Mar 132007
 

Di Twitter tanto se ne è parlato nella blogsfera e tanto se ne parlerà ancora, discutendo di quanto possa essere utile (e Dema, ad esempio, lo sta usando per informare i suoi clienti) o futile (far sapere quando state andando in bagno), ma… il top dell’inutilità dovevo ancora vederlo… fino a stamattina!

autotwit.gifAutoTwit è una nuova applicazione Web 2.0 (beh… mi imbarazza un po’ parlare di "nuova applicazione", ma tant’è…) che fa l’unica cosa che il nome lascia immaginare: aggiorna Twitter automaticamente al posto vostro, inviando i messaggi che avrete "preparato" in precedenza e seguendo la schedulazione che vorrete dargli!!! 😀

Basta loggarsi in AutoTwit con i dati del vostro account Twitter e, dal pannello, scrivere "i post" che volete vengano inviati su Twitter, decidendo quando inviarli, partendo da ogni ora fino ad un post su base settimanale. 😛

Clicca sull’immagine per ingrandirla

AutoTwit site

Quali sono i vantaggi di usare AutoTwit? Cito direttamente dalla loro homepage (ehehehe):

  • Make you wealthy
  • Improve your appearance
  • Help you to be more well-liked by your family or friends
  • Make you live longer
  • Attract members of the opposite sex
  • Update Twitter automatically

Sinceramente resto dell’idea che se una persona non ha tempo/voglia di aggiornare Twitter, semplicemente… non dovrebbe farlo! 😛
Ma… a quanto pare chi usa Twitter, in alcuni casi, lo fa anche per accrescere la propria "visibilità personale", come ho scoperto leggendo questo articolo (molto interessante, in inglese) e quindi… postare ogni tanto (anche in modo automatico) potrebbe essere utile a tal fine.

Personalmente… se non mi leggete su Twitter è semplicemente perchè sto facendo altro… oppure "sto leggendo i feed" (vedi screenshot sopra) 😀

Mar 122007
 

impiccato_turbau.jpgAlcuni giorni fa l’ufficio stampa di Castelvecchi Editore mi ha gentilmente inviato (e li ringrazio) un pre-print dell’ultimo libro di Imma Turbau, giovane scrittrice catalana che non conoscevo). Ignoro come mai l’abbiano inviato a me (come a Massimo Mantellini e probabilmente qualcun’altro), ma da appassionato lettore di libri ho molto gradito e domenica l’ho dedicata alla lettura di questo breve (sono poco più di 100 pagine) libro, che troverete in libreria entro marzo.
Premetto: NON mi hanno chiesto di parlarne (anche se probabilmente hanno dato per scontato che lo facessi), ma così come ho recensito diversi libri letti in passato, mi accingerò a dire la mia anche in questo caso.

Il gioco dell’impiccato è un libro che probabilmente mi sarebbe passato inosservato, vuoi per il nome della scrittrice (che non conoscevo) vuoi per la forma (un romanzo breve, normalmente acquisto libri "consistenti" da leggere in alcuni giorni).
Allo stesso modo si discosta dal genere che normalmente acquisto (thriller) e proprio per questo mi ci sono accostato con un po’ di scetticismo (la narrativa che parla dei giovani mi fa tanto "Melissa P", ma fortunatamente non è questo il caso). 🙂

Il gioco dell’impiccato narra la storia di due giovani, Sandra e David; lei è una ragazza della periferia di Girona, lui un "ragazzo difficile" che si trova a condividere con Sandra prima l’amicizia e poi un rapporto che diviene sempre più esclusivo e morboso.
A complicare la vita di Sandra (già difficile, fra un rapporto conflittuale con i genitori e l’amicizia con David) un episodio agghiacciante, di quelli capaci di segnarti la vita… e che alla fine lascerà dei segni in entrambi, portando a….
… non ve lo dico, per non rovinarvi il gusto di leggere il libro.

Le mie considerazioni: il libro mi è piaciuto. Molto. E’ scritto con uno stile che apprezzo, scorrevole, asciutto ed essenziale ma al tempo stesso diretto come un pugno in faccia nel raccontare la violenza quotidiana che permea l’esistenza della "gente de toda la vita", come vengono chiamate le persone che vivono nel barrio di Girona. Se questo libro l’avessi dovuto scrivere io, è probabile che avrei usato lo stesso stile, che sento molto vicino.
E’ un libro che ti tiene incollato alle pagine e che leggi tutto d’un fiato in poche ore (fra mattino e pomeriggio di domenica l’ho terminato senza problemi). Nell’intervista all’autrice, presente in coda al libro (non so se la troverete anche nell’edizione disponibile in libreria, come vi ho detto questa è un pre-print) vengo a sapere che in origine il libro era lungo quasi il doppio, ma è stato tagliato dalla stessa autrice di parti  e personaggi "di contorno" per non distogliere l’attenzione dalla storia principale. Beh… c’è riuscita in pieno.
Sarebbe interessante leggere i primi libri della Turbau (Il gioco dell’impiccato è il terzo, in ordine di tempo). Da leggere.

Mar 092007
 

Neanche un mese fa si parlava in questo blog di copyright, protezione dei contenuti e licenze CC.
Io sono un forte sostenitore delle licenze Creative Commons (da poco giunte alla versione 3.0), a patto che poi chi utilizzi i miei contenuti osservi i termini di tale licenza. Ma… se invece questa volta volessi dare una mano a chi, per sua scelta, decide di detenere tutti i diritti sulle sue creazioni (il copyright) e proteggerlo in qualche modo?

mfclogo.pngMyFreeCopyright è un nuovo servizio Web 2.0 che aiuta i possessori di copyright a tutelare tale diritto sulle loro creazioni digitali (audio, video, immagini, testi); con il termine "testi" intendo anche il contenuto dei post nei propri blog.

Come funziona MyFreeCopyright?
Il funzionamento è abbastanza semplice: si uploadano le vostre creazioni digitali tramite un form (nel caso di post o podcast, si fornisce semplicemente il permalink), MyFreeCopyright crea una "impronta digitale" del file con un algoritmo di hash sicuro appositamente creato ed invia per email questa impronta digitale (chiamata appunto "fingerprint") con una data di registrazione, conservando copia del fingerprint e della data di registrazione nei suoi archivi. Fatto! 🙂
Secondo le FAQ di MyFreeCopyright (che vi invito a leggere per intero, dato che chiariscono ulteriori dettagli che qui sarebbe inutile trattare) la registrazione effettuata è valida a livello mondiale (anche se alcune legislazioni potrebbero richiedere registrazioni aggiuntive come ulteriore protezione in caso di controversia); negli Stati Uniti è sicuramente valida e inattaccabile.
Nel caso qualcuno utilizzasse i vostri contenuti senza autorizzazione, la data di registrazione del copyright presso MyFreeCopyright diventa la prova che siete VOI  (e solo voi) i possessori del copyright di tale contenuto.
Per i blogger/podcaster è possibile proteggere ogni contenuto che scrivete/pubblicate in modo automatico, semplicemente fornendo l’url del blog o del feed; MyFreeCopyright si occuperà di scaricare il testo (comprensivo di contenuti digitali come immagini, video, audio ecc) e proteggerlo.

Quanto costa usare MyFreeCopyright?
La registrazione è gratuita (account Free), così come la protezione di 100 contenuti digitali (di qualunque forma); sono disponibili due account a pagamento per chi ha necessità di proteggere un maggior numero di contenuti, che includono anche 2 GB di storage sicuro per i vostri contenuti (nella versione free MyFreeCopyright protegge il diritto, NON il file in se), compresi i post/podcast che vengono letteralmente "scaricati" e salvati, potendo anche recuperarli in caso di perdita/distruzione.
Se l’account Free non dovesse bastarvi, un account Basic costa 19$ l’anno, protegge fino a 1000 contenuti ed offre 2 GB di storage sicuro, mentre un account Pro costa 27$ l’anno, protegge illimitati contenuti ed offre 2 GB di storage, con trasferimento sicuro via SSL e chiave di criptazione personale.

Mar 072007
 

Uff…. lo sapevo io che quei bollini "Parental Advisory" che applico quando i miei articoli diventano troppo cattivi mi avrebbero creato problemi ma… non immaginavo fossero così "estesi" 😀

Da questo articolo di Downloadblog sono venuto a conoscenza di un sito chiamato Great Firewall of China che, tramite un server situato in Cina, permette di verificare se un sito (o blog) è bloccato dal Grande Firewall Cinese (che filtra contenuti "non graditi" al regime, impedendone l’accesso).
Ho quindi pensato di testare l’url di questo blog e… sorpresa! E’ bloccato!!!

Ehi! Ma io non vi ho fatto niente di male! Non ho mai sparlato del regime, i comunisti mi stanno anche simpatici e non ho mai parlato male dei ristoranti cinesi! 😀
E’ vero… alcune volte mi sono fatto prendere dalla foga ed ho usato toni "eccessivi", alcune volte ho dato spiegazioni tecniche che potevano essere usate in modo "creativo", ma… se io sono stato eccessivo, perchè EccessivaMente invece può essere eccessiva senza alcun blocco? 😀

Ok… capisco anche che Wikipedia (in questo caso la versione italiana) non vi stia simpatica… LORO sono spesso "cattivi" con voi, perchè dicono la verità su fatti che preferireste tacere e quindi immagino che decidiate di bloccarli…

… ma perchè lasciate che personaggi come Fullo o Napolux scrivano su Downloadblog impunemente, permettendo a tutti i cinesi di leggerli? Non è giusto!!! 😛

Persino Luca Conti ottiene un trattamento di favore (vabbè…. lui è importante… non vorranno mica mettersi contro "il" primo blogger italiano secondo BlogBabel!)

site_pandemia.jpg 

Ok… magari si è trattato di un errore… un problema temporaneo che può succedere… nell’About dite chiaramente che un sito potrebbe apparire bloccato per motivi tecnici (magari in quel momento è irraggiungibile).
Riprovo una seconda volta… poi una terza mentre sto scrivendo questo post… ed infine una quarta…. non si sa mai…
Sigh… niente… sono proprio bloccato, non ci sono santi… 🙁

E voi? Siete bloccati in Cina o sono io l’unico sfigato?

Mar 062007
 

Stamattina metterò da parte il Web 2.0 e le nuove applicazioni per parlare di una cosa che ultimamente mi sta dando un po’ "fastidio" e sopratutto che, da utente, non riesco a giustificare: il fornire feed "incompleti" del proprio blog.

Partiamo dal principio.
La maggior parte delle piattaforme per blog (e moltissimi siti web, fortunatamente), oltre alle pagine visualizzabili via browser, forniscono anche un feed RSS leggibile da appositi software stand-alone o da feed reader online.
Qual’è la differenza fra un flusso RSS ed una pagina web? Semplice: il flusso RSS sono "dati puri", privi di orpelli grafici e pensati per essere facilmente "scaricabili" e leggibili; un feed RSS è pulito dal rumore di fondo (ovvero: leggo SOLO i post e non devo scaricarmi tutta la pagina, magari piena di grafica, per avere l’informazione che mi serve).

WordPress (nello specifico, ma penso valga per tutte le piattaforme) permette a chi gestisce il blog di decidere se fornire un feed RSS "completo" (contenente TUTTO il testo dell’articolo) o un "riassunto" (contenente solo le righe iniziali); FeedBurner, allo stesso modo, permette di offrire in output solo un estratto del proprio feed (che magari arriva completo dalla piattaforma).

Perchè si usano i feed RSS? Per aggregare in un posto "unico" (il feed reader) informazioni provenienti da diverse fonti, ma ANCHE (e sopratutto, almeno per quanto mi riguarda) per velocizzare sia il download che la lettura; quando si trattano centinaia (diverse centinaia) di fonti è impensabile andarle a visitare tutte, sito per sito.
Ma… qui sorge il problema: alcuni preferiscono (per ragioni a me ignote, e che vorrei tanto mi fossero spiegate nei commenti, se possibile) offrire solo un estratto dei propri post via feed, rimandando alla versione "web" per il testo completo.
Se io leggo il tuo feed è perchè ti ritengo una fonte valida e/o interessante e mi piacerebbe seguirti con costanza.
Se tu (che pubblichi un feed incompleto) mi OBBLIGHI a visitare il tuo sito per avere il resto dell’informazione che pubblichi, mi obblighi a PERDERE TEMPO scaricando nuovamente la parte di testo che ho letto come estratto, più tutto il resto della pagina (grafica compresa) che potrei non avere interesse a vedere.

Quello che ti chiedo, caro blogger che pubblichi il feed incompleto è: perchè lo fai???

Vuoi che io veda il tuo superfighissimo layout creato da un grafico ultrapagato? Bene… scrivi un post dove lo presenti, e verrò a vederlo con piacere!
Vuoi che io veda i tuoi AdSense e ci clicchi sopra? Ok, basta saperlo (ed in questo caso non avrei alcun problema ad eliminarti dal mio feedreader in tempo zero).
Vuoi che io venga sul tuo blog per forza, in modo da sentirmi invogliato a commentare, perchè magari vedere 100 commenti per ogni post ti esalta? Sbagli, perchè io verrei a commentare (se ne sentissi il bisogno) anche leggendo il tuo post completo nel feed!
Vuoi che io perda tempo, in modo da leggere meno blog ogni giorno e sentirti "un privilegiato" per rientrare fra questi? Beh… potrei anche scegliere di privilegiare qualcun’altro, altrettanto valido, che mi fa leggere tutti i suoi contenuti in maniera completa.

Se non rientri in questi casi, caro blogger che pubblichi il feed incompleto, mi piacerebbe che motivassi la tua scelta, perchè non la capisco proprio!

Attualmente NON farò la pulizia etnica che ha messo in atto Carlo (di cui però condivido ed appoggio in toto il pensiero) ma in futuro… who knows?
Il tempo è una risorsa preziosa… per piacere… non farmelo perdere e pubblica il feed completo dei tuoi post (anche mettendoci la pubblicità, se vuoi). Grazie.

Powered By Dragon NaturallySpeakingQuesto post è stato composto grazie all’utilizzo di Dragon NaturallySpeaking 9.

Mar 052007
 

Al giorno d’oggi non è infrequente che persone abbiamo più di un computer in differenti posti, e magari questi computer siano sempre accesi e collegati ad Internet.
Normalmente per controllarli da remoto si usano dei software appositi (tipo TightVNC) o raramente delle VPN (soluzione questa più utilizzata in ambito aziendale, dove appositi router/firewall fungono da concentratori VPN).
Se però il nostro scopo è solo il controllo remoto, TightVNC va bene… ma se dobbiamo accedere alle risorse di rete che si trovano "dall’altra parte", l’unica soluzione è creare una VPN, ma… possiamo farlo?
Creare una VPN comporta la presenza di apparati di rete appositi o server appositamente configurati per accettare connessioni in VPN, così come una certa quantità di tempo da dedicare alla messa in sicurezza.
Come ovviare a questo problema, e creare delle VPN in maniera semplice? Beh… con Leaf Newtworks! 🙂

leafnetworks_logo.gifLeaf Networks è un software per Windows (ma a breve verrà rilasciata anche la versione per Linux) che vi permette di creare facilmente delle VPN fra diversi computer, senza dover acquistare hardware apposito o impazzire con configurazioni avanzate.
In realtà in Leaf Network tutto viene improntato sotto un’ottica di "condivisione delle risorse", ed infatti è possibile condividere file, cartelle, stampanti… ma anche Xbox, dispositivi Media Center e TiVo (per gli utenti americani)

Come funziona Leaf Networks?
Una volta installato il client sulle diverse macchine che parteciperanno alla nostra rete (ed eventualmente impostato il port forwarding, se nelle rete sono presenti router/firewall), si aggiungono i membri alla propria contact list (un po’ come succede con gli IM) e si sceglie cosa condividere con loro (cartelle sul proprio computer, una VPN vera e propria, una XBOX) seguendo le istruzioni di setup che trovate ai link precedenti.
Va da se che una cosa del genere è utile ANCHE (e forse di più) quando i client appartengono a persone diverse, diventando in pratica un nuovo P2P multiuso.
Personalmente NON l’ho ancora provato per mancanza di tempo, ma un’occhiata mi piacerebbe dargliela.
L’unica cosa che mi ha lasciato perplesso è l’assoluta mancanza di informazioni riguardo la sicurezza delle reti create da Leaf Networks. E’ chiaramente spiegato il principio di funzionamento in questa pagina, ma… il traffico fra i due peer è criptato? Se si… in che modo?
Condividere cartelle (e documenti) su una connessione non criptata non è il massimo, quindi… perchè non chiarire questo punto?

Tempo permettendo, mi piacerebbe smanettarci un po’ (sniffando il traffico che si crea) per verificare questo mio dubbio… o in alternativa potete farlo voi… 😉