Sep 192004
 

Buongiorno e buona domenica a tutti.
Passato il mal di testa (grazie al cielo), rielaborati gli avvenimenti di due giorni fa (ri-grazie al cielo) eccomi qui in piena forma a rompervi le scatole come sempre.

Solita domenica di riposo, a casa, se non fosse che sto per uscire ed andare a prendere mio fratello che torna dall’Uni (grrrr…. disgraziato…. doveva tornare domani, poi ha deciso di farlo di DOMENICA MATTINA!) 😛
Vabbè…

Inoltre, a quanto leggo su diversi giornali (e me ne hanno parlato ieri, dato che non ho seguito il telegiornali) è stata vista aggirarsi nei paraggi una pantera nera, in un’area che comprende anche il mio piccolo paesino.
Bello! La voglio trovare io la pantera!!!
Sai come andrebbe d’accordo con il mio gatto!
E poi, oh… quale blogger ha una pantera in casa? Me la potrei tirare per mesi e mesi! 😛

Comunque, scherzi a parte, al rientro mi dedicherò ad un’attività che ho trascurato un po’, ovvero la visione dei DVD di X-Files.
Ora ne ho 4 e mezzo in arretrato, il che significa che non riuscirò a vederli assolutamente tutti oggi, e sicuramente non riuscirò a fare un po’ di spazio sul mio computer (ne avrebbe bisogno, 400 GB sono tanti, ma non sono infiniti…) 😉

A dopo!!! 🙂

Sep 162004
 

Ispirato dal mio commento lasciato in questo blog scritto da zuppah, ho avuto la visione… “Stamattina farò un salto nel fetish automobilistico”.

Seguitemi con la mente (e con i vostri ricordi, che se avete anche solo la mia età, per forza di cose saranno simili): partiamo da alcuni anni fa (diciamo 15-20).
Non c’era ancora l’euro (grazie al cielo), non c’era ancora il diffuso benessere e la società sfrenatamente consumistica che c’è ora.
Non c’erano ancora la parabola, il cellulare, Internet.
C’erano però le automobili: la vecchia Cinquecento, la Ritmo, la mitica Duna, la Panda 70 Panda 30 (legata a tante domeniche in giro con l’unico patentato della comitiva) erano quelle più gettonate, insieme alla vecchia Golf, alle Ford Fiesta ecc.
E già da allora c’erano gli “appassionati” che si applicavano con passione e costanza a personalizzare (adesso si direbbe “tuning”) la propria auto.
Vediamo ora gli accessori-fetish più in voga allora:
1) il primo, senza dubbio, erano le tendine parasole.
Gettinatissime quelle con Marilyn Monroe, così come quelle con la scritta “I love New York” ed il profilo dell’Empire State Building. I nostalgici di paesaggi lontani avevano invece quelle con un bel mare tropicale e la scritta “Tropicana”.
2) la striscia modello “Supercar” sulla griglia del radiatore (accessorio davvero da intenditore, non tutti potevano applicarlo e sfoggiarlo con stile).
3) la memorabilia da specchietto retrovisore: i dadoni profumati, il cd di Nino d’Angelo bucato, l’Arbre Magique al pino silvestre (anche se questo è stato ampiamente sdoganato, ed è ancora in giro in numerose automobili), il cornetto rosso o la manina con le corna (di buon auspicio, sperava il possessore).
4) il cagnolino con testa sballonzolante da fissare rigorosamente con il super-attack sul cruscotto, in modo da non poter essere staccato neanche da eventuali proprietari successivi.
5) super-trash: il coprimanubrio in peluche!!!! Anche questo era un accessorio di nicchia, che equipaggiava sopratutto le Golf o le Uno Turbo (di quelle con l’alettone, le minigonne, gli spoiler e quant’altro le facesse essere più aerodinamiche, neanche corressero in F1).
6) gli adesivi e gli “applique” da cruscotto (il super-sticker “Marlboro Country” in primis), applicati sia al parabrezza che al lunotto posteriore, oppure al paraurti (da leggere quando si è pericolosamente vicini al tamponamento), oppure “l’altarino” con la foto della moglie/marito/figlia/cane e la scritta “Non correre, pensa a me” (ancora più minacciosa se la foto è di un caro estinto).

Tanti accessori ancora ci sarebbero da nominare, e tirare fuori dalla scatola dei ricordi…
Quali ricordate voi? Quali avevate sulle vostre auto? Dai, non siate timidi… esponetevi! 😛

In futuro invece parlerò di quelli che sono gli “accessori-fetish” moderni (e qui ci sarebbe da scrivere per giorni e giorni… il tempo passa, ma la testa delle persone resta sempre quella, e film come “The fast and the Furious” non hanno fatto altro che peggiorare la situazione). 😉

Sep 142004
 

Ovvero: riassunto, racconto e considerazioni su Blogstar (con la B “maiuscola”) e B-Blogstar, vissute di prima persona.

Ieri sera ero a casa, approfittando del fatto che la mia ragazza era ad una cena con colleghe di lavoro.
Gironzolavo senza meta per il web, leggendo e commentando fra i tanti blog che seguo.
Capito su Macchianera, ed all’improvviso le casse del mio computer (silenziose, fino a quel momento) prendono vita: è la Radionation! Sta andando in onda Fabbrone, e la musica che passa è buona, un polpettone di generi e artisti unico, scelto anche dal pubblico che ha la possibilità di fare richieste (possibilità di cui abuserò subito dopo). 😛
Ma subito sotto al player di Radionation, trovo il link per il canale IRC #radionation, su Dal.net.
Mmmm…. non c’ho un…. niente da fare… quasi quasi ci vado a fare un giro (e stasera abbandono gli altri canali che seguo, scusatemi) 😀
Faccio partire mIRC, mi connetto al server, e poi al canale…
Ad attendermi (oddio… magari non aspettavano proprio me, ma tant’è… 😀 ), cazzeggiando del più e del meno, trovo (non me ne vogliate se dimentico qualcuno) Fabbrone, QuattroPassi, TheEgo, Apock, un’altro paio di persone, e subito dopo si aggiungono Mauro Biani, Andrea Beggi, Gianluca Neri in altre faccende affaccendato, Lia alle prese con la sua nuova ADSL, ed infine il sottoscritto.
Si chiacchiera, si scherza, si “inciucia” bonariamente con una Gianna che blogger non è di sicuro, si richiedono canzoni…
Cacchio… ma allora le Blogstar sono persone come noi! 😀
Oh, chiariamoci… non voglio fare polemica, e non voglio alimentare la questione nata da Gatto Nero prima e proseguita da zuppah e da Alberto poi.
Voglio semplicemente “spezzare una lancia” a favore delle Blogstar, che oltre la loro “scorza” fatta di migliaia di accessi, link e groupie pronte a fare sesso con loro (seeee, vi piacerebbe, eh!) sono blogger come me, zuppah, Gatto Nero e tutto il resto della blogopalla.
Oddio… magari qualcuno se la tira un po’… ma alla fine, viviamo nello stesso mondo e mangiamo tutti la pasta asciutta a pranzo (beh, magari GNeri ci mette il caviale, al posto del sugo, ma “son cose”) 😀

Conclusione: pace, amore e fraternità per tutti. Tiè! 😛

Sep 132004
 

Buongiorno a tutti, buon inizio settimana e buon inizio di anno scolastico ai ragazzi che da oggi non potranno più leggere le mie cazzate di mattina, causa lezioni in corso…

Stamattina ho proprio voglia di parlarvi del film che ho visto un paio di giorni fa al cinema, ovvero Fahrenheit 9/11, di Michael Moore.

Partiamo dall’inizio:
Conosco Moore cinematograficamente (che parolaccia!) perchè ho avuto modo di vedere il suo Bownling a Columbine, ed ho apprezzato moltissimo il suo stile documentaristico, unito alla sua critica feroce nei confronti delle cose che non gli stanno giù.

Il film:
Sono andato al cinema ben conscio di quello che mi aspettava (o almeno sicuramente di più di un mio amico che ogni tanto sonnecchiava, davvero!).
Il film, sotto l’aspetto stilistico, è ineccepibile (e comunque segue lo stile di Moore, niente di nuovo).
La critica a Bush ed a tutto quello che ha fatto (e non fatto) in relazione a Bin Laden, alla guerra in Iraq ed alla sua “politica della guerra ad ogni costo” è assolutamente condivisibile (almeno dal mio punto di vista).
Però…
… però ci sono alcune cose che mi hanno lasciato perplesso.
Ok, Moore è caustico e feroce come sempre, ma a differenza di altri suoi lavori, si lascia andare troppo spesso ad una retorica pietistico-popolare.
E’ troppo semplice mostrare scene raccapriccianti (il soldato senza braccia, il bambino orribilmente ustionato e così via…) per suscitare l’indignazione delle persone. Grazie al cielo ha saputo “glissare” con un certo stile sulla tragedia dell’11 settembre, senza mostrare aerei che si schiantavano o palazzi che crollavano, ma facendo vedere solamente tanti piccoli “particolari umani” che hanno reso quella tragedia così terribile.
Una scena che non ho proprio digerito, invece, è quella della “mamma disperata davanti alla Casa Bianca”.
QUELLA SCENA ha (a parer mio) vanificato tutto lo sforzo di restare in qualche modo aderente al suo stile.
QUELLA SCENA (ma non solo, quella ne è solo l’apoteosi) è roba da film drammatico e strappalacrime, dove si vede purtroppo il tentativo di far colpo anche sul piccolo pubblico, che magari non capirà un cavolo di politica ma che si commuove se vede una madre che piange il figlio morto in Iraq.

E’ una cosa scorretta (verso il pubblico), e non mi è piaciuta.

Ritengo il film comunque molto valido, ed assolutamente da vedere per conoscere meglio tanti “piccole-grandi particolari” che a molti (me compreso) erano sconosciuti.
Ma guardatelo con occhio critico… e non fatevi fregare.

Sep 112004
 

Il santo di oggi: San Giacinto e Sant’Emiliano.

Compleanni famosi: Brian De Palma, Moby, Lola Falana, Pupo (ARGH!)

Avevo intenzione, oggi, di parlare del film che ho visto al cinema ieri sera, l’ultima (e tanto discussa) opera di Michael Moore: Fahrenheit 9/11.
Ma non lo farò.
Allora stesso modo sarebbe troppo semplice parlare oggi dell’11 settembre 2001, e proprio per questo mi asterrò dal farlo.

Senza dimenticare quello che è stato (e penso nessuno mai potrà farlo), ma senza aggiungere parole (inutili) su parole.

Non per niente oggi è l’11 settembre 2004.

Sep 102004
 

C’è un po’ di trambusto nella blogosphera.
Alcuni blog famosi (quello di Kiki, innanzitutto, ma anche quello di Kela) sono stati chiusi ieri, per motivi molto simili e riconducibili alla vita privata che si è “sovrapposta” a quella del blog.
Io NON conosco Kiki (o meglio, non conosco bene il suo blog, dato che l’avrò letto un paio di volte, probabilmente) e non voglio giudicare nè lei nè Kela (che non avevo MAI letto prima di ieri).

Voglio parlare invece di quello che penso succeda nella vita di chi apre un blog.

Quali sono i motivi che spingono una persona ad aprire un blog? Curiosità (come nel mio caso)? Esibizionismo? Desiderio di fama? O tutti questi motivi insieme?

Parlo per me: ho cominciato a scrivere qui per curiosità, quasi per gioco (e lo potete leggere come sottotitolo del mio blog).
Ma un po’ alla volta il blog è diventato “qualcosa di più”.
Non solo qualcosa alla quale dedicare un po’ del mio (poco) tempo libero, ma un modo di “farsi conoscere” fuori dal proprio “microcosmo”.

In parte è il mio lavoro (lavoro per il web, ma il mio ambito d’azione è un computer con relativo monitor, non sono un commerciale o uno che gira per cercare clienti) che mi “costringe” a passare ore ed ore davanti ad uno schermo, il più delle volte solo…
In parte è il mio desiderio innato di comunicare a qualcuno quello che so, quello che provo e quello che penso.

Ho sempre scritto un diario; all’inizio era cartaceo (come moltissimi ragazzi e ragazze), poi è diventato digitale (circa 400 file di Word, pari a qualche anno della mia vita).
Posso quindi pensare che quei file di Word erano il mio “blog personale”, blog che è rimasto (e rimarrà sempre) chiuso nel mio computer, e che MAI NESSUNO ha potuto leggere, a differenza del mio diario cartaceo, che invece è stato letto da una delle ragazze che più ho amato (e con la quale NON sono stato insieme) in vita mia, proprio perchè quel diario era anche parte della sua vita.
Non ho mai inventato niente (nè mai lo farò) per “accattivare” i lettori.

Perchè, diciamocelo sinceramente, se una persona scrive in pubblico è proprio per essere letta.
Vedere tanti commenti, migliaia di visite, decine di utenti collegati contemporaneamente… molte persone potrebbero fare carte false per ciò.
A me interessa in parte.
Sono felice se quello che scrivo suscita interesse, attenzione, curiosità e voglia di parlarne.
Ma allo stesso modo se non succede non mi cambia niente, la mia vita resta uguale.
MAI infiocchetterò la realtà per renderla “più godibile = più interessante = più facilmente “smerciabile”.
Io sono così, o mi si ama o mi si odia.
Le cose che scrivo possono piacere o meno, ma chissenefrega se non piacciono.
Kiki ha scritto il suo blog con un fine: DOVEVA essere una blogstar, DOVEVA piacere, DOVEVA far parlare di se perchè DOVEVA scrivere un libro.
Io NON DEVO scrivere nessun libro, NON SONO una blogstar, NON DEVO far parlare di me (al massimo, se lo fanno gli amici, lo fanno sicuramente male… 😛 )

This is my life… so…

Sep 072004
 

Le agenzie e le testate online stanno battendo da un’ora la notizia dell’ennesimo rapimento in Iraq.
Questa volta, però, il rapimento ci riguarda da vicino.
Due donne, di un’organizzazione umanitaria, sono state rapite mentre si trovavano negli uffici della loro organizzazione.
E’ un’escalation senza fine, e che diventa sempre più cruda.
Prima si rapivano i giornalisti “beccati” per strada senza scorta, o in agguati mentre facevano il loro lavoro, ora invece si rapiscono due donne che erano nel loro ufficio a lavorare per aiutare il popolo iracheno.
Restare in Iraq sta diventando pià pericoloso che camminare bendati in un campo minato in Cambogia.

Il titolo di questo blog, però, è riferito a qualcos’altro: chi sarà il primo a dire: “Noi restiamo qui, e non ce ne andremo mai! I terroristi facciano quello che vogliono, ma noi resteremo fedeli a sua maestà GiorgioDabliu” quando i rapitori avanzeranno le loro richieste?
Ci penserà mr. SorrisoATrentadueDentiEBandana o mr. IntevistaAdAljazeeraPerDireNo?

Pensate quello che volete…
Io sono stanco, come migliaia di italiani, di vivere con angoscia il momento di sentire il telegiornale.
Che cazzo ci stiamo a fare, in Iraq?
Gli iracheni non ci possono vedere, il bene che facciamo alla loro popolazione è ripagato con sangue italiano, e sarà sempre peggio.
Spero con tutto il cuore che non succeda… lo spero con tutto me stesso…
ma… chi sarà il primo a dire ai genitori di Simona e Simona: “Vostra figlia è morta in mano ai terroristi, perchè abbiamo detto no al loro ricatto”?