Apr 272009
 

FacebookSu Facebook ho tanti “amici”. Molti sono amici che incontro quasi quotidianamente, moltissimi altri sono persone che ho conosciuto in giro per l’Italia, tanti altri sono amici incontrati in altri social network, pochissimi sono quelli che non conosco del tutto. Discrimino con attenzione le richieste di contatto (al momento ne ho 19 in attesa, che prima o poi accetterò o rifiuterò a seconda dei casi), ma ricordo più o meno tutti i miei contatti.

Stamattina ricevo la richiesta di “add” da parte di un’amica che ero sicuro aver già aggiunto in passato; vado a verificare se compare fra i miei amici e no, non c’è. Ok, avrà creato un nuovo account per qualche motivo (oltretutto invertendo nome e cognome, complimenti!). Accetto questa richiesta e le mando un messaggio, chiedendo cosa era successo da richiedere la creazione di una nuova identità digitale (e dicendole di correggere nome e cognome, che si fa una figura migliore).

Risposta: “Mi serve questo account solo per sponsorizzare eventi e mi serve una lista enorme di persone da invitare, anche se non le conosco, dato che sto facendo PR”.
Mmm… vuoi vedere che…
Provo a cercarla su Facebook e vedo che il vecchio account è sempre presente, ma io non sono più fra gli amici.

In pratica: una “PR” (nella sua concezione la PR è quella persona che rompe le balle agli altri con inviti per questa o quella serata in un localino della zona) prima smette di considerami come amico e poi mi vuole come “amico” per rompermi le balle con improbabili inviti ad eventi a cui non parteciperò mai.

La mia riflessione, quindi, non è sull’essere “amici” o meno su Facebook, quanto nell’errata scelta comunicativa di questa persona. Se tu, cara la mia “PR”, vuoi che io prenda in considerazione i tuoi inviti, non avresti fatto meglio a mandarmeli dal tuo account personale, che già seguivo? Vuoi tenere separati “vita privata” e “lavoro”? Fai bene… ma dal momento che ormai (per tua scelta) faccio già parte della vita privata (perchè, oltretutto, ti conosco di persona da almeno un paio d’anni), non pensi che darmi l’impressione di essere solo “uno da spammare” possa produrre l’effetto opposto a quello che ti sei prefissata?

Questo è quello che succede quando ci si improvvisa “PR” sui social network, senza conoscerne le dinamiche sociali.

In tal caso, ovviamente, la cosa da fare è una sola: “Remove from friends”. Amen.

Mar 182009
 

Nel mondo ci sono tante cose che non vanno: guerre (sopratutto di religione, ma anche etniche o politiche), violenza, odio, malattie. Il “caro” Papa Ratzinger si preoccupa, ogni domenica, di dirci la sua dal suo pulpito sopraelevato in Piazza San Pietro, certo che, a fine messa, se ne tornerà protetto ed al caldo, coccolato e riverito.

Che “la chiesa” (come istituzione) sia malata non ci sono dubbi, basti pensare ai preti pedofili (che NON vengono scomunicati, anzi… a volte vengono protetti e nascosti dalle stesse istituzioni ecclesiastiche) ed alle prese di posizione su testamento biologico, concepimento, aborto ecc.

Ma… l’ultima “uscita” di Nazinger è davvero fuori di ogni limite; durante il suo viaggio in Africa, ha pensato bene di affermare, parlando di AIDS (una delle principali cause di morte nei paesi africani):

“Non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi”

I preservativi aumentano i problemi? Contribuiscono a far ammalare le persone di AIDS? Ma pensa te… tutti quegli ignoranti che li hanno utilizzati finora per evitare di prendere malattie sessualmente trasmissibili sbagliavano!!!

Beh… ho sempre preso con le pinze tutto quanto detto da un personaggio “discutibile” come il Papa (perchè ci sarebbe tanto da discutere, eh…), ma un’affermazione del genere non puà passare inosservata nè può essere scusata/condivisa in alcun modo; affermare FALSITA’ (perchè è falso quello che lui dice) lo rende un personaggio inattendibile ed inaffidabile (senza parlare del fatto che, andare contro l’ottavo comandamento “Non dire falsa testimonianza”, non mi sembra un comportamento proprio da Papa).

Non ascoltate il Papa nè tantomeno fidatevi di lui.

Lo so, è un’affermazione “forte”, specie per gli ultraconservatori cattolici… ma SFIDO chiunque a comportarsi così come il Papa (o la Chiesa) suggerisci. E’ facile predicare bene e razzolare male…

Feb 182009
 

(Post scritto fra autobus ed aereoporto di Bari, in attesa di imbarcarmi per Roma e successivamente per Lisbona, alla volta del Philips Consumer Lifestyle Event 2009. Scusate la mancanza di link o altri riferimenti.)

Così come ho dato visibilità alla modifica, da parte di Facebook, delle condizioni d’utilizzo che gli utenti sono tenuti ad accettare per utilizzare il servizio, mi preme mettere in evidenza la pronta (beh, un paio di giorni è un tempo rapidissimo, in questi casi) retromarcia di Facebook, che ha ripristinato le precedenti condizioni d’utilizzo, venendo incontro alla proteste degli utenti che si erano sentiti “derubati” dei loro contenuti.
Nonostante abbia invitato (anche nella diretta radio su Radiopodcast, lunedì sera) a non farsi prendere dal panico ma solo a porre molta attenzione ai contenuti inseriti, alcuni utenti hanno deciso di chiudere il loro account in segno di protesta. Beh, io non l’avrei fatto (e lo dissi già da allora), perché nonostante tutto Facebook è indubbiamente utile. Ciò non toglie che sia necessaria maggior chiarezza da parte di Facebook, perché è molto probabile che in futuro le condizioni d’utilizzo vengano nuovamente riviste e modificate.

Detto questo… ci sentiamo presto, con notizie sulle ultime novità in casa Philips, che verranno presentate oggi e domani ad un gruppo di blogger e giornalisti provenienti da tutta Europa.

Feb 092009
 

“Ahi, serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello”

Dante Alighieri, Purgatorio, VI, 76-78

Pensavo di aver visto il peggio che la mente umana riuscisse a concepire, in questo mondo dove ragazzini di 14 anni stuprano in gruppo una loro coetanea, dopo averla fatta ubriacare e dove si brucia un pover’uomo per noia. Pensavo che oltre un certo limite non si potesse arrivare… ma quello che sta avvenendo in questi giorni quel limite l’ha oltrepassato… e di parecchio.

Sono sicuro che gli italiani che (incoscientemente? Imprudentemente?) hanno dato la possibilità a Silvio Berlusconi di fare leggi per schedare i barboni (e sono ORGOGLIOSO di essere pugliese e di avere un governatore che ha detto NO a tutto questo), farsi leggi per evitare di essere processato ed andare in galera (come qualunque altra persona accusata e condannata dei suoi stessi reati) ed infine fare leggi per imporre un accanimento terapeutico su una povera ragazza “morta” 17 anni fa e che la tv ci fa vedere bella e sorridente ad ogni telegiornale… ma che così non è più da tanto, tanto tempo.

Alessandro parla di fascismo… una parola che evoca spettri legati ad uno dei momenti più neri della storia italiana. Beh… allora c’erano le leggi razziali… oggi ci si sta arrivando, passo dopo passo, cominciando con lo schedare i clandestini bisognosi di cure mediche.

“Serva Italia”, diceva Dante… e come dargli torto, se dopo 700 anni da quelle parole, si è ancora a questo punto?
Abbiamo la sfortuna di avere “in casa” il Vaticano, che nonostante dichiari di non intromettersi, in realtà impone pesantemente il suo giogo sulla vita politica e sociale dello stato italiano.

Pensavo di aver visto il peggio… ma il peggio deve ancora arrivare… ne sono sicuro.
E non si lamentino poi quegli italiani che, in massa, si sono fatti abbagliare da uno showman in lifting, trapianto tricologico e doppio petto. Se un giorno vostro figlio/a dovesse malauguratamente trovarsi nella stessa condizione di Eluana, a chi vi rivolgerete?

Quando si arriva al fondo del barile… si può sempre iniziare a scavare, purtroppo.

Jan 272009
 

Oggi ricorre il Giorno della Memoria, ed io non posso fare a meno di ricordarlo con questa foto.
“Terra, non coprire il mio sangue” è la frase che si legge al centro… e che incita a non dimenticare il sangue versato dai milioni di ebrei, sterminati in nome di una “purezza della razza” che troppo spesso sentiamo citare a sproposito anche ai giorni nostri.

Terra non coprire il mio sangue

“Furono tutti assassinati nei lager, assieme a milioni di loro fratelli di ogni parte d’Europa”.

Per non dimenticare. Mai.

Jan 212009
 

Sono un blogger da diversi anni, mi occupo di tecnologia e mi piace molto “smanettare” e testare nuovi prodotti e servizi.
Da queste pagine ve ne ho presentati tanti, ed a diversi di questi ho avuto accesso grazie a diverse agenzie di Public Relations che, per conto di aziende, mi hanno contattato per testare qualcosa.

Di solito comincia con una mail di contatto, si parla un po’ e poi si riceve la proposta di testare questo o quel prodotto.
A TUTTI e SEMPRE ho specificato in queste mail preliminari che non ho problemi a testare prodotti di vario tipo, a patto che:

  • Sia libero di specificare che la recensione del prodotto in questione sia stata “sponsorizzata”
  • Sia libero di dire quello che penso, nel bene e nel male

Credo così tanto in questo principio da averne fatto un punto fermo nelle blog policy che scrissi diverso tempo fa.
… ma non delle mie blog policy voglio parlare, quanto dare alcuni consigli validi per chi, in futuro, decidesse di contattarmi.

Perchè, quindi, questo post? Semplice: perchè c’è la possibilità che Agenzie di PR inizino a considerare i blogger “carne da macello”, da comprare con un gadget, una crema, un profumo ecc.
Permettetemi, quindi, di dare qualche consiglio di comunicazione per evitare spiacevoli malintesi e far in modo che si instauri un rapporto di collaborazione “vero”; quello che segue vale in primis per me… ma suppongo (e spero) possa valere universalmente per tutti i blogger seri.

  1. Quando mi scrivete, scrivete “a me”: non c’è nulla di più fastidioso delle mass mail (spam?), che iniziano con “caro blogger”. Mi chiamo Giovanni (va bene anche Giovy, ovviamente), se non conoscete il mio nome è segno che non mi leggete… e se non mi leggete, non ha senso che mi chiediate di testare un prodotto/servizio su cui potrei non avere competenza
  2. Non iniziate con una bugia: se mi scrivete “abbiamo letto il tuo blog e l’abbiamo trovato interessante” io mi aspetto che l’abbiate letto realmente. Se mi accorgo (e ci metto due minuti, a fare una verifica via Twitter) che avete “trovato interessanti” altri 100/1000 blog come il mio, perderò immediatamente qualunque fiducia in chi mi scrive
  3. Non proponetemi di scrivere un post: non sopporto chi mi dice cosa fare. Se volete che testi un prodotto, bene… se il prodotto mi piace (o non mi piace) e se ne voglio parlare, lo faccio. Se pensate di iniziare una collaborazione affermando: “Ci piacerebbe scrivessi un post su…” avete sbagliato persona.
  4. Non proponetemi di scrivere un post su cose che non tratto: proprio ieri ho ricevuto in mail la proposta di un “post di promozione” sul Carnevale di una città umbra, con tanto di link al sito in questione. La mia risposta è stata (ovviamente): “NO, sul mio blog non riuscirei a scrivere di una cosa del genere” e “NO, non farei una marchetta del genere neanche se si trattasse di un prodotto tecnologico”.
  5. Siate amichevoli e cordiali: mi piace essere informale, se mi date immediatamente del “tu” non mi offendo affatto, anzi… Mentre se mi scrivete “Spett.le Direttore del Giovy’s Blog” oltre a mettere una specie di barriera fredda fra me e voi, mi fate anche capire che non sapete come mi chiamo e chi scrive nel blog (punto 1).
  6. Non vi offendete, se vi rispondo “No, grazie”: rispondo SEMPRE a tutti, anche alle proposte più incredibili (un post su un portale di poker online? Mi hanno proposto anche questo). Se dovessi rispondervi: “No, non mi interessa” non ribattete piccati, perchè in tal caso oltre a considerarvi poco seri, potrei prendervi ad esempio di come NON fare comunicazione e PR online.

Ci sono TANTE agenzie serie di Internet PR, conosco personalmente tante persone che ci lavorano/lavoravano ed alcuni li considero AMICI e non semplici conoscenti (ciao Zeno!) 😉
Ho splendidi rapporti con loro perchè sono stati intelligenti ed hanno saputo instaurare un dialogo (è il loro lavoro, no?) basato sulla correttezza.

Il mio consiglio alle aziende che volessero intraprendere un DIALOGO con i blogger senza sperare di farne “carne da marchette” è di CONOSCERE i blogger innanzitutto (avete un blog aziendale? No? Male!) e di capire che c’è differenza fra un blogger ed una prostituta (con tutto il rispetto per chi svolge il mestiere più antico del mondo).

Oct 022008
 

L’interrogativo mi gira in testa da un po’, ma questa mattina (stimolato dal questionario di ricerca del LaRiCa, che vi invito a compilare se avete un po’ di tempo) mi piacerebbe sapere come e quanto dei “fatti vostri” finisca online.

La molla che ha fatto scattare questa curiosità è uno “strano fenomeno” (neanche tanto strano, a dir la verità) collegato al cambio di relationship status su Facebook; da un po’ di tempo a questa parte, infatti, noto sempre più spesso che ogni volta un mio contatto cambia questo stato (ovvero: trova o molla un partner, si fidanza o rompe il fidanzamento, si sposa o si separa), una o più persone saranno portate ad esprimere la propria solidarietà o fare gli auguri per tale circostanza.

Non sempre succede qualcosa: Facebook, per motivi imperscrutabili (beh, diciamo anche: per povertà di implementazione), a volte crea cambi di status anche quando non ci sono; se siete fidanzati ma decidete di nascondere il vostro status, Facebook se ne uscirà con un laconico “is no longer listed as in a relationship“. Oh cavoli… panico fra i vostri amici, che correranno ad informarsi su cosa possa essere successo (facendo spesso figure barbine, perchè non è successo alcunchè).

Ecco quindi che la voglia di NON far sapere i “fatti propri” online ci si ritorce contro, costringendo a dover pubblicamente dare spiegazioni sul proprio status.

Altro fenomeno che ho notato e che riguarda questa volta FriendFeed: qualunque azione voi compiate su uno dei social network che confluisce in FriendFeed, questa verrà ovviamente riproposta agli amici che seguono il vostro lifestream. Aggiungete una foto su Flickr ai vostri preferiti? Bene… sappiate che nel giro di qualche minuto tutto il mondo (o almeno quella parte di mondo che vi segue) saprà che c’è una ragazza/ragazzo carina/o che avete “favorito” su Flickr… ed inizierà a commentarci su (e siate sinceri… ho letto di persone che piuttosto che favorire una foto su Flickr  se la salvano in locale sul proprio computer) 😀
E’ solo un esempio, sia chiaro… ma si può applicare ad ogni vostra “azione privata divenuta pubblica”, commentata e discussa da tutti.

Per mia scelta (ed anche perchè ormai il mio nome e cognome è conosciuto da praticamente tutti quelli che mi seguono in rete) tutto quello che faccio è visibile a chi mi conosce e mi segue; su Facebook tutti i miei amici hanno accesso ai miei “dati personali”, compreso il mio numero di cellulare o il mio indirizzo email); se dovessi cambiare il mio status su Facebook, tutti ne verrebbero immediatamente a conoscenza e sono sicuro che più di uno/a commenterebbe al riguardo.

Il mio interrogativo è, appunto, questo: “quanto (ed in che modo) vi preoccupate della vostra vita che finisce nei vari social network?