Jun 262007
 

Chi si occupa per lavoro di webdesign (ma anche chi gestisce personalmente il proprio sito/blog) sa bene quanto sia importante che il tempo di caricamento dell’home page di un sito non sia "eterno".
Chi visita un sito web infatti non apprezza particolarmente di dover attendere molti secondi per vedere apparire il contenuto che sta cercando (e spesso abbandona il sito proprio a causa di ciò).
Come fare quindi a verificare tali tempi? Semplice… con il con il Full Page Test di Pingdom Tools.

Cos’è e come funziona il Full Page Test?
Il funzionamento è semplice: basta andare nell’apposita pagina ed inserire l’url del sito/blog da testare; immediatamente il test comincierà a scaricare la pagina indicata, evidenziando in modo dinamico (grazie all’uso di AJAX) su un grafico a barre i tempi di caricamento dei singoli elementi che compongono la pagina (testo, grafica, css, javascript, plugin, flash ecc). In questo modo sarà semplice rintracciare sul grafico il/gli elementi che rallentano il caricamento (immagini troppo grandi e non ottimizzate o presenti su siti remoti particolarmente lenti, script lenti ecc) e provvedere alla relativa ottimizzazione.

Per farvi capire la logica di utilizzo, ho testato due siti ed un blog (clicca sulle immagini per ingrandirle):

Google.com

fpt_google_01.png fpt_google_02.png

Google è un esempio di semplicità e velocità (ed è un motore di ricerca apprezzato proprio per questo). Il caricamento di questa pagina è durato solo 0.3 secondi (come si può vedere dalla schermata di riepilogo, nella seconda screenshot) e la pagina pesa solo 14.5 KB. Non ci sono script esterni che possono rallentare il caricamento, nè plugin o altro.

Giovy.it

fpt_giovy_01.pngfpt_giovy_02.png

Giovy’s Blog ha un tempo di caricamento "medio" di 8.8 secondi, considerata la grafica presente nella pagina (l’header del blog e le immagini presenti nei post, per un totale di 371 KB). Il contenuto XHTML prende una buona fetta del peso della pagina, con i suoi 118 KB, segno che… beh, c’è molto da leggere… 😀
Sono linkati diversi oggetti esterni ma sopratutto ci sono ben 205 KB di scripts. Mmmm… probabilmente il gestore del blog (mica lo conoscete?) dovrebbe rivedere un po’ alcuni plugin che usa. Un tempo sotto i 10 secondi, comunque, è più che accettabile.

Italia.it

fpt_italia_01.pngfpt_italia_02.png

fpt_italia_03.pngfpt_italia_04.png

Italia.it è, di contro, un emblema di come NON si dovrebbero progettare pagine web.
La prima coppia di screenshot illustra il tempo di caricamento della sola pagina di splash iniziale (che, badate bene, NON è quella del sito). Innanzitutto, è da notare che il test non è stato concluso; il caricamento della pagina era così lento che il test è andato in timeout dopo 16.8 secondi ed è stato interrotto. In quel tempo, sono stati scaricati oltre 2 MB di immagini, 113 KB di Flash, 107 KB di fogli di stile e solo 26 KB di contenuto. Peso totale della splash screen: 2.4 MB.
Le seconda coppia di screenshot illustra il tempo di caricamento dell’home page.
Anche in questo caso il test non è stato concluso, e si è fermato dopo 20.7 secondi. In quel tempo sono stati caricati 2.2 MB di immagini, 386 KB di Flash, 107 KB di fogli di stile e 44 KB di contenuto. Peso totale della home page: 2.72 MB
Se facciamo il totale, vedremo che per accedere ad Italia.it è necessario scaricare oltre 5 MB di "roba", di cui oltre l’85% sono immagini. Ogni ulteriore commento da parte mia è superfluo, in questo caso.

Il giudizio di Giovy su Pingdom Tools Full Page Test: molto utile, a prescindere se siate professionisti del webdesign o meno. Io ho scoperto che il mio blog ha troppi script e dovrei iniziare a limarne un po’, così come ho fatto vedere a voi che Italia.it è un’immondizia di sito, senza contenuti ma pieno di graziose animazioni ed immagini.
Perdete qualche secondo del vostro tempo e testate il vostro blog, utilizzando i risultati ottenuti per limare KB superflui; i visitatori casuali del vostro sito vi ringrazieranno (perchè va da se che chi vi legge via feed già risparmia parecchia banda). 🙂

May 312007
 

google_gears_sm.pngLa novità di questa mattina portata da Google è di quelle "grosse"e destinate a lasciare il segno, credetemi!
Google ha infatti lanciato un suo nuovo prodotto, chiamato Google Gears, che punta a creare una "base" per il porting offline delle web application.

In realtà Google Gears è da un lato (quello per gli sviluppatori) un framework su cui basarsi per permettere alle applicazioni web create di essere usate anche in modalità offline, dall’altro lato (quello degli utenti finali) un plugin per Firefox (o un add-on per Internet Explorer) che permette la "magia" di usare le proprie web-application preferite anche in mancanza di una connessione Internet (se le applicazioni sono compatibili e sviluppate per integrarsi con Google Gears, ovviamente).

La prima applicazione a beneficiare di questa nuovissima possibilità introdotta da Google è Google Reader, il feedreader online della Big G. Da questa mattina, infatti, è possibile (dopo aver installato Google Gears) mettere Google Reader in modalità offline; così facendo si "memorizzerà" in un database locale presente sul proprio computer (un database SQLite, per i tecnici) i primi 2000 post non letti del proprio account Google Reader. In mancanza di una connessione al web, sarà comunque possibile leggere i propri feed preferiti e taggarli; tali modifiche verranno sincronizzati con i server di Google appena sarà disponibile una connessione ad Internet.
Così facendo Google Reader diventa molto simile ad un vero feedreader stand-alone

Ok… magari tutto questo applicato a Google Reader potrebbe non sembrarvi tanto interessante, specie se non lo utilizzate ma… riflettete un attimo sulla possibilità di avere:

  • la propria posta su Gmail sempre disponibile…
  • i propri documenti su Google Docs sempre disponibili…
  • il proprio calendario su Google Calendar sempre disponibile…

Sul versante sicurezza non c’è da preoccuparsi per la possibilità interazione di siti "estranei" con i vostri dati memorizzati nella cache di Google Gears; visitando un sito "GGears-enabled" che cerca di utilizzare questo framework, verrà visualizzato un avviso di sicurezza e potrete decidere se permettere o meno l’interazione di questo sito con Google Gears.

Quanto volete scommettere che presto Google Gears verrà implementato su tutte le applicazioni create dai programmatori di Mountain View? 😉

May 292007
 

Mentre sottobanco Google sta definendo gli accordi con FeedBurner per la sua acquisizione, all’astronomica cifra di 100 milioni di dollari, alla luce del sole definisce l’acquisizione della società chiamata GreenBorder.

GB_logo.gifGreenBorder è la software house produttrice di un software chiamato GreenBorder Pro che si prefigge di mantenere il proprio computer al riparo da virus, trojan e malware di ogni tipo mentre si naviga in Internet.
NO, GreenBorder NON è l’ennesimo antivirus ma è un software che crea una sandbox (una sorta di "zona franca", isolata dal resto del mondo) intorno alla vostra navigazione web; tutto quello che succede nella sandbox viene distrutto appena si chiude la sessione di navigazione protetta (evidenziata da un "bordo verde" intorno alla finestra, da cui il nome GreenBorder).

green_border.jpg 

In pratica: con un normale browser navigate su Internet e vi prendete un worm; questo worm infetta automaticamente il sistema operativo, si propaga e comincia ad infettare altri computer. Con GreenBorder, invece, se navigate su Internet in una sessione protetta da questo software e vi prendete un worm, il simpatico vermicello NON avrà alcun modo di infettare il sistema operativo e propagarsi, perchè "vive" in una scatola chiusa, isolata da tutto.

GreenBorder era in origine solo per Internet Explorer, ma adesso è disponibile anche per Mozilla Firefox e se volete potete scaricarne una versione trial da Download.com.
E’ lecito comunque immaginare che presto Google rilasci la sua versione gratuita di questo utile software, probabilmente integrandola anche nel Google Pack. [via Google Operating System]

Mar 282007
 

Sicuramente avrete sentito parlare del Google Pack (ne parlai anch’io, oltre un anno fa), il "megapacco" (in tutti i sensi) di Google che racchiude un po’ di software, fra utilità ed inutilità varie.
Uno dei componenti più nuovi inseriti nel Pack è il Google Screensaver.

Cos’è e come funziona il Google Screensaver?
Beh… inutile che vi spieghi cos’è uno screensaver, no? 😀
Google Screensaver non fa altro che mostrarvi una serie di immagini, quando il vostro computer attiva lo screensaver. Ma…
… la particolarità di questo screensaver è che può mostrarvi immagini prese da diverse fonti:

  • una cartella del vostro computer (beh, ce ne sono un’infinità di screensaver che lo fanno)
  • Picasa Web Albums (e questa è una peculiarità unica di Google Screensaver)
  • feed RSS da altri siti di photo-sharing (Flickr, Zooomr e via dicendo).

Le immagini vengono prelevate in realtime da Internet e mostrate a video in altra risoluzione, applicando una serie di transizioni molto piacevoli per il passaggio da un’immagine all’altra (e comunque è sempre possibile sfogliare manualmente le diverse foto).
Il risultato è davvero bello da vedere, come dimostra l’immagine sotto… 🙂

Clicca sull’immagine per ingrandirla

 

Google Screensaver

Come vi ho detto, il Google Screensaver fa parte del Google Pack ma… se non volete scaricare tutto il paccone, avete due possibilità:

  1. scaricare solo screensaver da quest’url diretto: http://gpdl.google.com/installers/ci_ss/en/2.2007.0323.1359/gpscrsav.msi (che però potrebbe "morire" appena Google se ne accorge… 😀 )
  2. scaricare lo stesso screensaver dal mio DivShare, cliccando su quest’url: http://www.divshare.com/download/297533-d61 (il file è zippato per motivi di sicurezza, dato che DivShare non permette l’upload di file eseguibili, ma almeno sarà sempre disponibile).

Buon download e buona "visione"! 😉

Mar 172007
 

Oh, finalmente una novità dal mondo Google… 😀

Pare infatti che il gigante di Mountain View abbia acquisito Trendalyzer, un software di data visualization creato da un’organizzazione non-profit chiamata Gapminder.
Trendalyzer è un software che permette di visualizzare (in maniera grafica, immediatamente comprensibile) una serie di dati, correlandoli fra di loro nel tempo, grazie ad un’interfaccia utente realizzata in Flash,

Google ha subito "messo all’opera" il software di GapMinder, realizzando "The Gapminder World 2006".

Clicca sull’immagine per ingrandirla

Google Gapminder World 01

Come potete vedere, l’interfaccia è intuitiva e mostra tutte (o quasi) le nazioni del mondo, con un "pallino" grande a seconda della popolazione (per default, ma il parametro può essere cambiato con uno qualsiasi dei tanti indicatori presenti).
Selezionando per l’asse X un indicatore (in questo caso il reddito pro capite in dollari internazionali) e per quello Y un altro (il numero di utenti internet per 1000 abitanti), si ha un colpo d’occhio immediato sui "numeri" di cui si sta parlando.
Giocando un po’ con i parametri e con le varie opzioni, poi… si riescono a vedere cose del genere:

Google Gapminder 02

In questo caso ho raffrontato la popolazione italiana dal 1990 al 2004 con il numero di utenti internet, e quello che salta all’occhio è che sostanzialmente l’Italia è un paese a crescita demografica zero, mentre il numero di utenti con accesso ad internet è cresciuto da 0.18 per mille del 1990 a 501 del 2004.
E’ inoltre possibile "animare" i risultati, premendo il pulsante "Play" in basso a sinistra, visualizzando l’evoluzione dei dati in esame nel corso degli anni.

Allo stesso modo potete "mixare" i dati per tutte le nazioni del mondo (Il numero di anni per ogni indicatore varia a seconda dei dati in possesso di Google), tirando fuori delle considerazioni molto interessanti, dal momento che sono presenti indicatori come:

  • mortalità infantile per 1000 abitanti
  • crescita economica
  • aspettativa di vita
  • budget militare
  • percentuale di donne che lavorano in rapporto al totale dei lavoratori
  • tempo

A voi il compito di produrre i confronti più interessanti. 🙂

Oct 242006
 

Google Co-opSe uno dei vostri sogni ricorrenti (beh, più probabile che sia uno dei miei) è la possibilità di avere un proprio motore di ricerca come Google… beh, oggi è il giorno giusto per realizzarlo! 😀
Proprio oggi, infatti, Google ha lanciato Google Custom Search Engine, ovvero la possibilità per tutti di crearsi il proprio motore di ricerca personalizzato, che restituisce risultati "targetizzati".

Cos’è "realmente" un Google Custom Search Engine?
E’ un motore di ricerca "powered by Google" di cui potete gestire il funzionamento come più vi piace.
Potete restringere la ricerca ad uno o più siti inerenti il tipo di "search experience" che volete offrire (potete anche usarlo per fare ricerche solo sul vostro blog, se vi va) o potete far in modo che la ricerca sia estesa a tutto il web ma con risultati in evidenza relativi a criteri che avete definito.
Creato il vostro motore di ricerca, potete farlo visualizzare come pagina stand-alone (come ad esempio il Giovy’s Blog Search Engine) o integrarlo nel vostro blog/sito.

Alcune caratteristiche interessanti:

  1. Potete permettere ad altri di "collaborare" al vostro motore di ricerca, aggiungendo siti da includere nel suo indice (a voi la scelta se permettere il libero accesso o "invite only" ai volontari collaboratori)
  2. Potete personalizzare il look del vostro motore di ricerca, aggiungendo un header personalizzato
  3. Potete "collegarlo" al vostro account AdSense, in modo da racimolare qualche spicciolo dagli annunci pubblicati

In definitiva: la co-operazione e la ricerca personalizzata secondo Google. 😉