrivare sui social network perchè attratti da quello che succedeva…
Ho visto blogger abbandonare i blog…
… e ho visto me stesso abbandonare il mio blog…
Ho visto litigi, risse, polemiche, urla e quanto di peggio ci possa essere in poche righe…
Ho visto PR diventare marchettari…
… e ho visto marchettari diventare PR…
Ma…
Ho visto un ragazzo disabile ringraziarmi perchè l’avevo aiutato a scendere delle scale…
Ho visto amici che non vedevo da tempo…
Ho visto una cara amica pubblicare un libro..
Ho visto e provato il piacere di aiutare gli altri senza avere nulla in cambio..
Ho visto belle giornate di sole arrivare dopo brutte giornate di pioggia…
Ho visto cose per cui vale la pena vivere di più la vita “reale” che non quella virtuale.
Per quello che ho visto (ed a volte ho fatto finta di non vedere) mi sto lentamente ma inesorabilmente separando dalla Rete, che tanto mi ha dato ed a cui un po’ ho dato anch’io, spero.
Nuovi impegni (oltre il lavoro) occupano le mie giornate da alcuni mesi… e ne sono felice, perchè posso dare qualcosa agli altri in maniera “reale” nei prossimi anni, così come ho cercato di dare agli altri qualcosa di virtuale, tramite quello che ho scritto in questo blog, negli anni passati.
Questo non significa che smetterò di scrivere o che chiuderò il blog. MAI succederà.
Significa solo: grazie, a tutte le persone che mi hanno scritto, chiedendomi il perchè delle mia assenza.
E significa anche: per voi ci sono sempre, se mi conoscete sapete come raggiungermi.
Si, lo so… parlare di Trenitalia in questo periodo è un po’ come sparare su un cadavere… ma sinceramente, non riesco proprio ad evitare di farlo.
Leggendo le varie testate online è un pianto greco: ritardi sull’Alta Velocità ormai all’ordine del giorno (di ALTO ormai è rimasto solo il prezzo), treni fatiscenti (stamattina leggo da un’amica di un ES AV con quasi tutte le porte bloccate causa gelo), mancanza di sale d’aspetto riscaldate (anche in stazioni importanti come quella di Milano) ecc. Volete provare a fare una ricerca su FriendFeed e vedere cosa ne viene fuori? Accomodatevi… ed inorridite.
Ah… ovviamente, dal momento che credono così tanto nella “qualità” del loro servizio, hanno aumentato il ritardo minimo per chiedere il bonus da 25 minuti a 60 minuti.
Però… beh… però la “qualità” ha un costo… e quindi hanno aumentato in maniera ridicola i prezzi di tutti i treni “veloci”; fare Foggia – Milano con un ESCity oggi costa 8 euro in più di un mese fa. Per un treno che va alla stessa velocità. Ma che ora si chiama Frecciabianca (eh, beh… volete mettere che figo viaggiare su un Frecciabianca?).
Volete qualche dato “numerico” dell’idiozia di Trenitalia? Ok… mi è balzato agli occhi casualmente giusto ieri mattina.
Mettiamo che dobbiate andare da Parma a Milano verso ora di pranzo; la situazione sarebbe questa:
Il treno meno costoso (un regionale) impiega 1h40min e costa 8 euro. Il più costoso (un ESCity “Frecciabianca”) impiega 1h21min e costa 19.50 euro; sono 11.50 euro in più per un viaggio più breve di 19 minuti (oh, non sto parlando di una o due ore in meno, eh… 19 minuti!). Tutto questo senza considerare la quasi matematica certezza che il costoso ESCity avrà un ritardo maggiore di 19 minuti. Ok.. ma c’è una cosa che non mi torna: il regionale, impiegando 1h40 min, effettua sette fermate… l’ESCity, impiegandone 19 minuti in meno, effettua 2 fermate. Considerando almeno tre minuti minuti a fermata (fra tempo d’arrivo, sosta e ripartenza) il regionale è più lento dell’ESCity di ben cinque minuti! In pratica: i due treni vanno quasi alla stessa velocità (però ci fanno pagare 11.50 euro in più!).
Complimenti vivissimi, Trenitalia.
Ah… mi dispiace informarvi che prima potevate fregarmi un sacco di soldi per i miei frequenti Foggia-Milano: da qualche mese faccio A/R con 100 euro in aereo, impiegando 1h30 minuti contro le 7h (e 137 euro) per un viaggio scomodo e sicuramente in ritardo con voi.
Un paio di mesi fa scrissi un post su una simpatica applicazione per iPhone che, sfruttando il GPS integrato di quest’ultimo, permetteva di tracciare i percorsi effettuati e poi riportarli sul sito web EveryTrail. Utilizzandola in modo “massiccio”, però, i limiti dell’applicazione per iPhone sono venuti al pettine: la scarsa precisione del GPS integrato non permetteva letture corrette dei percorsi e sopratutto dell’altimetria, ad ogni chiamata o sms l’applicazione smetteva di registrare ecc.
Per ovviare quindi a questi problemi, ho acquistato un Garmin EDGE 205, ottimo ciclocomputer con GPS prodotto dalla nota azienda Garmin; una precisione molto maggiore sotto ogni punto di vista, possibilità di creare allenamenti virtuali e percorsi, integrazione con software stand-alone e servizi web… un gioiellino di cui sono contentissimo.
L’utilizzo immediato che ne ho fatto è stato quello di registrare i miei percorsi per:
tracciarli su EveryTrail: grazie al Garmin Communicator Plugin, il sito web interagisce direttamente con l’Edge 205, permettendo di scaricare i percorsi senza dover utilizzare software di terze parti o passaggi intermedi; collegate l’Edge 205, andate in Crea Percorso ed il GPS verrà immediatamente riconosciuto ed utilizzato. Semplice ed immediato.
analizzarli con SportTracks: usando questo software (gratuito) è possibile importare in modo nativo i dati dall’Edge 205 per tenere uno storico dei percorsi effettuati; così facendo potrete comparare, ad esempio, le vostre prestazioni in quel dato tratto in salita rispetto a sessioni precedenti, piuttosto che le medie di un percorso. Le potenzialità per chi si allena in modo “serio” sono infinite.
Scopo di questo post, però, è “andare oltre” e permettervi di utilizzare il Garmin Edge 205 come un vero e proprio navigatore satellitare per ciclisti, tenendo presente che NON stiamo parlando di un GPS grafico e cartografico come il TomTom che tutti conoscete; i percorsi creati per l’Edge 205 non sono altro che una “traccia”, una linea guida che dovrete seguire per compiere il percorso che avete creato; così facendo potrete disegnare a tavolino la “vostra” strada, scegliere dove passare e cosa vedere ed avere la certezza di non perdervi mai. 🙂
NOTA BENE: la procedura che segue può essere adattata (con qualche modifica) anche per tutti quei ciclocomputer dotati di GPS che permettano di caricare file in formato GPX; funziona invece senza modifiche per tutti i GPS Garmin appartenenti alle famiglie Edge e Forerunner.
Passi preliminari: cosa serve?
L’unico software necessario è TCX Converter (gratuito e disponibile per Windows, Mac OS X e Linux), oltre ad un browser web. Prima di iniziare, aggiungete al vostro browser web la bookmarklet che trovate in questa pagina: GMapToGPS; vi servirà per creare il file GPX da dare in pasto a TCX Converter. Se non l’avete ancora fatto, inoltre, dovrete installare il Garmin Communicator Plugin (Windows e Mac OS X only, purtroppo). Il non aver disponibile il Communicator Plugin per Linux vi renderà impossibile usare la funzione di upload diretto in TCX Converter.
Come procedere?
In realtà creare percorsi per il vostro EDGE 205 (e trasferirli sullo stesso) è decisamente semplice, seguendo questi tre passi.
Andate su Gmaps Pedometer, impostate il sistema metrico, cliccate su Start Recording ed iniziate a disegnare il vostro percorso, facendo doppio click sui punti da marcare (il mio consiglio è di marcare almeno ogni incrocio). Quando sarete soddisfatti della distanza percorsa, cliccate sulla bookmarklet creata in precedenza e presente nella barra dei segnalibri del vostro browser. Si aprirà una schermata (vedi screenshot sotto) dove dovrete selezionare il codice XML presente, copiarlo negli appunti ed incollarlo in un normale file di testo, che però dovrà avere estensione .gpx (invece di .txt).
Lanciate TCX Converter (installato in precedenza) e fategli importare il file GPX appena creato tramite la funzione File Import. Successivamente andate in Garmin Comm dove, grazie al Communicator Plugin, potrete caricare il file gpx appena elaborato tramite la funzione di Upload.
Se tutto è andato per il meglio, fra le Corse presenti nel vostro dispositivo, ci sarà quella che avete appena caricato (consiglio: date al file .gpx un nome breve e che inizi con il numero dei chilometri del percorso, del tipo: 25 Mass. Fortuna.gpx; così facendo, potrete scegliere velocemente un percorso in base a quanti chilometri vi sentite di fare) 🙂
Per cominciare a navigare la corsa, non dovrete far altro che scegliere Segui corsa del menù che apparirà premendo il tasto Mode. P.S. Dovete anche premere il pulsante Start, eh! 🙂
In questo modo, il vostro ciclocomputer diventa anche un ottimo navigatore satellitare, che vi guiderà lungo strade che non conoscete, alla scoperta di splendidi posti (e con quel pizzico di brivido dettato dal trovarsi, ad esempio, la strada improvvisamente interrotta da un ponte crollato, come è successo a me) 🙂
Non avevo mai partecipato ad una caccia al tesoro di questo tipo, nè tantomeno in una città come Venezia… ed invece, complici le ferie, un incontro veneziano di alcuni membri di aNobii e la mia amicizia con una di loro, mi sono trovato catapultato a Venezia in una calda serata estiva, dopo una splendida cena indiana in un bel ristorante (unico neo: SENZA aria condizionata… ARGH!), a gironzolare fra calli, campielli e sotoporteghi, a cercare indizi come un novello Indiana Jones (senza sahariana e cappello, però). 😛
Ma andiamo con ordine, anche perchè quella che segue è (anche) la recensione di un bel servizio che ho scoperto proprio in quest’occasione.
The Ruyi – Venezia è il nome del gioco appartenente al format whaiwhai, piattaforma creata dalla società LOG607.
In pratica (ed estrema sintesi) è una sorta di caccia al tesoro guidata che si svolge in diverse città (al momento è possibile giocare a Venezia, Roma, Firenze e Verona), con lo scopo unico non di trovare un “vero” premio, quanto di permettere al turista singolo (o gruppo di amici come nel nostro caso) di conoscere meglio la città in questione, divertendosi (tanto).
La logica del gioco è semplice e non richiede conoscenze tecnologiche diverse dal saper inviare (e ricevere) sms con il proprio cellulare.
Si comincia acquistando (online o in uno dei negozi autorizzati) il quaderno di gioco relativo alla città in cui si intende giocare, al costo di 27 euro (e che può essere utilizzato per tre sessioni di gioco); se si è in gruppo, la spesa viene facilmente suddivisa… 🙂
Per iniziare a giocare si manda un sms ad un numero indicato nel quaderno di gioco, indicando (opzionalmente) quante ore si intende giocare (da 2 a 9), il livello di gioco e se si gioca in modalità semplice o sfida (fra più gruppi di amici, ognuno con un quaderno di gioco). Per la nostra caccia al tesoro notturna abbiamo scelto di giocare per due ore (per fortuna, perchè in realtà le ore di gioco sono diventate quasi quattro, fra tempo necessario per gli spostamenti e pause relax); il mio consiglio è quello di non esagerare (a meno che non siate dei robusti camminatori), perchè la strada da fare anche solo scegliendo due ore di gioco è tanta (in questo caso sono previste 6 tappe).
Dato il via al gioco con il primo sms, il sistema di gioco risponderà con una “chiave di lettura” che permetterà di decifrare il quaderno; ogni pagina è infatti divisa in tre parti e non è possibile decifrarla senza il codice fornito via sms. Con tale codice si inizia a leggere la storia, che unisce ad interessanti spunti storico-geografici alcuni indizi per raggiungere la prima tappa… e mentre leggete la storia, arriverà un secondo sms con una domanda, a cui potrete rispondere solo dopo aver risolto l’enigma proposto nella storia e raggiunto il luogo in questione.
In realtà il game play è abbastanza semplice e non è mai “bloccante” (se rispondete male al quesito per tre volte, avrete comunque la possibilità di andare avanti ugualmente), e probabilmente è molto più semplice giocarlo che spiegarlo… 🙂
Opzionalmente è possibile scegliere anche un livello “avanzato”, con quesiti più complessi (magari potete provare a giocare al livello avanzato nella seconda delle tre sessioni disponibili).
Esaurite le tre sessioni di gioco NON è necessario acquistare un nuovo quaderno di gioco ma si potrà acquistare solo un nuovo codice numerico (al costo di 12 euro) che abiliterà altre tre sessioni di gioco.
Terminato il gioco (giungendo all’ultima tappa e rispondendo all’ultimo enigma), si riceve un codice per accedere al “riassunto” della propria partita sul sito di whaiwhai (anche se il sistema deve essere perfezionato, dal momento che le indicazioni temporali sono sballate).
Giudizio di Giovy: dopo aver passato un’intera nottata a giocare a The Ruyi, non posso che esserne entusiasta! Le storie (basate sui libri di Alberto Toso Fei, giornalista ed esperto conoscitore di Venezia) sono ben scritte ed avvincenti, la modalità di gioco via sms lo rende immediato e facilmente giocabile anche da chi non ha esperienze avanzate con la rete. E’ un ottimo modo di conoscere meglio una città (ed i suoi angoli nascosti, in cui probabilmente non saremmo mai capitati); sono stato alcuni anni fa a Venezia per quasi una settimana, l’ho girata in lungo ed in largo ma NON conoscevo i posti bellissimi che invece il gioco mi ha dato la possibilità di scoprire. Uno di questi, poi (il sotoportego di Corte Nova), mi ha lasciato davvero senza parole…. si poteva respirare davvero la storia di Venezia, unita a magia e misticismo… davvero splendido.
In definitiva: non posso che consigliarlo a tutti i turisti come alternativa al classico “vagare senza meta”, perchè vi divertirete scoprendo tanto di più di quanto le guide turistiche potranno mai dirvi (e che comunque potrete usare per integrare quanto scoperto giocando) 🙂
Oggi pare che l’argomenti “principe” delle discussioni su FriendFeed sia la gestione dei propri contatti su Facebook. Beh, dal momento che NON frequento solo Facebook, ho pensato di stilare un piccolo “vademecum” di quelle che sono le policy che applico alla gestione dei contatti sui vari social network, dal momento che non tutti i SN sono uguali e sopratutto non tutti i SN si usano allo stesso modo.
Facebook: NON accetto tutte le richieste di amicizia che mi arrivano, anzi… sono abbastanza selettivo al riguardo. NON accetto richieste d’amicizia da brand/prodotti/persone che si identificano con un nick (a meno che non le conosca bene, ovviamente). Allo stesso modo NON accetto praticamente mai suggerimenti per diventare fan di una pagina o membro di un gruppo. Ah, inutile dire che se mi chiedete l’amicizia e non mi dite almeno chi siete o come mi conoscete, probabilmente resterete in eterno nel limbo delle richieste inevase, fino a che non arriverà “il contatto” (ed in tal caso accetterò la richiesta, sapendo con chi ho a che fare) o deciderò di ignorarla (nella speranza di non riceverne un’altra identica nei successivi cinque minuti). Personalmente chiedo l’amicizia solo a persone che conosco personalmente o che seguo su qualche altro social network/blog. Ho infine definito una serie di “liste” che raggruppano i miei contatti a seconda dell’ambito o del fatto che li conosca personalmente o meno; posso così dedicare, a seconda del tempo disponibile, maggiore attenzione a gruppi ristretti di persone con importanza differente.
Twitter: accetto tutte le richieste dei followers (tranne quelle degli spammer) ma NON ricambio mai in automatico. Su Twitter seguo pochissime persone (che devono scrivere personalmente, se postano in modo automatico vengono defollowate subito), NON seguo brand e blocco solo gli spammer. Inoltre, se una persona posta SOLO su Twitter da FriendFeed, non la seguo per principio (dal momento che potrei seguirla su FriendFeed).
FriendFeed: accetto tutte le richieste dei followers ma NON ricambio mai in automatico. Seguo SOLO le persone che partecipano alla discussione, mentre ignoro quelli che usano FriendFeed solo come “ripetitore” dei propri contenuti (se volessi leggere tutti i twit dell’utente X, lo seguirei su Twitter, no?). Seguo anche qualche brand ma solo se dietro c’è un “umano” intelligente abbastanza da poterci dialogare in maniera interattiva. Per me FriendFeed è discussione, se non volete discutere… 😉 Blocco in rarissimi casi e solo quando la persona in questione è davvero fastidiosa da leggere persino nei commenti agli altri.
LinkedIn: accetto solo le richieste di contatto da persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network. NON accetto richieste di contatto da persone che hanno come unico scopo quello di accumulare contatti (tipo quelli che hanno il proprio indirizzo email nel nome, o cose tipo: “5000+ contacts”). Non partecipo ai gruppi di LinkedIn per mancanza di tempo, quindi ignoro gli inviti di questo tipo.
Flickr: accetto tutte le richieste di amicizia e di solito le ricambio quasi sempre, tranne quando provengono da profili senza foto e/o con porno, spam o cavolate. Accetto raramente gli inviti ad iscrivermi ad un gruppo, e solo dopo averlo visto e ritenuto interessante.
Dopplr: accetto le richieste di contatto solo di persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network.
Brightkite: accetto le richieste di contatto solo di persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network
aNobii: accetto tutte le richieste di amicizia ma aggiungo solo persone che conosco personalmente o seguo su qualche altro social network e che hanno in comune con me qualche libro. Accetto raramente gli inviti ad iscrivermi ad un gruppo, non avendo tempo per seguirli attivamente.
Altri social network: ci sono tanti altri social network a cui sono iscritto ma che non seguo attivamente. Se mi chiedete un contatto, non date per scontato che vi aggiunga ma valuterò comunque ogni singola richiesta. 🙂