“We don’t need no education
we don’t need no thoughts control.
No dark sarcasm in the classroom
ehi, teacher, leave the kids alone”.
Queste erano le parole che uscivano dalle casse dello stereo di Sandro, ed erano parole che riflettevano in parte il suo stato d’animo e il suo modo di vivere, purtroppo.
Sandro è un ragazzo di 17 anni, un’età difficile, in cui si inizia a rivolgersi con curiosità verso il mondo, ed “il mondo “può essere a volte cinico e crudele, e serbare molte delusioni. Delusioni non sempre facilmente superabili da parte di un ragazzo che ha ancora tanta strada da fare davanti a se.
Considerando poi il fatto che Sandro avesse dei problemi seri, ci si rende conto di quanto questa strada fosse tortuosa e irrimediabilmente in salita. Sandro era ritardato. Aveva difficoltà di apprendimento, anche nelle cose più elementari. Alla fine ci riusciva, ma non senza difficoltà.
Facile immaginarsi quali e quanti problemi ciò avrebbe potuto creargli, soprattutto in una società come quella moderna che sempre più bada solo alle apparenze e non alla vera natura delle cose. I genitori, un padre ingegnere ed una madre casalinga, si erano arresi davanti alla “diversità” del figlio, diversità che loro consideravano una cosa orrenda e della quale non si erano mai fatti capaci.
“Pazienza – si erano detti un giorno, quando ancora Sandro era piccolo ma già il suo “problema” cominciava a manifestarsi – può anche darsi che la sua vita sia breve e non avremo mai il problema dell’istruirlo, o fargli fare amicizia con gli altri”.
Certo, perché per Sandro anche fare amicizia era un problema, e crescendo il problema era diventato serio.
Del resto… doversi far spiegare dieci volte una barzelletta o una qualunque altra cosa non è il miglior biglietto da visita per l’ingresso in una compagnia di ragazzi, dove la “competizione” per apparire più “figo” degli altri è fortissima.
Fortunatamente c’era anche qualcuno che se ne fregava di questa competizione, come il suo caro amico Sergio. Sergio era tre anni più grande di Sandro e questa differenza di età, e forse di maturità rispetto agli altri ragazzi che giravano nel piccolo “mondo” dei teenager della zona, aveva fatto sì che Sergio capisse realmente il problema del suo amico. Ma capirlo non era sufficiente, e Sergio cercava in continuazione di aiutarlo. Ormai diplomato ed ancora senza lavoro, aveva abbastanza tempo libero da dedicare al ripasso insieme a Sandro degli argomenti spiegati il giorno a scuola. Già, la scuola.
Era questa la vera tortura nella vita del suo amico.
Certo… ci sono sempre meno giovani amanti della scuola e seguaci invece del “dio Playstation”, ma Sandro provava per quest’istituzione una vera e propria fobia. E non era per le cose che avrebbe dovuto imparare e che invece non riusciva ad assimilare, ma era per le persone che popolavano quel mondo, per lui così infelice…
[continua…]