Apr 172007
 

Avendo a che fare con il web, i blogger si trovano spesso nella condizione di dover essere contattati (magari per un consiglio, o per un complimento che fa sempre piacere… 😛 )

Ci sono due soluzioni a questo problema:

  1. se si è "smanettoni" si integra un modulo per i contatti (come quello che trovate in questo blog cliccando sul link "Contatti", e che viene usato giornalmente da qualche visitatore/lettore)
  2. si mette da qualche parte un link alla propria casella e-mail (magari evidenziato da un elemento grafico, come quello che trovate nella sidebar di destra)

La prima soluzione è buona perchè NON rivela il vostro indirizzo di e-mail (salvaguardando la vostra privacy) ma "cattiva" perchè richiede un minimo di impegno "tecnico". La seconda soluzione è buona perchè è semplice (mettere un link è una cosa da tutti) ma è cattiva perchè lascia il vostro indirizzo e-mail in balia di tutti (compresi gli spam-crawler, che girano per la rete alla ricerca di indirizzi da spammare). Si può cercare di "offuscare" il proprio indirizzo e-mail, camuffandolo in qualche modo… ma alla fine ci si arriva comunque.
Oggi, per venire incontro alle esigenze di semplicità e privacy di chi ha bisogno di essere contatto, vi presento un nuovo servizio molto utile in questi casi… 😛

contactify_logo.pngcontactify è un’applicazione Web 2.0 che vi permette di creare facilmente un "contact link" da pubblicare sul vostro sito/blog, che porta chi ha bisogno di contattarvi ad una pagina dove, riempiendo il classico modulo di contatto, potrà raggiungervi senza aver bisogno di conoscere la vostra e-mail.
Il funzionamento è semplicissimo: basta registrarsi gratuitamente e vi verrà assegnato un link come questo: http://www.contactify.com/167 (il link è funzionante e può essere usato per contattarmi senza problemi). Fatto! 😛
Dovrete solo pubblicarlo sul vostro blog (dandogli tutta la visibilità che volete, non c’è rischio di turbare la vostra privacy) ed aspettare di essere contattati! 😛
Sotto il profilo "sicurezza", contactify protegge il modulo di contatto con un captcha (il classico box dove digiterete la sequenza alfanumerica proposta), quindi non dovreste ricevere spam.

Unico "appunto" che posso fare al servizio: la pessima scelta grafica fatta per il sito (molto web 1.0)! Lo schema colori è agghiacciante e i campi da riempire sono troppo piccoli, così come i testi. Migliorando questi aspetti, il servizio potrebbe diventare davvero molto utile ed interessante per tutti! 🙂

UPDATE 19/04/07: mi ha contattato Ankur, il creatore di Contactify, che dopo i ringraziamenti di rito mi ha detto che ha preso in considerazione quanto avevo scritto e… beh, ha ridisegnato il sito in un’ottica più Web 2.0. 🙂
La grafica è sicuramente più attraente, i campi dei form sono più grandi ed ha integrato AJAX in modo estensivo in homepage.
Che ne pensate ora? 😉

Apr 162007
 

Buongiorno a tutti, e buon inizio settimana.
Il post di oggi potrebbe sembrarvi "strano", perchè comincia con una domanda.
Beh… era da un po’ di tempo che avevo intenzione di parlare di questo argomento, e l’articolo di oggi del Corriere me ne ha dato lo spunto, avendo questo titolo: L’Aeronautica, avvistati tre Ufo nel 2006.

A quanto pare, gli avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati (OVNI) negli ultimi anni sono stati diversi, e molti di questi ad opera di piloti di aerei civili/militari (in alcuni casi ci sono stati anche dei riscontri radar).
Il 2001 è stato l’anno di punta, con ben 12 avvistamenti.

Da molti anni mi interesso dell’argomento UFO, ho avuto modo di leggere diversi libri al riguardo, ero iscritto alla newsletter del CISU (il Centro Italiano Studi Ufologici) e… beh, conosco Contact ed Incontri ravvicinati del terzo tipo a memoria (ed ho visto tutti gli episodi di X-Files)! 😀

A parte gli scherzi, sono sempre stato molto combattuto fra scetticismo e voglia di credere; il classico manifestino "I want to believe" si è spesso scontrato con mistificazioni smascherate in modo plateale, con strani personaggi armati di tanta voglia di apparire (o semplicemente pazzi).
Fenomeni come i crop circles, ad esempio, sono l’emblema di questa dualità: alcuni cerchi nel grano sono semplicemente impossibili da fare, per la loro complessità e dimensione. Alcuni fenomeno fisici legati ai cerchi (come le mutazioni genetiche nel grano) sono inspiegabili. Eppure anche i crop circles sono stati falsificati… e se falsificare un cerchio nel grano non è difficilissimo, figuriamoci quanto è semplice farlo con una fotografia o un filmato. Di contro, mi rendo conto che pensare di essere gli unici esseri intelligenti in un universo sconfinato è assurdo.
Un capitolo a parte meriterebbero poi gli "incontri ravvicinati", di tutti i tipi… anche qui ci sono prove difficili da confutare e banali falsi.

Sinceramente: mi piacerebbe vedere personalmente un UFO, magari fotografarlo o filmarlo.
… come piacerebbe a tante persone, del resto.

Qualcuno di voi ha mai visto (o pensa di aver visto) un UFO? Ci credete? Sono cazzate?

…se solo una su un milione avesse un pianeta, e se solo uno su un milione di essi avesse la Vita, e se solo su uno su un milione di essi ci fosse vita intelligente, potrebbero esserci letteralmente milioni di civiltà lassù… Bé, se non ci fossero sarebbe un bello spreco di spazio. (Jodie Foster, da "Contact")

Apr 142007
 

Alcuni giorni fa vi ho presentato un divertente giochino (Boomshine) che a quanto pare è diventato un vero e proprio tormentone fra i blogger (e non solo… c’è mia sorella che ci sta ancora giocando) 😀
Nei commenti a quel post mi è stato presentato un nuovo gioco, ed incuriosito sono andato a dargli un’occhiata…
Beh… se Boomshine vi ha catturato… questo non vi farà muovere dalla vostra sedia per diverse ore… 😀

onslaught.jpg

Onslaught è un divertente (e altamente coinvolgente) gioco di strategia realizzato in Flash. A differenza di Boomshine, per giocare ad Onslaught non abbiamo bisogno di molta fortuna, ma di molta intelligenza e strategia.

Come si gioca ad Onslaught?
Il principio di gioco è abbastanza semplice: si ha una "strada" che conduce ad un fortino (la mitica Area 51). In questa strada transiteranno tutta una serie di aggressori (alcuni molto carini, come quelli travestiti da stampanti) e noi dovremmo difendere il fortino piazzando una serie di armi capaci di distruggere gli aggressori. Ci sono tre tipologie di armi base, ognuna caratterizzata da diversi parametri:

  1. Damage (potenza distruttiva)
  2. Range (raggio d’azione)
  3. Fire rate (velocità di fuoco)

Le torrette blu, ad esempio, hanno una buona velocità di fuoco ma non sono molto potenti. Le torrette verdi hanno un laser mediamente potente e sono mediamente veloci, ma possono essere "linkate" piazzandone altre uguali nei paraggi, aumentandone così la potenza. Le torrette rosse sono dei lanciamissili, molto potenti ma non tanto veloci nel fuoco.
Man mano che distruggete i nemici, ricevete dei soldi che potete reinvestire immediatamente piazzando altre torrette o potenziando quelle esistenti.
Tutte le torrette infatti possono essere potenziate sotto ogni parametro, aquistando in capacità distruttiva, raggio d’azione e velocità di fuco. I primi "upgrade" sono poco costosi e si possono fare quasi subito, mentre andando avanti il costo sale in maniera considerevole e dovrete far fuori molti nemici per avere i soldi necessari agli upgrade.
Inoltre, esistono una serie di "add-on" capaci di estendere le potenzialità di tutte le torrette che si trovano nel raggio d’azione, così come determinate combinazioni di torrette sono capaci di sparare armi molto più potenti e letali.
Chiaramente non posso riportarvi tutte le istruzioni qui (e non avrebbe senso, dato che c’è un’apposita pagina molto chiara al riguardo) ma… posso fornirvi qualche consiglio:

  • all’inizio del gioco, piazzate subito una torretta BLU vicino all’ingresso, che vi permetterà di far fuori i nemici per i primi livelli, e guadagnare subito un po’ di soldi per gli upgrade
  • dopo la prima torretta blu, mettete sul campo una torretta VERDE, e puntate ad aumentare la sua velocità di fuoco. Linkandola (è una procedura automatica, se ci sono altre torrette verdi nei paraggi) si ottiene una potenza di fuoco maggiore
  • mettete al centro del campo una torretta rossa, che ha un grande raggio d’azione, ed aumentate la sua potenza di distruzione
  • vicino al fortino piazzate una o due torrette blu e "pompatele" al massimo.
  • se non volete aspettare l’ondata successiva di attaccanti, premete la barra spaziatrice o l”apposito pulsante (send now)
  • usate in maniera intelligente le torrette "add-on" per potenziare quelle circostanti

Vi assicuro che il gioco è MOLTO COINVOLGENTE e richiede una notevole dose di strategia. Anche qui poi non venite a lamentarvi per cali di produttività (anche se ve lo sto presentando nel week-end, e non dovreste risentirne molto) 😀

Apr 132007
 

Un paio d’anni fa vi presentai un reportage fotografico di quella che è sicuramente la festa più importante del paese dove abito: la Festa della Madonna della Fontana.
Festa che ogni anno richiama a Torremaggiore migliaia di persone dei paesi limitrofi e coinvolge praticamente tutta la popolazione, in una lunga "processione" dietro la statua della Madonna (una descrizione più accurata della festa la trovate nel post di due anni fa).
Ma… non pensiate che tutte queste persone siano "mosse" da un sentimento religioso così forte; moltissimi (direi la maggioranza) segue la processione per i fuochi pirotecnici (le "batterie") che vengono accesi lungo il percorso. In questa pagina di Wikipedia sulla Festa del Soccorso della vicina San Severo è possibile trovare maggiori informazioni storiche circa questi fuochi.

Nonostante le batterie pirotecniche siano uno spettacolo fantastico da vedere (un po’ meno da sentire, dato che sono decisamente rumorose), una consuetudine che ormai è stata elevata a status di tradizione è quella dei "fujenti del fuoco", ovvero ragazzi (ma anche ragazze, uomini e donne) che corrono davanti alla batteria, a brevissima distanza dalle stesse.
Inutile dirvi che è una cosa pericolosa, del tutto assimilabile alla corsa dei tori di Pamplona, specie quando a correre sono centinaia di persone (come succede per la Festa del Soccorso di San Severo).

Quindi… armato della mia fantastica videocamera digitale, ho ripreso una di queste "batterie" con relativa "fujuta" davanti al fuoco.
Gli appassionati di questa cosa dicono che non è affatto pericolosa… voi che ne dite? 😀

Apr 122007
 

Il panorama dei software Web 2.0 di editing online delle immagini si arricchisce di un nuovo competitor, che mi ha sorpreso innanzitutto non per le innovative funzioni ma… per il fatto di NON essere in beta! 😀

Wiredness è un semplice editor online di immagini, interamente realizzato in AJAX e con un’interfaccia minimale a menù, in stile Windows.

Clicca sull’immagine per ingrandirla

wiredness_screen01.jpg

Le immagini da importare in Wiredness possono essere locali (sul vostro hard disk) oppure online (magari dal vostro Flickr), con una dimensione massima di 5 MB, più che sufficienti anche per le immagini in alta risoluzione delle moderne reflex digitali.
I tool a disposizione non sono moltissimi, ma sono comunque sufficienti per un veloce editing di base, specie quando non avete a disposizione un programma di grafica.
Potete modificare le dimensioni dell’immagine o ritagliarla, sottoesporla o sovraesporla, così come rimuovere gli occhi rossi (funzione non presente in altri editor online). Potete inoltre applicare una serie di effetti che vanno dalla rotazione allo sketch, alla regolazione dei diversi parametri della foto (luminosità, contrasto). Non temete di commettere errori irreparabili, c’è disponibile il pulsante UNDO per annullare l’ultima modifica effettuata.
Le immagini modificate possono essere salvate in locale in diversi formati (.png, .jpg e .gif), caricate automaticamente su alcuni servizi di image hosting gratuiti (ImageShack o GlowFoto), stampate o inviate direttamente via e-mail.

Giudizio di Giovy: un’applicazione Web 2.0 senza grosse pretese, che ha nell’immediatezza e nella facilità d’uso i suoi punti forti. Ci sono dei buoni margini di miglioramento (l’aggiunta di ulteriori tools, l’integrazione con altri servizi di image hosting come Flickr o Zooomr ecc) e spero vengano sfruttati per far evolvere Wiredness.
Una nota interessante: Wiredness mette gratuitamente a disposizione le sue Image Manipulation API, in modo da poterle integrare in servizi di terze parti o creare interessanti mashup.

Apr 112007
 

La vexata quaestio su cui sta dibattendo la blogosfera italiana (sempre molto attenta a quanto si dice in quella americana, a quanto pare) riguarda la proposta di introdurre un codice di condotta per i blogger, avanzata dai tizi di O’Reilly (li ricorderete per la querelle sull’uso del termine “Web 2.0”) come risposta alle minacce ricevute da Kathy Sierra nei commenti sul suo blog.

Non mi pare affatto strano che questa cosa sia partita dagli Stati Uniti, notoriamente molto inclini a cercare di limitare le libertà degli altri (DMCA, Patriot Act, Net Neutrality e via dicendo), ma mi pare strano che gli italiani (o almeno: alcuni italiani) possano appoggiare una cosa del genere.
Amo la Rete perchè permette di esprimere LIBERAMENTE le proprie opinioni, sia per chi si trova da questa parte (quella di chi scrive un post che poi verrà letto da centinaia/migliaia di persone) che da quella parte (chi poi andrà a commentare quanto scritto dall’autore del blog).
In più di un’occasione ho parlato della differenza fra LIBERTA’ e LIBERTINAGGIO; esseri liberi di esprimere le proprie idee (sia in forma parlata che scritta) non significa essere liberi di dileggiare/insultare/minacciare gli altri, a maggior ragione se il proprio comportamento assume rilevanza civile e penale.
Siamo tutti (o quasi) essere umani intelligenti e dotati di raziocinio, il proprio “codice di condotta” dovrebbe essere inconscio e NON dettato da leggi scritte da qualcun’altro e successivamente adottate per vox populi; allo stesso modo il codice di condotta di chi gestisce un blog dovrebbe essere dettato esclusivamente dal proprio buon senso.
Bloccare i commenti anonimi è una pratica inutile (ed io non lo farò mai), ignorare i troll è una pratica da fare sempre, così come quella di rimuovere i commenti diffamatori verso se/altri.
Tutto rientra, come si può vedere, nella “normale vita” e amministrazione di un blog. A cosa serve quindi un codice di condotta da sottoscrivere e far sottoscrivere agli altri? A cosa serve il badge da mettere sul proprio blog?

Il cervello… questa è l’unica cosa che serve (da ambo i lati).

Apr 102007
 

jaiku_logo_big.gifQualcosa si sta muovendo nella blogosfera italiana, dato che in meno di 24 ore ho ricevuto una dozzina di contatti in Jaiku. La cosa mi ha sopreso un po’, perchè io parlai di Jaiku nell’agosto 2006 dopo essermi registrato ed oggi, dopo otto mesi di silenzio e ZERO contatti, in poche ore pare che tutti si siano svegliati e si siano iscritti a Jaiku.
Ho quindi aggiunto qualche contatto al mio profilo su Jaiku (i primi tre che mi hanno contattato, gli altri li aggiungerò fra poco) e… WTF! Jaiku è diventato come Twitter!!!
Quando lo recensii in agosto era semplicemente un software per condividere la propria presenza online che girava su telefoni con sistema operativo Symbian, mentre adesso si è trasformato in un social network del tutto simile a Twitter e la parte di “rich presence” (feature predominante nella versione beta) adesso è diventato un optional secondario rispetto al resto.

Inoltre, è possibile aggiornare la propria presenza online facendogli importare uno o più feed RSS, compresi quelli di Twitter (come ho visto fanno praticamente tutti i miei nuovi contatti), in modo da non dover scrivere due volte le stesse cose… 🙂

Ora mi chiedo: chi è stato “il colpevole” di questo improvviso amore dei blogger italiani per Jaiku? Io me ne lavo le mani, avendone parlato per la prima volta troppo tempo fa e coinvolgendo poche persone, sopratutto perchè presi una posizione “scettica” sul software di rich presence (che oltretutto non ho installato e penso di non installare).
E mi chiedo ancora (e VI chiedo): Jaiku sarà il nuovo “Twitter agli ormoni”?