May 192007
 

Leggevo questa mattina un interessante post su Arigatò, in cui si parlava dei "Capsule Hotel".

Cos’è un Capsule Hotel?
E’ una tipologia di hotel molto particolare, esistente in Giappone (e penso solo lì), che rende possibile alloggiare (anche se il termine è improprio, in questo caso) in delle "capsule" dotate di tutti i confort ma… delle dimensioni appunto di una capsula (o un loculo, se preferite un paragone italico).
Date un’occhiata alla foto sotto (tratta dal sito web del Capsule Inn di Akihabara):

capsule_hotel01.jpg

In pratica si paga molto poco (4000 yen, circa 25 euro) per dormire in questi "cosi", avendo a disposizione un bagno comune, spazi comuni dove lavorare e mangiare ecc.
Ogni capsula è dotata di tv e radio, aria condizionata, connessione wireless ad Internet, sveglia e set da bagno all’interno del proprio armadietto, mentre le facilities comuni sono molte e vanno da distributori di bevande e snack, computer con stampanti, sedie con vibromassaggio…
Potete anche mangiarci dentro, se vi va… anche se la cosa mi fa una certa impressione. 😛

Personalmente non dormirei MAI in una capsula, neanche se fosse gratis! Solo a vedere le foto, infatti, vengo preso da un senso di claustrofobia che mi fa pensare a cosa succederebbe se si bloccasse la porta della capsula e si spegnesse l’aria condizionata, oppure se succedesse un incendio o un terremoto (questi ultimi sono abbastanza comuni in Giappone). Inoltre, tutte quelle porte tipo "sportello di un forno a microonde" che si affacciano sul corridoio mi farebbero sentire un pollo arrosto… 😛

E voi… dormireste in una capsula o preferireste spendere il doppio o il triplo per dormire in un vero hotel in Giappone? 😉

May 032007
 

Chi sono io, nel mio piccolo, per non dare visibilità ai "numeri di Lost che non sono di Lost"? 😉

Accade infatti che venga segnalata su DIGG questa simpatica sequenza di numeri (altro non è che il codice per "craccare" gli HD-DVD, scoperto dal solito smanettone che si è divertito a fare un dump della memoria mentre un player software riproduceva uno di questi dischi, ed a ragionarci su insieme a tanti altri amici). Dopo un po’ di tempo, il team di digg riceve la classica letterina di Cease & Desist che tanto va di moda e decide di rimuovere la segnalazione. Non l’avessero mai fatto! Segnalazioni su segnalazioni si accavallano per ripescare dal web la stringa e fare in modo che le multinazionali non riescano a piegare al silenzio chi vogliono.

Visto l’andazzo, quindi, Kevin Rose si mette dalla parte dei "deboli" e pubblica sul blog di digg un post con la chiave, invitando tutti a "diggarla". E’ il delirio! Centinaia, migliaia di blogger in tutto il mondo riprendono il post e ripubblicano la chiave, che intanto viene stampata su magliette, cantata in musica e via dicendo… 😀

Voglio vedere adesso la RIAA mandare centinaia di migliaia di lettere in giro per il mondo… 😀

Apr 242007
 

twitter.pngNe stavo leggendo in giro, e fortunatamente vedevo tutta una serie di nomi diversi da mio che si avvicendavano nelle risposte.
Ok… me la sono scampata, questa volta, nonostante sia uno dei Twitters più "anziani". 😀

… ed invece NO, la catena (impropriamente definita "meme") ha colpito anche me via Elena… 😛

"Perchè uso Twitter?"

Nonostante lo utilizzi molto meno di prima (per "prima" intendo quando è stato lanciato), adesso uso Twitter perchè:

  1. con un solo Twit posso raggiungere immediatamente 220 persone (i followers che mi seguono)
  2. posso essere aggiornato sulle ultime novità della blogosfera in tempo praticamente reale
  3. se non voglio essere disturbato, posso spegnerlo con un "OFF"
  4. quando ho GTalk chiuso ricevo tutta la cronologia direttamente in Gmail (comodissimo)
  5. mi ha fatto ampliare la lista di blog che seguo (e questa è una cosa sia positiva che negativa, il tempo purtroppo non è infinito)

Come mia consuetudine, la catena arriva a me e NON viene rilanciata ad altri, quindi… don’t worry! 😉

Apr 212007
 

Oltre 480 contatti… tanti sono presenti nella mia contact-list in Gmail. Ovviamente una buona metà saranno solo indirizzi e-mail con i quali in qualche modo sono venuto in contatto (magari uno dei tanti lettori che quotidianamente mi scrivono per informazioni su questa o quella cosa), ma tanti sono indirizzi di persone che conosco o che mi conoscono.
A volte magari potrei aver bisogno di ulteriori informazioni su un determinato contatto (il suo IM o il suo indirizzo postale per spedirgli qualcosa, ad esempio) e l’unica strada percorribile è scrivergli e chiedere questi dati.
A meno che….

tabber_logo.jpg… il vostro contatto non usi Tabber! 🙂

Tabber è un online address book con una spiccata tendenza "sociale".
Una volta registrati a Tabber, potete inserire le vostre informazioni di contatto e decidere se renderle pubbliche o meno. Allo stesso modo andrete ad inserire i vostri contatti (manualmente o importandoli tramite un’apposita funzione da una miriade di sorgenti) e… se qualcuno dei vostri contatti è registrato in Tabber con un indirizzo e-mail che conoscete ed ha reso pubblici i propri dati personali, avrete la possibilità di vederli.

I dati che potete "conservare" in Tabber sono da quelli classici (indirizzi, numeri di telefono, IM) a quelli "avanzati" come indirizzi di blog, social bookmarking, photogallery e via dicendo.
Se i vostri contatti avranno inserito queste informazioni, potrete raggiungere questi siti con un semplice click dalla scheda del vostro contatto.
Inoltre, ogni contatto avrà una pagina che "riepiloga" la propria attività online (presa dai feed RSS, dal proprio blog, da Twitter, da Flickr… se ha aggiunto tali fonti al proprio profilo), in modo da vedere tutto quello cha ha fatto/sta facendo.

tabber_contact_view.png 

E’ possibile taggare i vostri contatti e visualizzare una tag cloud di tali tag.
Un breve "feature tour" è disponibile in questa pagina, in modo da avere un’idea più precisa di cosa permette Tabber.

Privacy:  Tabbed ha una privacy policy precisa, e come utente avete la possibilità di decidere SE rendere i vostri dati pubblici o meno. Se decidete di renderli privati, potete decidere di consentirne comunque l’accesso a determinati contatti.

Più utenti "joinano" (che brutto termine, lo so…) Tabber, meglio è… 😉

Apr 162007
 

Buongiorno a tutti, e buon inizio settimana.
Il post di oggi potrebbe sembrarvi "strano", perchè comincia con una domanda.
Beh… era da un po’ di tempo che avevo intenzione di parlare di questo argomento, e l’articolo di oggi del Corriere me ne ha dato lo spunto, avendo questo titolo: L’Aeronautica, avvistati tre Ufo nel 2006.

A quanto pare, gli avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati (OVNI) negli ultimi anni sono stati diversi, e molti di questi ad opera di piloti di aerei civili/militari (in alcuni casi ci sono stati anche dei riscontri radar).
Il 2001 è stato l’anno di punta, con ben 12 avvistamenti.

Da molti anni mi interesso dell’argomento UFO, ho avuto modo di leggere diversi libri al riguardo, ero iscritto alla newsletter del CISU (il Centro Italiano Studi Ufologici) e… beh, conosco Contact ed Incontri ravvicinati del terzo tipo a memoria (ed ho visto tutti gli episodi di X-Files)! 😀

A parte gli scherzi, sono sempre stato molto combattuto fra scetticismo e voglia di credere; il classico manifestino "I want to believe" si è spesso scontrato con mistificazioni smascherate in modo plateale, con strani personaggi armati di tanta voglia di apparire (o semplicemente pazzi).
Fenomeni come i crop circles, ad esempio, sono l’emblema di questa dualità: alcuni cerchi nel grano sono semplicemente impossibili da fare, per la loro complessità e dimensione. Alcuni fenomeno fisici legati ai cerchi (come le mutazioni genetiche nel grano) sono inspiegabili. Eppure anche i crop circles sono stati falsificati… e se falsificare un cerchio nel grano non è difficilissimo, figuriamoci quanto è semplice farlo con una fotografia o un filmato. Di contro, mi rendo conto che pensare di essere gli unici esseri intelligenti in un universo sconfinato è assurdo.
Un capitolo a parte meriterebbero poi gli "incontri ravvicinati", di tutti i tipi… anche qui ci sono prove difficili da confutare e banali falsi.

Sinceramente: mi piacerebbe vedere personalmente un UFO, magari fotografarlo o filmarlo.
… come piacerebbe a tante persone, del resto.

Qualcuno di voi ha mai visto (o pensa di aver visto) un UFO? Ci credete? Sono cazzate?

…se solo una su un milione avesse un pianeta, e se solo uno su un milione di essi avesse la Vita, e se solo su uno su un milione di essi ci fosse vita intelligente, potrebbero esserci letteralmente milioni di civiltà lassù… Bé, se non ci fossero sarebbe un bello spreco di spazio. (Jodie Foster, da "Contact")

Apr 132007
 

Un paio d’anni fa vi presentai un reportage fotografico di quella che è sicuramente la festa più importante del paese dove abito: la Festa della Madonna della Fontana.
Festa che ogni anno richiama a Torremaggiore migliaia di persone dei paesi limitrofi e coinvolge praticamente tutta la popolazione, in una lunga "processione" dietro la statua della Madonna (una descrizione più accurata della festa la trovate nel post di due anni fa).
Ma… non pensiate che tutte queste persone siano "mosse" da un sentimento religioso così forte; moltissimi (direi la maggioranza) segue la processione per i fuochi pirotecnici (le "batterie") che vengono accesi lungo il percorso. In questa pagina di Wikipedia sulla Festa del Soccorso della vicina San Severo è possibile trovare maggiori informazioni storiche circa questi fuochi.

Nonostante le batterie pirotecniche siano uno spettacolo fantastico da vedere (un po’ meno da sentire, dato che sono decisamente rumorose), una consuetudine che ormai è stata elevata a status di tradizione è quella dei "fujenti del fuoco", ovvero ragazzi (ma anche ragazze, uomini e donne) che corrono davanti alla batteria, a brevissima distanza dalle stesse.
Inutile dirvi che è una cosa pericolosa, del tutto assimilabile alla corsa dei tori di Pamplona, specie quando a correre sono centinaia di persone (come succede per la Festa del Soccorso di San Severo).

Quindi… armato della mia fantastica videocamera digitale, ho ripreso una di queste "batterie" con relativa "fujuta" davanti al fuoco.
Gli appassionati di questa cosa dicono che non è affatto pericolosa… voi che ne dite? 😀

Apr 112007
 

La vexata quaestio su cui sta dibattendo la blogosfera italiana (sempre molto attenta a quanto si dice in quella americana, a quanto pare) riguarda la proposta di introdurre un codice di condotta per i blogger, avanzata dai tizi di O’Reilly (li ricorderete per la querelle sull’uso del termine “Web 2.0”) come risposta alle minacce ricevute da Kathy Sierra nei commenti sul suo blog.

Non mi pare affatto strano che questa cosa sia partita dagli Stati Uniti, notoriamente molto inclini a cercare di limitare le libertà degli altri (DMCA, Patriot Act, Net Neutrality e via dicendo), ma mi pare strano che gli italiani (o almeno: alcuni italiani) possano appoggiare una cosa del genere.
Amo la Rete perchè permette di esprimere LIBERAMENTE le proprie opinioni, sia per chi si trova da questa parte (quella di chi scrive un post che poi verrà letto da centinaia/migliaia di persone) che da quella parte (chi poi andrà a commentare quanto scritto dall’autore del blog).
In più di un’occasione ho parlato della differenza fra LIBERTA’ e LIBERTINAGGIO; esseri liberi di esprimere le proprie idee (sia in forma parlata che scritta) non significa essere liberi di dileggiare/insultare/minacciare gli altri, a maggior ragione se il proprio comportamento assume rilevanza civile e penale.
Siamo tutti (o quasi) essere umani intelligenti e dotati di raziocinio, il proprio “codice di condotta” dovrebbe essere inconscio e NON dettato da leggi scritte da qualcun’altro e successivamente adottate per vox populi; allo stesso modo il codice di condotta di chi gestisce un blog dovrebbe essere dettato esclusivamente dal proprio buon senso.
Bloccare i commenti anonimi è una pratica inutile (ed io non lo farò mai), ignorare i troll è una pratica da fare sempre, così come quella di rimuovere i commenti diffamatori verso se/altri.
Tutto rientra, come si può vedere, nella “normale vita” e amministrazione di un blog. A cosa serve quindi un codice di condotta da sottoscrivere e far sottoscrivere agli altri? A cosa serve il badge da mettere sul proprio blog?

Il cervello… questa è l’unica cosa che serve (da ambo i lati).