Prima o poi succederà anche a me, considerato lo stess che ho addosso in questo periodo… 😛
… ed a giudicare dai video dello stesso tipo che si vedono in giro, lo stress miete sempre più vittime… 😀
Prima o poi succederà anche a me, considerato lo stess che ho addosso in questo periodo… 😛
… ed a giudicare dai video dello stesso tipo che si vedono in giro, lo stress miete sempre più vittime… 😀
Non ce la faccio più… 😛
E’ da una settimana a questa parte che, su tutti i blog tecnologici e le testate online d’oltreoceano, non si legge altro che:
Ok… io ne leggo solamente perchè non sono affatto interessato ad acquistare uno di questi tre oggetti (beh, forse Zune potrebbe esercitare un certo fascino, ma le consolle… per carità !
Ho avuto una Playstation in passato (la prima, quella grigia e semplice) e l’ho usata per circa due settimane, prima di scocciarmi e rivenderla un mese dopo.
Invece mi fa sorridere vedere che ci sono persone disposte a diversi giorni (si parla anche di persone in coda da mercoledì mattina) per portarsi a casa la PS3…
Ed “in coda” succede di tutto, come di essere fatti bersagli di pistole soft-air, di venire derubati o di dover far pipì dove ci si trova (in coda, intendo) per non perdere la fila, accendendo le ire di chi sta vicino e rischiando la rissa.
Gizmodo (uno dei maggiori siti dedicati ai gadgets) sta seguendo il lancio della PS3 a San Francisco, e parla delle condizioni inumane di chi vive in fila,
arrivando a disegnare una mappa della coda e dividendola in diversi settori (e dandogli anche dei nomi) a seconda della “vicinanza” al negozio: si parte dai VIP (i primi 50 più vicini) avranno la PS 3 “deluxe” con hard disk da 60 GB per finire agli “sfigati” (gli ultimi 300) che avranno, se tutto gli va bene e non muoiono prima di stenti, una PS3 con hard disk da 20 GB; in totale pare ci siano (solo nella coda di San Francisco) 650 persone.
Il primo “pazzo” della fila (ma non solo, probabilmente) mostra la borsa che ha ricevuto da Sony, contenente un po’ di gadgets… ed anche acqua e hamburger, che Sony ha provveduto a consegnare (pensate che è lì da diversi giorni).
E’ stanco, sono 39 ore che è in coda… al punto che il blogger di Gizmodo è stanco di vederlo aspettare… 😀
… e finalmente a mezzanotte riesce a mettere le mani sulla sua consolle, dovendo oltretutto subirsi l’assalto e le interviste di almeno una cinquantina di giornalisti…
Come la definireste voi una persona che si fa oltre tre giorni di coda per una Playstation (ma vale anche per Wii e Zune, eh!)?. 😛
E voi… lo fareste (o l’avete fatto) mai?
Si sta parlando “molto” (forse anche troppo) di Windows Vista, ultimamente…
Beh, del resto il rilascio della versione RTM (Release to Manufacturing) e gli annunci delle date di commercializzazione al pubblico (pare il 30 gennaio per le versioni “non business”, che verranno rilasciate molto prima) hanno contribuito a questo “hipe”.
Personalmente ho parlato di Vista in due occasioni:
L’ho fatto avendo a disposizione le beta scaricate dall’MSDN di Microsoft (al lavoro abbiamo un abbonamento Universal), ed ho deciso di non parlare delle varie RC1 ed RC2 un po’ per mancanza di tempo, un po’ perchè sarebbe stato inutile scrivere post che descrivessero solo i progressi fatti.
Ad accrescere ulteriormente il volume di discussioni su Windows Vista, però, hanno contribuito i vari annunci della disponibilità della versione RTM sui vari canali di file sharing, così come della disponibilità dei primi “activation crack” per bypassare l’attivazione obbligatoria (una cosa più che immaginabile, figuriamoci se i pirati non si sarebbero buttati a capofitto in una sfida contro il nuovo sistema operativo Microsoft)
Ma c’è chi NON si è limitato a parlare della disponibilità ed ha anche provato la versione RTM di Windows Vista…
Sto parlando della testata online The Inquirer, che ha pubblicato il 13 Novembre un articolo intitolato “La versione RTM di Vista funziona molto bene“.
In questo articolo (traduzione di un originale di Dean Pullen) si legge:
“ABBIAMO PROVATO la versione ottenuta con MSDN dell’edizione finale di Vista: quella Released To Market, pronta ad andare in produzione.
Gentilmente un nostro amico sviluppatore ci ha permesso di usarla sulla sua macchina, visto che Microsoft a lui l’ha messa a disposizione durante il weekend, mentre a noi deve ancora spedire per posta delle copie per la prova.”
Mmmmm…. molto interessante…
Quindi codesto “sviluppatore” aveva una copia della versione RTM ottenuta con MSDN… tutto a posto, quindi…
Peccato che, come potete leggere dal mio commento inserito in data 14/11 (confermato anche da un altro lettore) la versione RTM di Windows Vista NON sia ancora disponibile sull’MSDN di Microsoft… 😀
Ad ulteriore “prova” di quanto detto, c’è l’annuncio ufficiale della disponibilità per il download di tale versione di Vista nell’MSDN solo da venerdì 17 novembre 2006.
Eheheheh…. un piccolo (o grosso, dipende dai punti di “Vista” 😉 ) passo falso di The Inquirer, che sicuramente è stato fatto in buona fede e per mancanza di controllo della fonte a cui ci si è affidati (non ne dubitiamo) 😛
Non penso sia necessario propinarvi la stessa raccomandazione che faccio sempre a qualche utente “avventato” (un’esigua minoranza, a dir la verità ) di Emuleitalia sul download di materiale protetto da copyright, no? 🙂
Siamo arrivati a metà novembre, e la cena blogger di Roma si avvicina… 🙂
Al momento i partecipanti sono 21, ma… come sempre, con l’avvicinarsi della data scelta per la cena, ci sarà il boom delle iscrizioni.
Per evitare eventuali problemi con il luogo che ci ospiterà (e che stiamo valutando attentamente, anche grazie alla collaborazione di Mary che si sta prodigando in telefonate e verifiche), ho pensato di fissare "un termine" per le iscrizioni, in modo da sapere con congruo anticipo il numero di partecipanti e regolarsi di conseguenza.
Siete quindi gentilmente invitati a fornire conferma della vostra partecipazione entro lunedì 27 novembre 2006. Allo stesso modo, se volete iscrivervi e siete già certi della vostra presenza, fatelo possibilmente entro tale data.
Stiamo valutando (per quanto possibile) di realizzare un menù "a tema", di cucina tipicamente romana.
Vi piace l’idea o preferireste una pizza?
Infine… last but not least… ci saranno delle sorprese targate FON Italia (grazie a Stefano Vitta) e… altro che vi svelerò più avanti… forse… 😛
Finalmente (dopo un po’ di tempo, dovuto a numerosi impegni di lavoro e non) sono riuscito a "dare alle stampe" (si fa per dire, dato che parliamo sempre di editoria online) un nuovo articolo per Apogeonline.
Stavolta la mia attenzione si è focalizzata su una delle migliori suite di collaboration aziendale esistenti, ovvero Zimbra.
Di seguito un estratto dell”articolo, che potete leggere per intero su Apogeonline.
Zimbra si definisce «the leader in open source messaging and collaboration», e non a torto. Fornisce infatti una delle soluzione più complete per la collaborazione aziendale, riuscendo a competere (e in alcuni casi a primeggiare) con diverse soluzioni closed source realizzate da grossi calibri dell’IT mondiale, come IBM (con Domino) o Novell (con Groupwise). Proviamo allora a conoscere meglio Zimbra sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto l’aspetto funzionale. La suite è disponibile in tre versioni:
1. Open Source Edition: rivolta agli sviluppatori e alle organizzazioni che cercano una soluzione di collaboration, ma non hanno bisogno di supporto o caratteristiche di amministrazione avanzata;
2. Network Standard Edition: indirizzata a organizzazioni ed enti che hanno bisogno di una soluzione di collaboration enterprise-level e di tutti i servizi di supporto avanzati, volti a garantire continuità operativa e gestione avanzata;
3. Network Professional Edition: versione sostanzialmente identica alla precedente, con la possibilità aggiuntiva di sincronizzarsi con Microsoft Outlook o Apple iSync.[…]
Perché preferire Zimbra Open Source a soluzioni proprietarie? Non esiste una sola risposta a una domanda in apparenza semplice. Una prima nota a favore di Zimbra è certamente l’essere una soluzione open source: in una soluzione proprietaria c’è solo la software house che si occupa del bug fixing, dello sviluppo di nuove funzioni e del supporto (spesso offerto opzionalmente e a caro prezzo); in una soluzione open source come Zimbra c’è una community che ci lavora (oltre al team di sviluppo, ovviamente) e che fornisce supporto tramite forum, mailing list e magari chat in realtime. I bug vengono scoperti prima, così come prima vengono forniti dei workaround capaci di limitare i problemi in attesa che si sviluppi una patch. Impegare una soluzione open source permette di valorizzare eventuali professionalità aziendali che altrimenti non potrebbero intervenire direttamente e che all’occasione sono in grado di approtare piccole modifiche e personalizzazione.
[…]
Più di una volta vi ho parlato, in questo blog, dei possibili usi di Google Earth (l’ultimo articolo al riguardo risale solo a qualche giorno fa).
Oggi, stimolato da un articolo di qualche giorno fa sul Corriere, intitolato: "Dove sono le testate atomiche targate USA", che riprende un articolo del Bullettin of the Atomic Scientis (bollettino di cui vi parlai in questo articolo sul Doomsday Clock), ho messo mano a Google Earth e utilizzando questo file .kmz ho fatto qualche volo, di cui vi riporto i punti salienti.
Inutile dirvi che il risultato è… inquietante… a dir poco…
Clicca sulle immagini per ingrandirle
Partiamo dall’Europa, a per la precisione dalla Buchel Air Base, in Germania.
Qui sono presenti 20 armi nucleari americane.
Nella prima immagine una panoramica, nella seconda un dettaglio con dei punti evidenziati da me; nella seconda immagine notate che NON ci sono hangar, nè piste per aerei (visibili invece nella parte opposta della base).
Ora voliamo sulla Incirlik Air Base, in Turchia.
Qui sono presenti 50 armi nucleari americane.
Nella prima immagine una panoramica, nella seconda un dettaglio con dei punti evidenziati da me; nella seconda immagine notate i bunker sotterranei, mimetizzati e ricoperti di erba.
Ci sono altri punti così, all’interno della base.
Voliamo adesso in Italia, sulla Aviano Air Base.
Qui sono presenti 90 armi nucleari americane.
Nella prima immagine una panoramica, nella seconda un dettaglio con dei
punti evidenziati da me; nella seconda immagine notate che nei punti evidenziati NON ci sono hangar (presenti invece a fianco), così come non è presente alcuni spazio per la manovra degli aerei (presente invece davanti gli hangar).
Lasciamo l’Europa per volare in America, dove è concentrato l’arsenale nucleare americano.
Passiamo su Bangor, dove sono conservati 2364 armi nucleari americane.
Questa base detiene il 24% di tutto l’arsenale nucleare americano.
Nella prima immagine una panoramica, nella seconda un dettaglio con dei
punti evidenziati da me; va da se che i punti evidenziati sono i bunker sotterranei, già visti in Turchia.
Infine, chiudiamo questa carrellata "atomica" con l’ultima base americana di questa rassegna (beninteso: ce ne sono diverse altre, sia in Europa che negli USA, mostrarvele tutte sarebbe stato inutile).
Siamo sulla Barksdale Air Force Base, dove sono conservati 940 armi nucleari americane.
Nella prima immagine una panoramica, nella seconda un dettaglio con dei
punti evidenziati da me; i punti evidenziati sono i soliti bunker sotterranei.
L’organizzazione (e la gestione) di un evento non è cosa semplice.
Allo stesso modo, a volte, non è semplice trovare un evento di proprio interesse.
Per cercare di risolvere questi problemi è nato eventful, un nuovo servizio Web 2.0 per la creazione/ricerca/condivisione di eventi.
L’interfaccia è pulita ed essenziale, con tutte le informazioni necessarie immediatamente visibili.
Anche in eventful c’è un tocco di AJAX, anche se a differenza di molti
altri siti Web 2.0, qui l’utilizzo è più "discreto" e non pervasivo.
Su eventful è possibile cercare eventi per tipologia, location, tag, data ed anche partecipanti.
Allo stesso modo è possibile segnalare eventi (dopo essersi registrati), e "gestire" l’evento aggiungendo informazioni su "performers" (utile per concerti, mostre, conferenze) e partecipanti.
Ogni evento presente su eventful è "sottoscrivibile" in diverse piattaforme di calendaring (Google Calendar, Outlook, Rabble ed eventful stesso), così come sono disponibili feed in diversi formati (RSS e Atom, ICAL, CSV) pronti ad essere utilizzati nel vostro feed reader preferito o nel vostro planner personale.
eventful inoltre si propone come catalizzatore di grassroots campaign, dove gli utenti stessi richiedono un evento per far si che questo "avvenga" (di solito riguarda l’organizzazione di concerti).
Per testare eventful ho inserito la Cena Blogger a Roma, fermo restando che il posto "dove aggregarsi" è comunque il wiki ufficiale. 😉